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SCENA X

Ambrogio e detti; indi Esther

Amb. (consegnando a Riccardo le carte, date prima da questo al Principe) Il signor Principe le manda queste carte, e la prega di scusarlo se non può trattenersi ora con lei… La vedrà domani.

Sil. (ad Ambrogio) È uscito?

Amb. Sì, eccellenza… in carrozza.

Sil. (vivace, turbata) Solo?!

Amb. No, con la signora Marchesa…

Sil. (con moto d'ira represso) Ah!

Amb. E col signorino.

Sil. (con impeto) Enrichetto?!

Amb. Sì, eccellenza!

Sil. Ma non era andato a passeggio con Esther?!

Amb. Sono rientrati da pochi minuti.

Sil. (agitatissima) Chiamate subito madamigella Esther.

(Ambrogio, via).

Ricc. Si calmi, Duchessa!

Sil. (al colmo dell'ira) Un nuovo insulto… lo vede! E, con l'insulto, il dileggio!.. Non ho voluto riceverla… e il Principe… per darle una soddisfazione… va a Villa Borghese con lei… e conduce anche mio figlio!

Esth. (entrando) La signora Duchessa mi vuole?

Sil. (severa) Perchè Enrichetto non è qui con voi?

Esth. Rientrando, ha visto il signor Principe che saliva in carrozza… è corso per abbracciarlo… ed è voluto andare con lui.

Sil. (ironica) E con Elena?!

Esth. (confermando, timida) E con la signora Marchesa.

Sil. (con alterezza) Vi ho detto più volte: «Enrichetto non deve uscire che con voi o con me!»

Esth. (scusandosi) Il signor Principe se l'è preso in braccio… l'ha messo egli stesso in carrozza… Potevo io oppormi?!

Sil. (c. s.) Sta bene, andate! (Esther, via).

Ricc. (credendo di calmare Silvia) Ha ragione… È col nonno!

Sil. (esasperata) E il nonno, per dimostrargli il suo amore, lo fa vedere a tutta Roma con Elena… con l'amante di suo figlio!.. Oh, creda a me, ci vuole una grande virtù per tollerare in silenzio tutte queste quotidiane punture di spillo!

Ricc. È vero!.. e io la comprendo e la ammiro!

Sil. Ma biasima, forse, in cuor suo, il mio primo atto di ribellione… ed esita ancora a venire in mio soccorso!

Ricc. (con islancio e con passione) Oh, non esito più!.. Lei avrà la sua vendetta.

Sil. (con intenzione, tornando sorridente e molto lusinghiera) Badi!.. forse, promette troppo!

Ricc. (sempre più esaltandosi) No!.. Il Principe mi ascolta… saprò piegarlo.

Sil. (c. s.) Lui, forse, sì… ma Fabrizio… e gli altri?! Sono forti… astuti…

Ricc. (c. s.) Lotteremo!

Sil. (c. s.) Troverà una resistenza accanita!

Ricc. Non mi fa paura!.. Ho la fiducia degli azionisti… e il credito della Società è nelle mie mani.

Sil. Avrà noje, dispiaceri… inquietudini d'ogni sorta…

Ricc. Sopporterò tutto lietamente… se mi sorride una speranza…

Sil. (lieta, trionfante) Davvero?!

Ricc. (con islancio) L'amo tanto!

Sil. (c. s.; molto lusinghiera) Dunque, guerra a tutti… e… per me?!

Ricc. (esaltato) E vittoria sicura… se m'incoraggia con una parola… (con passione) Non vuol dirla?

Sil. (con abbandono, intenzione e promessa quasi ingenua) Vinca!

Ricc. Oh, grazie!.. (le bacia la mano con effusione di cuore; poi, via, lieto, esaltato dalla passione).

Sil. (lo segue con lo sguardo, lieta, orgogliosa del trionfo, e commossa).

(Cala la tela)
Fine dell'Atto Secondo

ATTO TERZO

Studio del Direttore della Società costruttrice. – Scrivanie. – Uno scrigno; disegni di fabbriche appesi alle pareti; piante topografiche ecc. ecc. – Sulle scrivanie registri, cartelle, carte, ecc. – Due porte laterali, con grandi cortine. – La comune, a sinistra dello spettatore.

SCENA I

Vittorio e un Usciere

Vitt. (all'alzar della tela, ajutato dall'usciere, mette in ordine carte e registri. – È molto agitato). Porta delle sedie… C'è Consiglio… e ricordati di non lasciar entrare i soliti seccatori… Non annunziarli nemmeno… non è giornata da visite!

Usc. Anche la signora Duchessa?!

Vitt. No, per bacco, la signora no!

Usc. Va bene: ma con gli appaltatori sarà un affare difficile!.. Da questa mattina vanno in cerca dell'Ingegnere…

Vitt. Oggi non può parlare con nessuno… Lo lascino tranquillo!

Usc. L'assemblea è andata proprio male, eh?!

Vitt. Malissimo!

Usc. (a bassa voce) È vero!.. Un gruppo d'azionisti ha fischiato il Direttore!

Vitt. (con indignazione) Già… gli stupidi!.. Come se la crisi l'avesse creata lui!

Usc. Il capo-contabile, però, diceva che un po' di colpa ce l'ha anche il signor Riccardo!

Vitt. Ne ha una sola delle colpe, lui!.. quella di tenere degl'impiegati che gli fanno una guerra sordida.

Usc. Oh!.. (protestando).

Vitt. Già… già!.. Nell'assemblea c'era chi aveva degli appunti, forniti dal Contabile, contro la sua relazione!.. Oh, se si tira innanzi… quello là è il primo che salta!.. Stava bene col vecchio Direttore… perchè, con lui, si rubava!.. (battendo con la mano su' registri) Ne hanno fatti insieme de' pasticci!.. Ma verrà fuori tutto!

Usc. E per noi… crede che ci sia pericolo?!

Vitt. Io non so nulla… ma quando si ha la coscienza netta… caschi anche il mondo… poco importa!

Use. Ma il pane?!.. Io sono sempre stato un galantuomo… e lei può dirgli…

SCENA II

Emma e detti

Emma. (entrando) È permesso?!

Vitt. (con vivacità) Qui… no!

Emma. Perchè?!

Vitt. È lo studio del Direttore!

Usc. Per ora, non c'è pericolo!.. (a Emma) Resti pure… (a Vittorio) Se viene… l'avviso. (via).

Vitt. Cosa vieni a fare?!

Emma. Sgarbato!.. a vederti!.. Sono tre giorni che non ti fai vivo!

Vitt. Ti ho scritto… Abbiamo avuto da lavorare giorno e notte!

Emma. Se ho visto tutti i tuoi compagni in giro!

Vitt. Loro fanno l'orario… io lavoro col Direttore!

Emma. Sei proprio diventato la sua ombra!

Vitt. Mi vuol bene… e si fida di me.

Emma. Tanto meglio… così ti aumenterà la paga!

Vitt. Questo, per ora… credo che sarà impossibile!

Emma. Ma, almeno, ti daranno gli arretrati!

Vitt. Neppure!

Emma. Bravo!.. E il padrone di casa, che aspetta il deposito?!.. E il tappezziere che ha portato il conto?!

Vitt. Sta' tranquilla!.. Penseremo a tutti.

Emma. (con ironia) Quando?!

Vitt. Quando ci sarà un momento di tranquillità!.. Non posso mica seccarlo per delle miserie!

Emma. (risentita) Ma se è danaro che ti devono…

Vitt. Posso aspettarlo… non scappa!

Emma. E sta bene!.. Prendila con quella calma… e scapperà la pazienza a me!

Vitt. (cercando di rabbonirla) Sii bonina, Emma… e sta' cheta!

Emma. (alzando la voce) Eh!.. Si sono fatte le pubblicazioni… s'è preso casa… abbiamo comperati i mobili… e, ora ch'è il momento di prendere il danaro che hai lasciato accumulare da tre mesi… dici che puoi aspettare!.. Ma è una vera burletta!.. (irritandosi sempre più). Se tu sei già pentito… dillo francamente… e mandiamo tutto all'aria!

Vitt. Sei pazza!.. Qual idea!.. (le prende con affetto la mano, che Emma cerca di ritirare; e le dice con grande serietà e dolcezza) L'Ingegnere è molto inquieto, perchè gli affari vanno male!.. In questi giorni, capirai, non ho voluto dargli delle seccature; ma domani mi farò dare il danaro.

Emma. (sostenuta) Quanto a me non ti dico più nulla!.. Fa' quello che credi!

Vitt. Via… smetti il broncio!.. La settimana ventura ci sposeremo!

Emma. Oh, le conosco le tue settimane!

Vitt. Domani vengo da te con le cinquecento lire… e ti lascio carta bianca!.. Regolerai le cose a tuo modo… Sei contenta?!

Emma. (tornando serena) Sarò contenta… se farai sul serio!

Vitt. Cattiva!.. Non ti fidi?!.. Ma ora vattene!.. Vien gente!.. Corri… corri!

SCENA III

Detti; l'Usciere; poi Riccardo

Usc. (accorrendo) Il Direttore…

Emma. (incontrandosi con Riccardo) Troppo tardi! (ride).

Ricc. (vedendo Emma. – a Vittorio) La vostra fidanzata?

Vitt. (confuso) Sì!.. Scusi, se la trova qui in Ufficio… È venuta a portarmi alcune carte di premura.

Ricc. (sorridendo) Conti da pagare?!

Emma. (fa cenno di sì, col capo).

Vitt. No!.. alcune carte…

Ricc. (a Emma) Avete fatto benissimo a venire… Così mi ricordate che non abbiamo ancora regolato i conti con Vittorio…

Vitt. (pronto) Ma… non c'è premura!.. (controscena di Emma, lieta che Riccardo pensi a farli pagare).

Ricc. (serio, preoccupato) Anzi, c'è urgenza!.. (a Vittorio) Dovete avere, credo… tre mesi?

Vitt. Tre!

Ricc. Fate eseguire il mandato… e dite che me lo portino per la firma.

Vitt. Domattina?!

Ricc. No, no, subito!.. Desidero che possiate riscuotere oggi stesso… (come parlando a sè medesimo) Domani… potrebbe essere tardi!

Emma. (lieta) Grazie, signor Direttore!.. (via, con Vittorio).

Ricc. (agitato) Troppo tardi?!.. Speriamo di no! (va alla cassa-forte; l'apre e ne toglie delle carte, febbrilmente. – Azione silenziosa, per manifestare che, in quelle carte, è riposta ogni speranza, avendo così nelle sue mani un'arma contro gli amministratori. – Si bussa alla porta di destra: entra Silvia).

SCENA IV

Detto e Silvia

Ricc. (sentendo bussare, ripone frettoloso le carte e corre ad aprire). Oh, Silvia, quale imprudenza!

Sil. (entrando) Ero troppo inquieta!.. Mi sarebbe stato impossibile attendere fino a questa sera per aver notizie… Ebbene?!

Ricc. Non sono riuscito a nulla!.. Ho trovato un'Assemblea ostile… messa su principalmente contro di me!

Sil. Possibile?!

Ricc. Proprio così!.. Hanno combattuto la mia relazione punto per punto… con un'acrimonia che m'ha fatto maraviglia… Oh, impossibile difendersi!

Sil. Ma di che cosa ti accusano?

Ricc. Di tutto!

Sil. E di avermi restituita la dote?

Ricc. Nessuno lo ha detto apertamente… ma non hanno risparmiato la più piccola allusione alla mia colpevole condiscendenza verso i creditori privilegiati!

Sil. (con disprezzo) Gli sciocchi!.. E hanno concluso?

Ricc. Di liquidare!

Sil. (con gioja mal celata) Deciso?!

Ricc. Quasi all'unanimità!

Sil. E questo t'addolora?

Ricc. Sino a impazzirne!

Sil. Eh, via!.. è assurdo!

Ricc. No… no!.. È una rovina cercata… voluta… perchè se gli azionisti mi davano il danaro che ho loro richiesto, in meno d'un anno avrei terminato il Quartiere… e non si sarebbe perduto un soldo del capitale!.. Ho messo nella discussione tutto il mio ingegno… tutta la mia anima… per iscuoterli… per convincerli!

Sil. Sì, lo credo… e ti comprendo!.. Ma, hai torto… sì torto… di appassionarti tanto per della gente che non ti ha mai capito!.. Peggio per essi se l'impresa va in rovina!.. Lascia piangere il Principe e Fabrizio, che l'hanno creata!

Ricc. Il Principe ne uscirà rovinato!

Sil. Ma Fabrizio, dopo di avere scatenato la tempesta… raccoglierà gli avanzi del naufragio!.. Oh, io lo conosco… e tu sei bene ingenuo di prendertela così a cuore per lui… e per gli altri!

Ricc. Fabrizio è nelle mie mani!

Sil. Ah?!

Ricc. Sai?.. quelle carte che cercavo in questo labirinto d'imbrogli…

Sil. Ebbene?!

Ricc. Le ho trovate!.. (mostrandole nel cassetto) Eccole qui… C'è ne per lui… e per gli altri!.. Se mi vogliono perdere… guai a loro!

Sil. Bada, che sono astuti!.. Occorreva loro l'uomo responsabile… e hanno messo gli occhi sopra di te!.. Sta' in guardia!

Ricc. La vedremo!.. E ora va'… Aspetta che ti fo accompagnare… (chiama a sinistra) Vittorio!

Sil. A questa sera!

Vitt. (presentandosi) Mi ha chiamato?

Ricc. (indicando la destra) Fate uscire di là la Duchessa, senza che nessuno la veda.

Vitt. (precedendola) Venga, signora!

Sil. (a Riccardo, piano, nell'andarsene) Coraggio!.. E nessuna indulgenza… nessuna debolezza!.. Ti hanno giocato?: véndicati… e ti amerò cento volte di più! (via).

SCENA V

Moretti e Riccardo

Mor. (di dentro la comune, alzando la voce) E io passo lo stesso!.. Ci vuol altro che una vecchia marmotta per chiudermi il passo!.. (s'ode lo strepito interno d'una contesa).

Ricc. (andando verso la comune) Cosa c'è?!

Mor. (entrando) Uno stupido che ho dovuto levar di peso… per passare!

Ricc. (severamente) L'usciere eseguisce gli ordini che ha ricevuti!

Mor. Cioè, di non far entrare i seccatori?!.. Sta bene!: ma non già le persone che vengono per affari!.. Sono proprio questi i momenti buoni da far anticamera!

Ricc. Qui nessuno fa anticamera!.. Ma, ora, c'è Consiglio… e io non ho tempo!

Mor. Ah, c'è Consiglio?!.. Ragione di più, perchè parli subito!

Ricc. (seccamente) Allora… si spieghi… e si spicci!

Mor. (piantando le mani su' fianchi) Domani, eh!, si sospendono tutti i lavori?

Ricc. Tutti!

Mor. (facendo il gesto di chi indica danaro) Per mancanza di… farina?

Ricc. Già!

Mor. (dopo una pausa) E le Banche?

Ricc. (freddamente) Hanno chiuso gli sportelli.

Mor. E non c'è altro modo, eh!, per tirare avanti?

Ricc. Nessuno!

Mor. Dunque… il fallimento?!

Ricc. Pur troppo!

Mor. Però… in cassa… ci sarà ancora un po' di… polvere?.. Qualche migliajo di lire… non è così!?

Ricc. Certo… ma che non bastano a pagare neanche una settimana di lavori!

Mor. (alzando le spalle) Non importa!.. Dia a me quattro… o cinque mila lire… e penso io a farle riaprire il credito!

Ricc. (maravigliato) E in che modo?!

Mor. (piano, con tono di confidenza) Tra i miei operaj… e fuori del cantiere… ho un centinajo di bulj… con tanto di fegato… che non hanno paura de' poliziotti!.. Mi dia da distribuire… un po' di breccia… e s'incaricheranno loro dell'affare… Un pajo di dimostrazioni all'aria aperta… e il Governo fa spalancare subito gli sportelli!

Ricc. Delle violenze… de' disordini!?

Mor. (con grande indifferenza) Qualche vetro rotto… qualche legnata!.. Oh, roba da nulla!

Ricc. (con indignazione) Se ho capito, voi vorreste gettare in piazza gli operaj… e spingerli alla ribellione?!

Mor. Ma no!.. non occorre tanto!.. Basta farli vociare un poco!.. Banchieri e ministri… mollano subito!

Ricc. E voi osate di farmi una simile proposta!?

Mor. È il solo mezzo… ed è infallibile!

Ricc. Oh, mai… mai!

Mor. E perchè?!

Ricc. Perchè sarebbe un'infamia!

Mor. E non è peggio… per voi altri… gettare sul lastrico centinaja di famiglie?!

Ricc. È una disgrazia!.. non una colpa!

Mor. Parole… parole!

Ricc. Ma pensate alle conseguenze!

Mor. E quali?!.. Qualche giorno di carcere… che si buscano i più stupidi, che si lasciano acciuffare… un centinajo di fannulloni rimpatriati!.. E, per una simile inezia, il pane assicurato… per altri tre o quattro mesi… a mille operaj!

Ricc. (protestando, c. s.) No!.. no!

Mor. (alzando la voce) È la sua ultima parola?

Ricc. (risoluto) L'ultima!

Mor. Sta bene!.. Allora, lavoreremo per nostro conto… e peggio a chi ne tocca!

Ricc. (severo) Cosa intendete di dire?!

Mor. Che la dimostrazione, all'aria aperta, si farà lo stesso!.. Qualche biglietto rosso… c'è ancora!.. (toccando le saccocce) Basterà per pagar da bere agli amici!

Ricc. Ma non avete capito che la Società si mette in liquidazione!?

Mor. Cosa volete che importi a noi!?.. Le fabbriche son venute su… O voi altri… o i creditori… o le Banche… avete l'obbligo di finirle!.. State tranquillo, a questo ci penserà il Governo!

Ricc. Badate… a ciò che fate!

Mor. È affar nostro!.. Voi ci licenziate… e noi dobbiamo guadagnarci da vivere!

Ricc. Potrebbe costarvi salato!

Mor. Di questo, lei, non s'inquieti!.. Il sale ce lo metteremo noi!.. Pensi, piuttosto, domani, a dare ordine che chiudano bene le imposte del suo Ufficio… perchè la festa comincerà da qui!.. Non ci volete ajutare in nessun modo!?.. Pagherete voi altri per i primi!

Ricc. Dunque, siete proprio risoluti?!

SCENA VI

Detti; il Principe; Tommaso; il comm. Ottavi; poi Fabrizio; Gustavo; il conte Sereni, e due Signori, che entreranno con l'ordine più innanzi indicato
(Il Principe entra appoggiato al braccio di Tommaso. – Si ferma nel fondo ad ascoltare le ultime parole di Moretti. – Ha l'aspetto d'uomo abbattuto e sofferente)

Mor. (interrompendo Riccardo) A tutto!.. Noi non siamo di quelli che si fermano al primo ostacolo!.. Abbiamo superato ben altra crisi che questa, caro Ingegnere… (sulle mosse per andarsene) e se lei si affoga in un bicchier d'acqua… io… vede… non mi affogo neanche… se cascasse il diluvio! (via, minacciando).

Princ. (avanzando verso il proscenio) Perchè Moretti se ne va minacciando?

Ricc. Perchè gli ho negato il danaro che mi chiedeva per subornare gli operaj!

Princ. (alterato) Che vuol fare?!

Ricc. Del chiasso, per la sospensione de' lavori!

Princ. (con dolore) Ci mancherebb'altro!

Ricc. È tipo da farlo anche senza il nostro ajuto!.. Non intende ragione!

Princ. (sedendo, accasciato) Ah!.. ma è la rovina completa, dunque?!

Ott. Via, Principe… non si accuori per ciò!

Princ. Si crederà che siamo noi a provocare, sottomano, i disordini!.. Abbiamo tanti nemici!.. Avete visto, questa mattina, all'Assemblea?!.. Non una voce in nostra difesa!.. E, in fine, chi perde di più… sono io!.. La metà de' lavori è stata fatta col mio danaro!.. Un terzo de' terreni erano miei!.. E chi alzava la voce non aveva sborsato nemmeno diecimila lire!.. Ma com'è accaduto, che le azioni… sottoscritte tutte da amici… siano andate in mano di quella gente?!

Tomm. Giuochi di borsa!

Ott. Gli amici non avevano nessuna fiducia… e ci hanno traditi… gettando tutte le azioni sul mercato!

Princ. Oh, io non avrò la forza di sopportare questo colpo!

Ott. Via, Principe… coraggio!

Ricc. (combattuto) Nel suo stato… farebbe molto bene a non trovarsi al Consiglio!

Princ. E perchè?!

Ricc. Perchè dovrà sentire delle rivelazioni ancor più dolorose!

Tomm. (al Principe) Sì… sì… sarebbe un'imprudenza!.. È già tanto agitato!

Princ. (agitatissimo) No!.. Voglio saper tutto!.. E subito!.. (con impazienza) Cosa fanno, che non vengono?!

Tomm. (udendo un rumore di passi) Eccoli, Eccellenza!.. Io mi ritiro… (entrano Fabrizio, Gustavo, Sereni e due Signori).

Princ. (a Tommaso, con tono imperioso) No… resta!

(I nuovi arrivati salutano affettuosamente il Principe e Ottavi: – i due Signori, e Sereni, rispondono freddamente al saluto di Riccardo: – Fabrizio e Gustavo non lo salutano).

Gust. (al Principe) Dunque, caro zio… eccoci qui tutti… rassegnati a sentire quali altre disgrazie ci ha preparato il nostro Direttore!

Ricc. (freddo) Sono ai loro ordini!

(A un cenno del Principe tutti prendono posto. – Il Principe rimane dove si sarà seduto entrando. – Riccardo resta in piedi. – Durante questa scena, Fabrizio, Gustavo e Ottavi sederanno, per restar poi in piedi. – Sebbene la scena rappresenti un Consiglio, è necessario dare a esso un grande movimento, secondo l'azione. – Nella prima parte, uno de' due Signori prenderà degli appunti; e cominciata la disputa, smetterà di scrivere).

Princ. (a Riccardo) Dica pure.

Ricc. (freddo, sostenuto, sforzando di serbarsi tranquillo) Nell'ultimo Consiglio ho esposto la situazione… e ho spiegato come… dopo il rifiuto della Banca di darci altro danaro… riuscisse impossibile di continuare i lavori, senza un nuovo sacrifizio da parte degli azionisti… Non ostante i miei sforzi… e non ostante l'esempio del Principe… la maggioranza ha determinato di liquidare la Società.

Gust. Se questa determinazione è stata presa, si deve all'imprudente restituzione del milione di lire alla Duchessa… restituzione che ha irritato quanti siamo!

Fabr. La sola vera causa del disastro!

Ricc. Domando scusa… ma quella restituzione fu approvata dalla maggioranza del Consiglio!

Ott. Perchè si fece credere che non avrebbe danneggiato l'azienda!

Princ. Questo è vero!

Ricc. (severo, freddo, contenendosi) Sì, è vero!.. Ed è vero anche che ne furono dette le ragioni, e furono indicati i modi co' quali si doveva, da allora in poi, proseguire… E avete votato anche questi!.. Ecco il verbale firmato!.. Perchè non si volle, perchè non si potè adoperarli… lo vedremo… Io accetto la mia responsabilità… ma soltanto se gli altri assumeranno la loro!

Princ. Sì… ma dopo che lei avrà reso il conto!

Ricc. (interrompendo) Di tutto!.. Li ho convocati per questo!

Princ. (agli altri) Lasciatelo, dunque, parlare!

Ricc. Una volta determinata la liquidazione, io non dovrei far altro che presentare, a' liquidatori, i miei registri… ma…

Princ. Ebbene!?

Ricc. Se non si rimedia in tempo, dal loro esame risulteranno gravi irregolarità, che possono anche far dichiarare doloso il fallimento!

(Azione e movimento generale).

Princ. Non comprendo!

Ricc. Quando ho assunto la direzione, ho trovato un grande disordine amministrativo… ma non credevo che potesse nascondere delle vere frodi!

Tutti. (con grande protesta) Frodi?!

Ricc. (accennando Gustavo) Il Marchese, lo sospettava!

Gust. (con grande vivacità) Non ho mai detto questo!

Ricc. (contenendosi, c. s.) Sì… ed è in seguito a' suoi avvertimenti, che son voluto andare al fondo di ogni cosa… Esaminando le carte di tutta l'azienda… ho trovato che il male era più grave di quanto si poteva temere.

Fabr. (pronto, vivace) Il debito lasciato dal primo Direttore!

Ott. (c. s.) Qualche cambiale non pagata!

Ricc. E anche ben altro!

Princ. (agitatissimo) Che cosa?!.. In nome di Dio, lo dica!

Ricc. (osservando degli appunti) Abbiamo, prima di tutto, in circolazione, 400 azioni… dal n.º 6400 al 6800… che non furono mai pagate… e perciò si sarebbero dovute annullare!

Princ. E chi le ebbe?

Ricc. (pronto) Dugento, il commendator Ottavi…

Ott. (pronto, vivace) Mi furono regalate, per le concessioni che seppi ottenere dal Governo!

Ricc. Ma ciò non risulta!

Princ. (interponendosi) È vero… lo ricordo!.. Ho proposto io stesso questo compenso.

Ricc. Che il Consiglio però… non poteva fare!

Ott. (alzando la voce) E perchè?!

Ricc. Perchè non ne ha la facoltà!.. (tutti protestano vivacemente) In ogni modo, bisognava registrare… sotto un titolo qualunque… la somma corrispondente… al passivo… e liberare le azioni… mentre, così, figurano emesse illegalmente!

Princ. (a Riccardo) E le altre!?

Ricc. (accennando Gustavo) Le ebbe il Marchese!

Gust. (pronto, vivace, risoluto) Non lo nego!.. E costituiscono un mio debito!.. Ecco tutto!

Ricc. Ho paura che il tribunale non lo chiamerà un debito!

Gust. (con vivacità, c. s.) Che cosa, dunque!?

Ricc. Una frode!.. (proteste generali, vivacissime) Certo, perchè si tratta di titoli senza valore… venduti alla Borsa!

Ser. È una illegalità che si può sempre sanare!

Tutti. (meno Riccardo, con alte grida) Certo… certo!.. sì… sì!

Princ. Vediamo che cosa c'è d'altro!?

Ricc. Molte cambiali di capomastri immaginarj, che figurano d'aver ricevuto delle anticipazioni per lavori non mai eseguiti!

Ott. Ma sono passività antiche!

Ricc. (pronto, energico) Che nel fare i conti ritorneranno a galla!

Ott. Sì… ma con vantaggio di nessuno!

Ricc. Sia pure!.. ma non senza grave danno… morale… di chi ha ottenuto lo sconto di quegli effetti… cioè… (notando le parole) di tutti loro!

Tutti. (eccetto il Principe e Riccardo, con alta protesta) Noi!?.. come?!.. perchè?!

Ricc. Alle cambiali sono uniti gli appunti e le lettere… di chi le ha raccomandate!

(Parlano tutti, protestando calorosamente e rapidamente).

Ott. Che si è pensato bene di conservare?!

Fabr. A quale scopo, poi!?

Gust. Da chi!?

Ricc. (dominando tutte quelle voci) Dal cassiere e dagl'impiegati… per giustificarsi!

Ott. Non ne hanno di bisogno!

Ser. Sono carte, che si possono sempre bruciare!

Ott. Ma certo… certo!

Возрастное ограничение:
12+
Дата выхода на Литрес:
28 мая 2017
Объем:
81 стр. 2 иллюстрации
Правообладатель:
Public Domain

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