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Читать книгу: «Danza macàbra», страница 4

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SCENA III

Maurizio, dalla sinistra; e il Principe

Maur. (entrando, molto serio). È solo?

Princ. Sì!.. Perchè?

Maur. Devo parlarle di cosa molto grave!

Princ. (con tono scherzoso) Oh, che aria solenne!.. (dopo una pausa) Si tratta di danaro?

Maur. Sì.

Princ. (dopo un'altra pausa) Il momento non è buono… ma se hai degli impegni serj!.. Sentiamo, che somma ti occorre?

Maur. Un milione di franchi!

Princ. (dando un balzo) Un milione!?.. Per che farne?!

Maur. (serio, e freddamente) Voglio restituire a Silvia la sua dote!

Princ. (maravigliato) La dote… a tua moglie?!

Maur. Silvia non vuole che sia investita nelle operazioni della nostra Società…

Princ. (di cattivo umore). Ci ha pensato troppo tardi!.. Quando ritirai quel danaro, mi diede licenza di impiegarlo nel modo che avrei creduto migliore!

Maur. E, ora, ha cambiato idea… e non è dignitoso per noi contrastarglielo!.. Nelle relazioni in cui ci troviamo con lei… mi pare umiliante che ella possa accusarci d'aver abusato di un danaro che le appartiene…

Princ. (con vivacità). Ha torto!.. Saprò persuaderla io stesso che il suo capitale è garantito… e al sicuro da ogni minaccia!..

Maur. (freddo, incisivo). Non si tratta di persuadere… ma di restituire!..

Princ. (con impazienza). Come?!.. Tu dimentichi che siamo costretti a contrarre degli altri debiti per non far cessare i lavori?!

Maur. La Banca vi ha aperto un credito!

Princ. (c. s.). Ma non certo per rimborsare la dote di tua moglie!

Maur. Se è necessario…

Princ. (con grande vivacità). Ma è una cosa assurda, mio caro!.. (vedendo giungere Fabrizio). Domandalo a tuo fratello!

SCENA IV

Fabrizio, e detti

Fabr. (entrando sospettoso). Che c'è?

Princ. (con buon umore, lieto d'aver un ajuto). Silvia reclama il suo danaro per investirlo… a modo suo… e Maurizio è di parere che si rimborsi sua moglie, prendendo un milione alla Banca…

Fabr. (con moto subitaneo). È pazzo!

Maur. (offeso). Perchè?!

Fabr. (c. s.). Una simile proposta non si discute nemmeno!

Maur. (irritato, a Fabrizio). Fanne tu una migliore!

Fabr. Non ne fo alcuna!.. Tua moglie aspetterà… come gli altri… che sia fabbricato il Quartiere… Allora le daremo un palazzo…

Maur. (con fermezza). Essa non vuol saperne delle vostre fabbriche!.. Esige… capisci… il suo danaro… e io ho il dovere di darglielo!

Fabr. Tu non le devi niente!.. Ha dato a te… e a nostro padre… regolare procura per amministrare i suoi beni.

Maur. E, ora, la ritira!

Fabr. Sia pure!.. ma non può distruggere ciò che è stato fatto… da chi ne aveva il diritto!

Maur. Io non vi fo una questione di legalità… ma di delicatezza, Fabrizio!

Fabr. (con ironia). Con tua moglie?!

Maur. (risentito). Perchè no?!

Fabr. (c. s.). Sei troppo buono!

Maur. (irritato). Cosa vuoi dire?!

Fabr. (c. s.). Cento volte buono!

Princ. (ammonendo). Fabrizio!

(Fabrizio non gli bada. – Il Principe, durante le battute seguenti, che devono esser dette rapidamente, cerca di metter pace tra i due fratelli).

Fabr. Se Silvia fosse mia moglie… so io come risponderei!.. (con viva ironia). Ma tu… hai adottato il sistema dell'indulgenza, della debolezza, de' riguardi delicati… e sei logico a venir qui a proporre… come la cosa più naturale del mondo… di distrarre i capitali da una grande impresa… per soddisfare a un suo capriccio!

Maur. (riscaldandosi). Non cedo a nessuna debolezza… nè al desiderio di soddisfare a' suoi capricci… ma ho la ferma volontà di troncare, appena sorta, una bassa questione d'interessi.

Fabr. (pronto, ironico). Rovinando le nostre imprese!

Maur. Eppure, un mezzo bisogna trovarlo!.. (al Principe). Ciò, spetta a lei!

Fabr. (a Maurizio). Spero che non vorrai insistere… e tormentare nostro padre… pretendendo da lui l'impossibile!

Maur. Insisto… e formalmente… perchè sarebbe una cosa troppo umiliante per me… e anche per lui… (indicando il Principe) confessare che abbiamo avuto bisogno del danaro di Silvia… Il contratto nuziale la lascia padrona assoluta di disporre, come crede meglio, delle sue rendite… Qualunque sia il tenore degli atti firmati dopo… noi dobbiamo ridarle intiera quella libertà che essa aveva allorquando è entrata in questa casa…

Fabr. (riscaldandosi). Anche a costo di metterci in gravi imbarazzi?!

Maur. Anche!

Fabr. (incollerito). Davvero!?

Maur. Sì… perchè lui… (indicando il Principe) pensa, come me, che bisogna, se è necessario, sacrificare ogni cosa a un sentimento di dignità personale, che tu non puoi capire…

Fabr. (sempre più incollerito). Io capisco meglio di te… quali obblighi morali, impongano certe situazioni… ma quando si sono volute!

Maur. (interrompendo, minaccioso). Fabrizio… Fabrizio!

Princ. (con forza). Smettete!.. È questo il linguaggio di due gentiluomini… di due fratelli?!

Fabr. (con ira ironica). Già… fratelli… ma non uguali!.. Maurizio è Duca… e sarà Principe… e io, nulla!

Princ. Vuoi de' titoli anche tu?

Fabr. (c. s.). No!.. li lascio, a chi, un giorno, avrà i milioni!

Princ. Questi non posso darteli… (con rammarico sincero) e non è mia colpa… se uno de' miei figli è la vittima di una legge troppo tardi abolita!.. (a Fabrizio). Tuo nonno, per continuare la grandezza della casa, ha voluto unico erede del patrimonio avito il primogenito.

Fabr. (c. s.). Lasciando agli altri appena di che vivere!.. (con dispetto) Duemila scudi!

Maur. (irritato sempre più del rammarico dimostrato dal Principe ch'egli sia l'unico erede – con calore). Duemila scudi di rendita… che tu puoi spendere… e spendi… a tuo talento… mentre se io ho bisogno di mille lire… devo chiederle come un'elemosina!

Princ. (irritato, a Maurizio). Ti furon mai rifiutate?!.. T'è mancato mai qualche cosa?!.. Vorresti forse, fin da ora, anche tutte le rendite?!.. Sono mie… finchè vivo!

Maur. (c. s., al Principe). E le spenda pure come meglio le piace… ma da gran signore… da principe… continuando le tradizioni cospicue della famiglia… non già in speculazioni da capomastro… da appaltatore… accarezzando illusioni… e coltivando imprese fantastiche!

Princ. (con irritazione). Le mie rendite io le spendo come mi pare!.. Ciò non ti riguarda!

Maur. Sì… perchè, in tanto, lei, non è in grado di restituire a Silvia la sua dote!

Princ. (c. s.). A Silvia… ci penso io! (suona il campanello).

Maur. Cosa intende di fare?!

Princ. Lo vedrai!.. (ad Ambrogio che si presenta dalla Galleria). Pregate la Duchessa di venir qui… (Ambrogio s'inchina, e rientra a destra).

Maur. (agitato, con vivacità). Spero che non confesserà a Silvia il nostro imbarazzo… nè le chiederà di farci delle concessioni!

Princ. (di cattivo umore, ma con calma). So tutelare da me il decoro della famiglia… gl'interessi di tutti voi… e non ho bisogno di maestri!.. (azione di Maurizio e di Fabrizio) È affar mio!.. Di fronte a tua moglie… (rivolgendosi a Maurizio) sono responsabile io solo… e se non ha più fiducia in me… so io quello che devo fare!.. Del resto, sentirai tu stesso… (nuova azione di dispetto e d'inquietudine da parte di Maurizio e di Fabrizio). E tu… (a Fabrizio) lasciaci!.. La tua presenza… non può far altro che irritarla maggiormente!.. (Fabrizio dà una scrollatina di spalle ed esce).

SCENA V

Silvia, dalla destra, e detti

Sil. (fredda, sostenuta, al Principe; senza guardare Maurizio). Mi vuole?

Princ. (frenandosi, con dolcezza). Sì, vieni!.. Ho bisogno di avere con te una spiegazione… Maurizio m'ha detto che ci ritiri la tua fiducia per quello che riguarda l'amministrazione della tua dote… È vero?!

Sil. Non ne ho forse il diritto?

Princ. Nessuno te lo contrasta… ma è un atto di sfiducia che offende lui e me!.. Ne hai ben ponderata la gravità?

Sil. Sì.

Princ. E persisti?

Sil. Persisto.

Princ. (inquietandosi). Per che ragioni!?.. Parla liberamente… non sei donna da ubbidire a un capriccio… e se hai presa una risoluzione… che mi addolora… (azione di protesta da parte di Silvia, e di dispetto da parte di Maurizio) sì, che mi addolora… ti deve aver guidato un motivo molto grave… Quale?!

Sil. Lo chieda a Maurizio!.. Lui sa, perchè… contro la mia volontà… do a lei, che non lo merita, un dispiacere di questa natura!

Maur. (imbarazzato). Silvia non ha fiducia nelle nostre imprese… e ha paura di perder tutto!

Princ. (rasserenandosi, a Silvia). Non è altro che questo?

Sil. (ironica). Poichè lo dice lui!

Princ. (c. s.). Allora… mia cara… puoi vivere tranquilla!.. Sei garantita da una prima ipoteca… (sorridendo bonariamente) e rispondiamo tutti noi in solidum per ogni eventualità!

Sil. (freddamente). E così lei è di parere che le cose… devano restare come sono?!

Princ. (gajo). Sicuramente… se non ci sono altre ragioni… (come sorpreso da un'idea improvvisa). Ah, ho capito!.. Tu vorresti avere a tua disposizione qualche altro biglietto da mille per le tue toilettes d'inverno?!.. A questo si può rimediare facilmente… (gajo, galante). Mandami il conto della tua sarta, e lo pagherò io!

Sil. (risentita, credendosi offesa). Non ho chiesto delle toilettes… ma di rientrare nel libero possesso di quel che è mio!.. E mi maraviglio che si discuta!.. Ma… giacchè oggi, in casa Lanfranchi, anche questo è possibile… e io non voglio discutere con lei… nè darle de' dispiaceri… mi permetta di troncare questo colloquio… (dopo una pausa, con intenzione) Lo riprenderà… con Maurizio… il mio avvocato!.. (per andarsene).

Princ. (trattenendola). Non parlarmi così… perchè mi faresti andare in collera!.. Devi trattare con me… con me solo… e non c'è bisogno d'avvocati!.. Ho il dovere di tutelare… anche contro te stessa… il tuo interesse… e non mi saprei perdonare di cedere a un capriccio… (azione di Silvia) a un puntiglio… o… peggio ancora… a una paura ingiustificata… Provami che quanto chiedi è utile e ragionevole, e farò quel che vorrai!.. Prima no!

SCENA VI

Ambrogio e detti

Ambr. (dalla comune, annunziando). Il signor ingegnere Salvetti!

Princ. (ad Ambrogio). Venga… venga!.. (Ambrogio via). Giunge a proposito!

Maur. (al Principe). Lei vuol far intervenire l'Ingegnere in questa disputa!?.. (con impeto). Ma io non permetterò mai che un estraneo… sia messo a parte di questioni intime!

Princ. (severo, alzando il tono della voce). Lo voglio io!.. Se non ti garba, vattene!.. Questa è cosa che dobbiamo regolare tra noi!.. (alludendo a Silvia ed a sè). Tu non c'entri più!

Maur. Ma io non posso tollerare che in mia presenza…

Princ. (c. s.). Ti ripeto… vattene!.. Al Club sei aspettato per il programma delle corse… Occupati di questo… sarà meglio!.. Per le cose serie, basto io solo!

Maur. (tranquillandosi). Faccia come crede… ma, in un modo o nell'altro… procuri di farmi uscire al più presto da una condizione di cose… che mi umilia… (via dalla Galleria. – Sulla soglia s'incontra con Riccardo, che saluta freddamente).

SCENA VII

Riccardo, Silvia, Principe e Ambrogio

Ambr. (introduce Riccardo, ed esce subito).

Ricc. (con alcune carte in mano, che mostra al Principe) Scusi, signor Principe, se la disturbo… ma prima di concludere con la Banca… avrei voluto darle tutte quelle spiegazioni…

Princ. Grazie… tra poco ne parleremo… (prende le carte: poi, con una intonazione gaja, disinvolta). Ora lei giunge a proposito per far da giudice, e da paciere… in una grave questione… (indicando Silvia con lo sguardo).

Ricc. (maravigliato, sorridendo) Tra lei e… la signora Duchessa?

Princ. Per l'appunto!.. (sempre fingendo gajezza, e adoperando un tono canzonatorio). Sa che cosa mi diceva?!.. Che abbiamo fabbricato sull'arena… che siamo minacciati da gravi pericoli… da una completa rovina!

Ricc. (ridendo, e protestando) Oh… e perchè?!

Princ. (c. s.) Chi lo sa!.. Un presentimento… un avviso del cielo!.. (dopo una pausa, con una intonazione sempre più gaja). Questa febbre della ricostruzione di Roma ha cagionato tante rovine!.. I Ministeri cambiano con tanta rapidità!.. Da un giorno all'altro, un fatto qualunque… impreveduto… può distruggere tutti i calcoli… o ridurre a zero il valore degl'immobili!

Ricc. (volgendosi verso Silvia) La signora Duchessa ne teme?!

Sil. (fa un gesto di negazione indifferente).

Princ. O qualche cosa di simile!

Ricc. (maravigliato) Non posso crederlo!.. (a Silvia) Ma è proprio vero?

Sil. (freddamente) Non ha sentito?! (accennando il Principe).

Princ. (a Riccardo) Eh, cosa gliene pare?!

Ricc. Sono maravigliato!

Princ. Anch'io!.. Ho cercato di persuaderla che commetterebbe una vera pazzia… ma io non sono eloquente… e perciò invoco il suo ajuto!.. Lei è tecnico… e può spiegar meglio di me tutto il congegno: chiarire i dubbj: dissipare tutte le inquietudini…

Ricc. (sorridendo bonariamente) Mi par facile!

Princ. (a Silvia, con aria vittoriosa) Lo senti!?.. (a Riccardo) Parli schietto, sa!.. Senza riguardi!

Ricc. La situazione della Casa… oggi che possiamo contare sull'appoggio della Banca… parmi assodata… Se io possedessi de' capitali… non esiterei a investirli in azioni nostre!

Princ. (trionfante, a Silvia) Vedi!?

Ricc. Assicurata la fine de' lavori in corso, anche nella peggiore ipotesi, cioè affittando le case a un prezzo vilissimo, tra quattro anni se ne caverà almeno un milione e mezzo di rendita!

Princ. Cioè… l'8 per cento!.. E tu vorresti!?

SCENA VIII

Ambrogio e detti

Ambr. (dalla galleria, annunziando) La signora marchesa Elena!

Sil. (con impeto, scattando) Non ricevo!

Princ. (turbato, pronto) La ricevo io!.. (Ad Ambrogio) Pregate la Marchesa di passare nel mio appartamento… Devo parlarle… (Ambrogio via. – A Silvia, con dolce rimprovero) Silvia, Silvia!.. (a Riccardo, indicando Silvia, e tornando a fingere gajezza) È giornata di nervi, oggi!.. L'abbiamo contrariata troppo!.. Procuri lei di persuaderla… ma senza irritarla!.. Io non voglio che sia legata alla nostra fortuna!.. Desidero solo che sappia tutelati i suoi interessi… e che, stando con noi, ha molto da guadagnare… nulla da perdere!.. (dando la mano a Riccardo) Ci vedremo più tardi!.. (via).

SCENA IX

Silvia e Riccardo

Sil. (appena via il Principe, dà un sospiro di sollievo; e, smettendo il contegno freddo, dice con cortesia signorile) A noi, dunque, Ingegnere!

Ricc. (insinuante, sorridendo) Il Principe ha ragione… Permetta che glielo dica… le sue paure sono ingiustificate.

Sil. (sorridente, con confidenza) Non si tratta di paure!.. Credo quanto il Principe che un'impresa diretta da lei deva riuscire… e, poi, se si dovesse anche fare qualche perdita, non me ne addolorerei troppo!

Ricc. (maravigliato) E allora?!

Sil. (sorridendo) Allora… qui si tratta di ben altro… e, per dimostrarle che in lei… in lei solo… ho piena fiducia, le dirò tutto!..(con scatto di vivacità) Io non voglio che il mio danaro resti più a lungo nelle mani del Duca… di mio suocero… o di mio cognato!

Ricc. (maravigliato) Come?!

Sil. Hanno abusato della mia inesperienza… per carpirmi una procura… e fare quel che volevano!

Ricc. Oh, possibile!?.. Il Principe…

Sil. (interrompendo) Un vecchio sognatore… un fanciullo di sessant'anni… sempre in balia di chi sa solleticare la sua vanità!

Ricc. Ma suo cognato?!

Sil. Un egoista, ipocrita… che arricchisce speculando con i danari degli altri!

Ricc. Ma suo marito?!

Sil. (con sprezzante sorriso) Un Yokée, un Uster, un allevatore di cavalli!

Ricc. (azione) Oh!

Sil. (con sfogo d'ira lungamente repressa, e scatto d'ironia) Lei si maraviglia di sentirmi parlare in questo modo… della mia famiglia?!

Ricc. Certo!.. Una famiglia così patriarcale!.. Persone che le hanno tanto rispetto!

Sil. Per riguardi sociali… non per amore!

Ricc. Non posso credere!

Sil. Eppure, è così!.. Il Principe con me è buono, cortese… pieno di sollecitudine… perchè fo bene gli onori di Casa… e rappresento nobilmente… la mia parte di duchessa Lanfranchi!.. Ma non mi ama!.. Dopo sè stesso, egli non ama che una persona sola… sua nipote!

Ricc. La marchesa Elena?!

Sil. Appunto!.. Fabrizio mi onora di un'antipatia, che è quasi uguale a quella ch'io provo per lui.

Ricc. (ridendo) Me ne sono accorto!.. Ma il Duca?

Sil. (vivace, con sprezzo) Mio marito mi odia… quanto io lo disprezzo!..(calma). Comprende ora, perchè io voglio obbligarli a rendermi il mio danaro?!

Ricc. Perfettamente!.. È un puntiglio, un dispetto…

Sil. Dica pure: una vendetta… Ciò li contraria, li annoja?!.. e io insisto. (con calore) Ho trovato la loro corda sensibile… la farò vibrare fin che si spezzi! (lusinghiera) E lei mi ajuterà!

Ricc. (maravigliato) Io?!.. Come?!

Sil. Dimostrando al Principe che la Società può restituirmi il milione di lire senza pericolo…

Ricc. (c. s.) Non lo posso!

Sil. (sempre più lusinghiera) Perchè no?!.. Se è realmente mio amico

Ricc. (con islancio) Sono suo amico più di quanto lei creda… ma tradirei i miei doveri…

Sil. (c. s.) Tradire!?.. la parola è troppo viva!.. Lei ha tanto ingegno… che troverà il modo di far del bene a me… senza danno degli altri!

Ricc. (ridendo) Mi par difficile!

Sil. (sempre più insinuante) Allora… rifiuta?!.. Non vuol essere il mio difensore?!.. Non la commuove il caso di una donna debole, sola, che fa appello al suo cuore?

Ricc. (con calore) Molto… se quella donna è lei!

Sil. Dunque?!

Ricc. (lottando tra l'amore e il dovere) Mi proverò… tenterò tutti i mezzi…

Sil. (con gioja) Davvero!?

Ricc. (c. s.) Sì, perchè sarei lietissimo di farla felice!

Sil. (con amarezza e sincerità) Felice!?.. Non sarò più!.. Oramai, il cuore è morto!.. (con abbandono; sempre lusinghiera) Non vede che son ridotta a cercare delle commozioni, delle gioje, nella soddisfazione di un puntiglio?.. In una vendetta… forse puerile?.. (con grande confidenza) Trista cosa, caro ingegnere, viver soltanto per alimentare de' cattivi sentimenti… e, oggi, io sono cattiva!.. Lo sento!.. farei del male… così… senza scopo… per il solo piacere di far soffrire qualcuno!

Ricc. (protestando) Oh, non parli così!

Sil. La mia sincerità la spaventa?!

Ricc. No; ma vorrei che le sue parole rivelassero minore amarezza…

Sil. Non è possibile!.. In questo ambiente falso, corrotto, non ho più nè ideali, nè gioje, nè speranze!.. Da quando vi sono entrata, le illusioni sono crollate ad una, ad una… e l'etisia morale ha ucciso in me ogni entusiasmo… attutito ogni sentimento buono!.. A forza di comprimere i moti dell'animo, e di compormi una maschera per il mondo, ho finito col non sentire più nulla!

Ricc. (maravigliato) E si è rassegnata a questa esistenza?!

Sil. Rassegnata, no; ma non ho mai avuto la forza di ribellarmi!.. Sento che la società, dove sono nata e cresciuta, va in isfacelo… Ho l'intuizione che altra gente verrà, con nuovi ideali, a prenderne il posto… Vorrei esser di quelli!.. Mi turba l'idea di essere incatenata a de' cadaveri… ma mi manca la forza di spezzare una simile catena!.. (con entusiasmo) Oh, quanto invidio lei, che ha respirato a pieni polmoni un'aria ossigenata di verità… di umanità!.. Io, in questa nebbia di menzogne e di vigliaccherie, ho perduto ogni energia!

Ricc. Alla sua età?!.. Più nessuna passione?!

Sil. No!

Ricc. Nessun sentimento gentile?

Sil. (lusinghiera) Forse uno… che lei potrebbe suscitare.

Ricc. (turbato) Io?!.. Quale?!

Sil. La gratitudine… (sempre insinuante) Faccia quello che le ho chiesto… e sarò molto… ma molto riconoscente!

Ricc. (sempre più turbato, commosso) Davvero?!

Sil. (provocante, voluttuosa) Oh, sì!.. Glielo proverò!

Ricc. (con calore) Oh, se potessi sperare!

Sil. (c. s.) Che cosa?!

Ricc. (pentito d'avere osato troppo) Nulla!.. Un'idea pazza, che ha traversato la mia mente…

Sil. La dica!

Ricc. No… è una follia!

Sil. Le idee pazze… se sono alte… generose… non mi fanno paura!.. Parli liberamente.

Ricc. Non oserò mai!

Sil. (c. s.) Allora… dovrò indovinare.

Ricc. Neppure!.. Se leggesse nel mio pensiero… riderebbe di me!

Sil. Perchè?!.. Dopo le confidenze che le ho fatto, lei non può dubitare della mia amicizia… e con i veri amici… si è sempre indulgenti.

Ricc. (con islancio) E se incoraggiato da tanta bontà le dicessi… che… l'amo?!

Sil. Non me ne offenderei!

Ricc. (molto turbato) Ma risponderebbe…

Sil. Che nessuna cosa al mondo… mi lega!.. Che se mi sentissi attratta verso un uomo che mi ama… non invocherei contro questo amore, nè i vincoli di famiglia, nè la religione, nè la morale!.. Stenderei la mano all'uomo amato… e gli direi semplicemente: «Ti amo… sono tua!»

Ricc. (con islancio e passione) Oh, se potessi udire quella parola!

Sil. Ma, il cuore è morto… e a risuscitarlo…

Ricc. (con islancio) Non basterà la passione, la fede, l'entusiasmo, l'idolatria?!

Sil. (con abbandono, provocante) Chi sa… forse!

Возрастное ограничение:
12+
Дата выхода на Литрес:
28 мая 2017
Объем:
81 стр. 2 иллюстрации
Правообладатель:
Public Domain

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