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Il sorgere delle prime entità politiche

Il processo formativo dei primi stati del centro della Cina, pare si sia sviluppato proprio nei villaggi della cultura di Longshan. Sembrerebbe infatti che inizialmente le tribù si radunassero per occasioni concrete, per realizzare alcune attività. Il motivo potrebbe essere la difesa comune contro altri nemici, proteggersi dalle inondazioni del Fiume Giallo, come la mitologia da ad intendere, o altre attività menzionate dai testi classici.

Addirittura potrebbero essersi formate unioni occasionali solo per alcuni di questi motivi in un determinato momento, e poi dissolte al terminare il pericolo o la necessità. È anche possibili che alcune di queste unioni perdurino perché i propri partecipanti si resero conto del miglioramento sociale tenendo in vita l’unione. Gli scavi archeologici sui villaggi di Longshan ci mostrano una gerarchia degli insediamenti, con l’esistenza di un centro primario circondato da centri secondari e quest’ultimi da piccoli villaggi. I capi acquisiscono sempre più potere temporali e gestiscono le eccedenze della produzione. Le federazioni di villaggi iniziano ad essere permanenti sotto la guida dei capi. Le eccedenze agricole permettono mantenere un sistema schiavista, creato generalmente con i nemici di guerra. Nei centri primari dove vivono i capi si sono ritrovati resti di muraglie, altari per sacrifici, bronzi, scritture, manufatti di oracoli, giada, ecc.. Con la presenza del bronzo, nell’ultima fase della cultura Longshan, si denota una forma di aristocrazia che consolida il suo potere grazie alle armi. Il sud della Mongolia, in quel periodo prevalentemente agricola, soffre numerosi cambi climatici che trasformano la zona, diventando sempre più arida e fredda. Ovviamente questi cambi climatici mettono fine all’agricoltura nella zona, da qui la posteriore migrazione di popolazioni nomade che si dedicheranno all’allevamento.

Le scoperte archeologiche dimostrano come la competizione tra diversi gruppi potrebbe essere la causa dell’aumento delle dimensioni degli insediamenti umani, i quali continuano sviluppandosi fino a creare i primi stati, centri artigianali e commerciali. Questi primitivi stati, venuti dai risultati agglomerativi dei piccoli villaggi, si sono trasformati in un fenomeno permanente nel nord della Cina; tutto questo crea un ambiente adeguato al sorgere di sistemi politici più complessi, come quella che poi sarà la dinastia Xia. Ci sono ancora villaggi che si mantengono ai margini di queste strutture federali, però sembrerebbe che la tendenza ad unirsi ha le caratteristiche delle zone adiacenti o vicine, della vicinanza parentale, dell’identificazione etnica, culturale o per interessi.

L’Imperatore Giallo

In un momento dato dell’anno 2600 a.C. sorge una federazione di stati sommamente stabile, che fa capo ad un unico leader, considerato il padre della Cina. È l’imperatore Giallo (Huangti).

Questa teoria riunisce numerosi storici che concordano nel localizzare questa figura emblematica in una nuova gerarchizzazione della cultura Longshan; un processo storico questo, soggetto ad influenze politiche, del proprio governo cinese, che desidera cimentare l’esistenza e l’unità di una Cina nella più remota antichità.

Esistono numerosi dubbi, infatti, sull’esistenza dell’Imperatore Giallo, però, la maggior parte delle gesta che la leggenda gli attribuisce, effettivamente sono successe in un periodo che più o meno corrisponde a quello in cui l’imperatore dovrebbe essere vissuto; si dovrebbe più correttamente parlare dell’esistenza del concetto di “Imperatore Giallo”; e quindi riferirlo ad una persona o a gruppi di persone o incluso ad un’epoca. Alcuni autori sono convinti della provenienza dell’imperatore dai monti Kunlun, ad ovest, ancora oggi venerati dai cinesi come residenze degli dei, localizzazione questa che lo trasforma in un invasore delle pianure centrali. È un capo di un popolo guerriero che invade le pianure centrali e sottomette i suoi abitanti, domina una gran massa di agricoltori. L’Imperatore Giallo, secondo narra la leggenda, è unto con poteri speciali dalla sua nascita, lo si adora per aver saputo portar la pace e unire le tribù del nord e di combattere i suoi nemici, i Miao, costruendo così il primo concetto di identità cinese. La leggenda narra come Huang Di e suo fratello Yan Di combattono e vincono il re dei Miao, Chiyou, spingendolo al sud. I Miao saranno costretti a migrare lungo il corso del Fiume Giallo in direzione sud, saranno di nuovo vinti dall’imperatore Yao ed inizieranno un lungo periodo di migrazioni che finirà solo nel secolo XX. Nella stessa leggenda sui Miao rimane vivo il ricordo di queste battaglie.

Si attribuisce all’Imperatore Huang Di e a sua moglie l’invenzione della seta, i caratteri cinesi, il primo compasso, alcune opere mediche ed alcuni concetti filosofici che posteriormente svilupperanno la scuola taoista. Com’è evidente queste sono attribuzioni posteriori che vogliono rappresentare il pensiero di quell’epoca più che una realtà storica.

Altri capi tribù verranno quasi deificati, tenendo successo in questioni più pratica, prima dai diretti discendenti e poi da tutti i cinesi. È il caso di Fuxi, primo uomo a tessere una rete da pesca, Nuwa, creatore dell’umanità che ricostruisce i pilastri della terra, o Shennong, dio dell’agricoltura e della medicina. Dopo un tempo di leader assoluti che rappresentano le prime conquiste della civiltà cinese, i libri dei classici evidenziano il sorgere di tre re: Yao, Shun e Yu, quest’ultimo è il fondatore della prima dinastia Xia.

I tre sovrani: Yao, Shun e Yu

I tre Re sono il risultato della nuova organizzazione della società; i loro principali compiti sono organizzare il calendario, la base della società agricola, e ristrutturare le tribù sotto il loro mandato; un mandato questo che è sempre accompagnato dall’esigenza di far fronte a catastrofi naturali quali le inondazioni. Organizzano e stabilizzano la successione pacifica al governo della federazione, nei libri classici ritroviamo la dicitura “successione per abdicazione”, che nella realtà si avvicina di più ad un concetto di governo per turni, una specie di rotazione al comando della federazione organizzata dagli stessi leader, verosimilmente per elezione tra gli stessi.

Un sistema questo, ritrovato nelle tribù di Donghu nel nordest, e perpetuato dai suoi successori Kitan del X secolo. I tre Re applicano questa metodologia politica abdicando prima della loro morte, e segnalando quindi il successore. Il nuovo capo non potrà appartenere alla stessa tribù. Questo tipo di successione ci ricorda quella descritta da James Frazer nel libro “Il ramo d’oro”, è un tipo di cambio al potere comune a tutta l’umanità, anche da questa pratica possiamo supporre una maggiore influenza tra Oriente ed Occidente rispetto a questo modello. Secondo la leggenda, Yao non nomina suo figlio erede, bensì Shun, un uomo di umili origini. Il figlio di Yao si ribella alla decisione, ma Shun posteriormente si sposa con due figlie di Yao, impiantando una successione matrilineare, rafforzando così l’ordine per turni. Con Yao assistiamo all’unione delle tribù, importante significato per le aristocrazie che perdono i loro legami di consanguineità con il popolo originario, ma creano lacci sociali che li uniscono ai nobili di villaggi vicini. Shun, nel momento dell’abdicazione, lascia il potere a Yu, uomo importante nella lotta contro le inondazioni, che costruisce dighe e canali; la sua dedicazione al lavoro e al popolo sono proverbiali. La leggenda racconta che durante tredici anni si dedicò a lavori di bonifica, senza tornare a casa per conoscere il figlio nato dopo la sua partenza, nonostante per tre volte sia passato di fronte alla porta di casa.

Le notizie che abbiamo di questi Re ci arrivano dall’opera di Confucio. Como segnala Che Huan-Chang “Confucio non trova dati certi sui quali basare le sue dottrine, le descrizioni delle civilizzazioni antiche sono il prodotto della sua mente.... ai tempi di Confucio non esisteva l’autentica storia delle civilizzazioni Xia e Shang”. E come dice lo stesso Confucio “parlo umilmente per evitare pericoli e mi riferisco agli antichi Re per poter prender prestata la loro autorità” Chen Huan-Chang pensa che Confucio abbia creato questi racconti “frutto della sua mente per la propria dottrina religiosa”. È un fatto accertato che i cinesi considerino veritiere tutte le leggende riportateci da Confucio, nonostante non si abbiano riscontri con fonti storiche accertate.

Joseph Campbell ha evidenziano similitudini con culture di altre latitudini: “l’analogia è ovvia con i dieci re sumeri, patriarchi biblici; così come la leggenda del diluvio che arriva alla fine di questa serie…non è curioso che tanto Noè come Yu, durante i loro sforzi e durante il diluvio rimangano zoppi… questo concetto è basato nella storia del re che, assassinato, in riti posteriori, era solo lasciato zoppo o castrato… sia Yu che Noè si ubriacarono… cosi come Noè sopravvisse al diluvio rappresenta sia la fine che l’inizio del nuovo mondo. Lo stesso farà il grande Yu. Rispetto all’epoca posteriore al diluvio, tanto la Bibbia come la vecchia lista dei re sumeri, si avvicinano al piano della storia, esattamente come succede nella cronaca cinese, seguendo il periodo di Yu.”

L’archeologia, evidenzia la gerarchizzazione dei villaggi, la concentrazione di popolazione ed il suo aumento numerico, concentrazione del potere politico, oggetti sontuosi, mentre diminuisce la varietà di ceramica. Il commercio è a grande scala, come viene dimostrato dall’apparizione di conchiglie di ciprea e da motivi decorativi tipici dell’Asia centrale. Fu così che nasce in Cina il primo vero stato di cui ci da notizia la storia. Lo stato di Xia è sicuramente il più conosciuto ma non l’unico nella Cina centrale. Da questa regione è da dove nasce il primo stato cinese, che non si espande ma stabilizza il suo potere sul territorio. In questo periodo probabilmente esistono già le linee dinastiche degli Shang e Zhoi, che governano ad est e ovest dei primi Xia, come sicuramente esistono altre linee dinastiche, che però, non arriveranno ad un protagonismo storico. Di altre entità politiche più lontane solo abbiamo notizie frammentate.

La nascita dello Stato nella dinastia Xia e Shang

La dinastia Xia

Di questa dinastia non abbiamo fonti, solo ci avvaliamo di descrizioni fatte nelle storie compilate molti secoli dopo e le scoperte archeologiche di Erlintou, un’antica capitale ritrovata vicino all’attuale città di Luoyang. Ci sono addirittura storici che dubitano della sua esistenza. In ogni caso, le informazioni forniteci dalla letteratura sono coadiuvate dagli scavi di questa città, dato questo che ci confermerebbe almeno la sua esistenza.

Secondo la dottoressa Ford “La cultura di Erlintou (1900-1500 a. C.) è stata postulata come la prima evidenza dell’esistenza di uno Stato in Cina”. Ad Erlintou si è scoperta una città nella quale dovrebbe essere vissuto un popolo di complessa organizzazione. Con due grandi palazzi di 10.000 metri quadrati, che hanno al suo interno, vari edifici di grandezza importante, numerosi oggetti in giada, ossa utilizzate dagli indovini, e soprattutto grandi quantità di bronzo: armi, vasi e strumenti musicali. Secondo la cronologia dei libri classici cinesi la dinastia Xia è esistita tra il 2070 e il 1600 a. C.; fu la prima dinastia che governò su uno Stato in Cina, ed Erlintou, secondo questa cronologia, gli appartiene.

Questi ritrovamenti dimostrano una continuità con la dinastia Longshan e quella Shang. I Xia sorgono in una regione che comprende la parte ovest della provincia di Henan e quella sud della provincia di Shaanxi, una zona ricca in minerali, specialmente rame e stagno. Possibilmente arrivarono ad aggiudicarsi un ruolo importante nella confederazione tribale di quell’epoca, per la fabbricazione del bronzo, o il controllo delle miniere, o entrambe le cose. Questo processo gli consegna la supremazia economica e militare necessaria per confrontarsi con altre tribù nella creazione di una monarchia ereditaria; come già si è detto in quest’epoca governa la rotazione dinastica tra capi di diverse tribù. Previamente all’egemonia della dinastia Xia questa rotazione avveniva tra due clan, gli Xia e gli Yi, un popolo di arcieri che occupavano l’attuale provincia di Shandong. Alla morte del re Yu il grande, i nobili Xia mettono sul trono un loro figlio, Qi; rifiutando così l’erede designato, Boy della tribù degli Yi. Rompono la tradizione e la rotazione al potere, dando inizio alle ostilità. La tribù degli Yi inizia una guerra contro i Xia, aiutati da altre minoranze che non approvano l’ingiustizia; questo però non basterà e la dinastia Xia risulterà vincitrice, stabilendo la prima monarchia ereditaria nella storia della Cina.

Questa interpretazione degli scritti confuciani viene raffrontata con gli studi archeologici, come segnala Liu Li: “la dinastia Xia, se è esistita, dev’essere iniziata come una società di capi in un primo periodo, sviluppandosi poi come uno stato territoriale durante l’ultima epoca.” L’imposizione della monarchia con la forza, risultato della vittoria degli Xia, mette fine al governo delle armonie tra i diversi villaggi. La militarizzazione gerarchizzata trasforma definitivamente le società antiche. Le nuove società si basano nell’oppressione del popolo da parte di un’aristocrazia potente che dirige a suo piacere una società schiavizzata. Nella cima di questa piramide troviamo il re. Con un potere rafforzato da connotati religiosi, ideando complicati riti per confermare il suo potere e utilizzando lo sciamanismo che lo mette in contatto con gli spiriti. Sul piano materiale si sviluppano una serie di leggi che aiutano a perpetuare il potere, costruiscono le prime prigioni e muraglie per proteggere la città dove vive il re. Per mantenere il potere sulle tribù, sia politico che religioso, si esigono tributi, generalmente in spezie, e obbligano ad accettare una semi divinazione dei predecessori dell’imperatore, così come l’infallibilità nel fissare il calendario, notizia vitale per i contadini. Di fatto, nello stabilire la monarchia ereditaria, si enfatizza il culto agli antenati, dato che il potere di ogni sovrano gli viene attribuito per i meriti del predecessore. La storia della dinastia Xia è costellata di avvenimenti che riflettono la resistenza dei popoli sommessi. Le cronache antiche si riferiscono costantemente alle numerose guerre e ribellioni che abitano il periodo Xia. I prigionieri di queste guerre saranno i primi schiavi cinesi. Nonostante questa concentrazione di potere, unica fino ad ora, l’”Impero” Xia solo occupa una piccola parte della zona centrale della Cina. Anche se questa è l’unica fonte della storia classica della Cina, sempre interessata a cercare un filo conduttore con il passato più remoto, non c’è dubbio che in altre località si formarono altre entità politiche dove la civilizzazione ha percorso strade differenti. Di queste ultime abbiamo purtroppo poche informazioni.

Altre culture nell’epoca Xia

Cultura marinaia nella costa di Fujian. Secondo i dati proporzionati dagli scavi di Huangguashan, tra il 2000 e il 1500 a. C. viveva nella costa di Fujian un popolo dedito alle attività marinare, capace di realizzare lunghi viaggi, che manteneva regolari contatti con altri popoli della costa cinese. Alcuni autori suggeriscono che tra questa cultura potrebbero trovarsi i predecessori dei popoli austronesiani (degli arcipelaghi dell’oceano Pacifico nel sud est asiatico), emigrati proprio dalla costa sudest della Cina. Mentre però alcuni abbandonano il paese ad oriente, un nuovo popolo arriva da occidente. Sono i Tocari, che arrivano dalla Russia, indoeuropei provenienti dall’ovest occupando l’oasi del Tarim fino alla provincia di Gansu. Di queste popolazioni si sono ritrovate mummie ben conservate grazie alla zona estremamente secca in cui furono depositate, con alcune caratteristiche fisiche occidentali, e resti di cachemire di buona qualità.

Alcuni siti archeologici ci mostrano come nell’Asia centrale intorno al 2000 a. C. sia presente una omogeneità culturale dei popoli che abitavano le steppe tra gli Urali e la baia del Tarim. Vivevano in una regione con pochi mezzi, convivevano con mucche e pecore come animali per la pastorizia, introdussero veicoli con ruote tirati da cavalli. Le circostanze ambientali e i mezzi a loro disposizione li obbligavano a mantenersi costantemente in movimento, trasformando questa regione in una via di comunicazione tra Asia ed Europa. In questo modo “tra il 2000 e il 1700 a. C. i popoli delle steppe sono uniti da un immenso territorio, che adotta simili strategie di sopravvivenza, tipi di ceramica e armi, tipi di abitazione e insediamenti, così come pratiche rituali” (Anthony).

In tempi posteriori si presentano una serie di culture che formano un’area compatta, in contatto con la Siberia, Asia centrale e Cina. La presenza di questo popolo Indo-Europeo all’est della Cina, e il suo quasi sicuro contatto con la balbettante monarchia cinese primitiva obbliga a ripensare la questione delle relazioni tra Cina e occidente; in diverse epoche storiche ritroviamo similitudini, le quali si fanno più evidenti quando Cina raggiunge lo splendore con la dinastia Shang, un apice che ha numerosi punti di contatto con i Sumeri o gli Egizi.

La decadenza degli Xia, attribuita dalle cronache confuciane alla degradata morale del suo ultimo re, Jie, è dovuta in realtà alla corrispondenza con la crescente dinastia rivale degli Shang. Di fatto, gli scavi di Erlintou ci mostrano una decadenza proprio quando sorgono i centri di Erligang e Yashi (i primi centri Shang), da qui il lungo processo per il quale gli Shang ottennero la supremazia sui Xia.

Dinastia Shang

Se con i Xia non disponiamo di rilevanti fonti storiche e addirittura si dubita della loro esistenza, con i Shang ritroviamo un’abbondante documentazione. In primo luogo, per le fonti scritte dei secoli posteriori, e soprattutto per le iscrizioni ritrovate sui bronzi, che ci proporzionano numerose informazioni sulla vita e la cultura dell’epoca. Si sono ritrovati anche numerosi frammenti di conchiglie di tartarughe e scapole di bovini usate nei riti religiosi, sopra i quali si scrivevano indicazioni su questa stessa pratica, così come il risultato delle predizioni che venivano fatte. Negli ultimi anni, poi, si sono rafforzati gli studi sugli scavi di Anyang ed Erligang.

La stirpe reale degli Shang, e probabilmente lo stesso stato, potrebbe essere contemporanea agli Xia. Di fatto, secondo la leggenda, il suo primo personaggio illustre, Xie, figlio dell’imperatore Tiku e la giovane Jiandi, aiutò a Yu il Grande a combattere le inondazioni.

I primi Shang si muovevano per i territori a sud della provincia di Shandong, in quel momento terra di paludi con poche zone secche. Forse la cooperazione necessaria tra i villaggi per arare le terre inospite favorisce la creazione di un’unione, di uno stato. Il dato sicuro è che gli Shang furono acquisendo sempre più potere tra le tribù dell’est, chiamate generalmente Yi, con le quali mantengono forti legami, di tal forma che quando il regime degli Xia si debilita, gli Shang già erano i loro rivali più potenti.

È importante segnalare che l’esistenza dei tre stati Xia, Shang e Zhao (500 anni dopo gli Shang) è più o meno simultanea, arrivando ognuno ad un’egemonia in diversi periodi storici, comparabile con la posizione egemonica conquistata dalla Spagna, Francia e Inghilterra in successivi periodi della storia moderna europea. A parte questi, esistono altri stati, più o meno potenti, che spesso sono determinanti al mantenimento del potere per queste dinastie, così come influiscono nella loro caduta e decadenza.

L’epoca di dominio Shang si estende per 600 anni, dal 1700 a. C. al 1100 a. C. nonostante ritroviamo due fasi ben separate di sviluppo. Una nella sua prima capitale Erligang, e l’altra ad Anyang, e tra le due un periodo di crisi, dove ci arrivano poche notizie motivate dalla lotta dinastica, attacchi esterni o disastri naturali.

Tradizionalmente si considera che il re Tang fu colui che distrusse definitivamente gli Xia. Tang è considerato dalla storia un comandante capace e virtuoso. Stabilisce la sua base ad Erligang, proiettando quello che sarà il governo Shang. Governano dal 1500 al 1300 a. C.; una gran città di 25 Kmq, con una muraglia di terra pressata di 7 km di perimetro, alta 9 metri e larga 22 metri. Erlingang è una città ricca, al suo interno troviamo i palazzi e all’esterno i laboratori artigianali. Non è però possibile proseguire con gli scavi archeologici perché sopra Erligang si è costruita l’attuale città di Zhengzhou, capitale della provincia di Henan.

La società Shang

La società Shang è classista e militarizzata, con a capo il re, seguito da un’aristocrazia nobile, contadini e schiavi. L’agricoltura e la pastorizia si sono sviluppate parecchio a partire dalle opere d’irrigazione, con nuove tecnologie agrarie e nuove specie vegetali da coltivare, con le quali si genera ricchezza. Nonostante tutto questo sviluppo non si considera il livello di vita dei contadini, che per secoli rimane invariato. Di fatto, i piccoli villaggi di quest’epoca, secondo quello che ci raccontano gli scavi archeologici, rimangono legati alle caratteristiche della civilizzazione Longshan, fatto il quale dimostra che la ricchezza era ridistribuita solo all’interno dell’aristocrazia. Nella piramide sociale, sotto i contadini ci sono gli schiavi, catturati durante le guerre, che coltivano i campi o si occupano degli animali dei signori. Gli schiavi erano sacrificati, come i bovini, o sepolti vivi accompagnando i funerali dei potenti.

Il re è la massima autorità politica e religiosa; esercita il potere temporale coadiuvato da una serie di ministri; e il potere spirituale con l’appoggio di sciamani e indovini; l’azione militare con un poderoso esercito, che utilizza armi in bronzo, caschi, scudi di pelle, e posteriormente carri da guerra, diretto dai nobili dei clan alleati, che comandano direttamente sui guerrieri del proprio villaggio. Come ci racconta il professor Chang, la discendenza reale era composta da dieci tribù divise in due segmenti, che si davano il turno al momento del comando, il re è assistito da un ministro che appartiene al clan opposto, per mantenere una sorta di equilibrio tra le alleanze, e che preparava la successione dello stesso a favore di qualche appartenente alla sua stessa fazione. I primi ministri, che a volte correggeva il re o lo consigliava saggiamente, rappresentano il potere della metà dei clan della successione reale. Votati a che il buon governo del re arrivi ad uno stato di prosperità; i ministri occupano un ruolo che nei secoli successivi viene rappresentato dagli intellettuali e i letterati vicini all’imperatore. Sia le città che i loro cimiteri erano perfettamente disegnate, con le zone dove abitavano le due metà rituali. Al centro vivevano i nobili, mentre i contadini e artigiani avevano il loro proprio quartiere, separato dai nobili. Tutta la città era circondata da muraglie. La vita della classe dominante era sempre più complessa, utilizzando articoli lussuosi che fecero prosperare l’artigianato, specialmente le manifatture in bronzo. Si stabiliscono percorsi commerciali con paesi lontani, da dove arrivano le monete, conchiglie di ciprea, provenienti dalla costa a sud del Yangtze e luoghi ancora più lontani; le tartarughe da usare durante i riti degli indovini; il rame e lo stagno per fondere il bronzo, e altri beni necessari nella vita della nobiltà come, per esempio, la giada. L’uso di oggetti sontuosi da parte della nobiltà, favorisce l’artigianato e il commercio. Nelle città sono numerosi gli artigiani che si dedicano alla produzione di articoli di lusso che chiedono i nobili: bronzi e giada specialmente.

Il nascere della scrittura cinese

Il bronzo diventa l’oggetto di lusso per eccellenza. La ricchezza dei nobili si misura più con il bronzo che con il denaro. È per questo motivo che durante questa dinastia la metallurgica del bronzo si sviluppa senza uguali, raggiungendo un livello estetico elaborato senza confronto anche in tempi posteriori. Alcuni autori pensano che lo sviluppo della ceramica sia un agente determinante in quello del bronzo; molti pezzi e motivi hanno una gran somiglianza. L’esistenza di culture come quella di Sanxingdui, praticamente contemporanea agli Shang, con una metallurgica ugualmente avanzata, fa pensare alla possibilità di connessione con un’evoluzione e sviluppo ancora sconosciuti. I bronzi shang sono all’apice della metallurgica della Cina antica. A volte hanno un’iscrizione che ne spiega la loro funzione; uso frequente in libagioni rituali ci fa pensare che il liquore aiutasse a raggiungere uno stato di trans agli sciamani. In queste inscrizioni sui bronzi e in quelli realizzati a scopi rituali sui gusci delle tartarughe o scapole di bovini è dove ritroviamo per la prima volta la scrittura cinese come tale. Si può affermare dunque che la scrittura cinese nasce con la dinastia Shang. O più precisamente con lo spostamento della capitale ad Anyang, da qui è quando si usa costantemente nelle pratiche dei sacerdoti-sciamani. Ancora oggi non conosciamo dettagliatamente il suo sviluppo, prima di Anyang solo si sono ritrovati alcuni gruppi di segni che non si possono definire scrittura, neanche rudimentale, mentre ad Anyang appare una scrittura ben definita. È una scrittura che nei suoi primi pittogrammi descrive semplici fenomeni della natura, come l’acqua, il sole, la luna o le montagne, ma che poi evoluziona descrivendo concetti astratti, sentimenti e idee.

Anche se il nascere della scrittura cinese sembra strettamente collegato con situazioni di tipo rituale-religioso, il suo utilizzo posteriore vedrà regolare il commercio e servirà per stabilire norme tra i cittadini: le leggi.

La scrittura delle leggi sarà quella che si diffonderà e propagherà nella cultura Shang, convergendo e aiutando a costruire la base della cultura cinese: con l’apparizione della scrittura si distinguono i popoli e le culture che appartengono all’ambito cinese e quelli che ne restano fuori.

La religione Shang

La religione shang postulava che Xie, il primo antenato imperiale, era figlio di Shangdi, dio del cielo e signore indiscusso che governa l’universo. Assicura che gli imperatori si trasformavano in dei dopo la loro morte, mentre in vita potevano entrare in contatto con gli antenati deificati intercedendo per conto del popolo. Questa capacità di mediare fra uomini e dei, trasforma l’imperatore nel sommo sacerdote della religione, fatto questo che a sua volta giustifica e perpetua il potere. In questo aldilà era dove governavano gli antenati degli Shang, ed era dove andava la gente comune dopo la morte. Il culto agli antenati che si sviluppa in questo periodo viene generato dal processo di deificazione e dalla conversione ad abitanti del cielo. I potenti, al momento della morte, venivano sepolti con numerosi oggetti di valore: oggetti di bronzo, monete di ciprea, animali, carri e schiavi decapitati a scopo rituale. Nell’ultimo periodo quando il loro potere era all’apice e le ricchezze si accumulavano ad Anyang, si sono ritrovati sepolcri con sacrifici di centinaia di schiavi. L’obbligo principale del re, quello che giustifica la divinizzazione davanti al popolo, veniva rappresentato dal controllo del calendario, la base in una società agricola. Da qui si sviluppano le osservazioni astrologiche, si registrano eclissi di sole e luna, sulla base del calendario Xia che ora viene notevolmente migliorato. Non è casuale che i nomi rituali dei dieci clan della successione reale coincidano con quelli dei giorni dell’unità basica del calendario. Per gli Shang l’anno si divide in sei mesi, ognuno dei quali comprende sei periodi di dieci giorni. Per cui l’anno solo aveva 360 giorni, così che quando lo ritenevano necessario, aggiungevano un periodo di 5 giorni per arrivare ai 365 del ciclo solare. Parallelamente alla religione ufficiale ne esistevano altre più popolari, con dei riferimenti locali, come il culto alla terra (Tu) o al miglio (Gu), per i quali si costruiscono piccoli templi in ogni villaggio ed erano serviti da sacerdoti con caratteristiche sciamaniche chiamati Wu. In questo universo religioso scopriamo anche piccoli templi e credenze relazionati con fenomeni naturali, come il dio del Fiume Giallo, delle montagne, di altri fiumi o boschi, o quelli che venivano venerati secondo le stagioni.

Nella fase posteriore ad Anyang, ritroviamo numerosi gusci di tartaruga e scapole di bovini, che ci fanno pensare ad uno sviluppo sostanziale delle pratiche religiose e rituali. Con questa nuova esigenza nasce una schiera di sacerdoti, una nuova e più potente figura sociale che era dedita a chiedere pioggia in primavera, vittoria nelle battaglie o esiti di campagne di caccia e spedizioni commerciali.

L’influenza Shang sullo stato contemporaneo è specialmente culturale e rituale, anche se ancora non conosciamo il centro rituale di questa cultura, esistono però numerosi luoghi dove si pratica la religione. Addirittura, di sovente, la conquista di popoli nomadi si riveste di un aspetto religioso, giustificata dalla mancanza di rispetto ai riti Shang.

Lo stato Shang

Lo stato Shang era fortemente militarizzato. L’organizzazione del suo esercito avveniva con batterie di cento soldati con armi di bronzo, utilizzavano carri da guerra sui quali combattono gli aristocratici. L’esercito non solo serve alla difesa dall’esteriore. Nel paese abbondavano le città fortificate, governate dai nobili con discendenze o provenienza familiare con i reali, che avevano una certa autonomia per dominare il popolo nel proprio territorio e riscuotere tasse tra i contadini. Il nobile solo doveva sostenere il re con le tasse e accompagnarlo in guerra. Lo sviluppo dello stato shang si basa nel commercio (tartarughe e conchiglie di ciprea usate come monete), la guerra (con campagne continue contro i popoli vicini) e la religione (articolata intorno al culto per gli antenati e un clan che vive in città fortificate).

399
477,84 ₽
Возрастное ограничение:
0+
Дата выхода на Литрес:
08 октября 2020
Объем:
370 стр. 1 иллюстрация
ISBN:
9788835411215
Правообладатель:
Tektime S.r.l.s.
Формат скачивания:
epub, fb2, fb3, ios.epub, mobi, pdf, txt, zip

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