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Читать книгу: «Dubbi Amorosi», страница 4

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Dubbio XVIII

 
Laura Vítisca, ladra a tutti nota,
amò fuor di misura un bel studente.
Costei fa a molti star la borsa vuota
nel chiavarla, rubando destramente,
e a quel perché la schiena ben le scuota
dà tutto il tolto, ma secretamente.
Or devesi chiamar quel ladro e tristo
se quanto ebbe da lei fu mal acquisto?
 
Risoluzione XVIII
 
Nel paragrafo quia chiaro si vede
de bonorum raptoribus statuta,
che s’alcun fura quel ch’esser suo crede
né ribaldo, né ladro si reputa;
nella sesta question pur si concede
senza dubbio verun, senza disputa,
est juris mei; onde ne attende il frutto
ed ha colui di buon acquisto il tutto.
 

Dubbio XIX

 
Un pedante, mezz’orbo, non vedea
a legger la lezione agli scolari,
e perché da diversi inteso avea
ch’il cul rende la vista e gli occhi chiari,
andò a trovare un dì madonna Astea
e dielle un libro e due giuli in danari
e ‘n cul le pose il cazzo e ‘n potta il dito.
Utrum poss’io chiamarlo sodomito?
 
Risoluzione XIX
 
Nei decreti, alla prima distinzione
di codesta materia ov’è la chiave,
al titol detto de consecratione,
nel capitolo sicut degno e grave,
ove in tutto e per tutto si depone
che la necessità legge non have;
talché il pover pedante fu costretto
per la vista passar per loco stretto.
 

Dubbio XX

 
Un bottegar la Claudia un dì avezza
in cul chiavò, ma fu nel dì di Pasca,
la qual quando nel fine per dolcezza
lo vide indebolito, come accasca,
perché non le avea usato gentilezza
per il passato, gli rubbò la tasca
con tutti li danar per soddisfarsi.
Utrum costei di furto può accusarsi?
 
Risoluzione XX
 
De condictione in debito noi avremo
nei digesti la legge si non sorte,
nel paragrafo cento, al verbo nemo,
che ritener senza favor di corte
robba di nostro debitor potemo,
pur ch’util più del debito non porte;
talch’ella non tenetur se i quattrini
tolti non eran più di sei carlini.
 

Dubbio XXI

 
Antonia Saponara stando in letto,
nel tempo che lo spirito si parte,
venne un suo innamorato giovinetto
e ben chiavolla in l’una e l’altra parte;
ond’ella una collana, ch’avea al petto
lasciogli per legato scritto in carte.
Utrum sendo il legato per trastullo
si possi dir che il testamento è nullo?
 
Risoluzione XXI
 
Messer Matteo nella decisione
sessantanove dice ch’al consorte
quando dolose fa una donazione
la moglie, che sta già vicina a morte,
nel testamento poi non ha ragione;
ond’io consideratis bene, accorte
considerandis dico che quel tale
non l’è marito e ‘1 testamento vale.
 

Dubbio XXII

 
Isabella di Luna un giorno avea
per la notte ad un giovine promesso;
poi sta con altro e a quel che non potea
disse e che ritornasse il giorno appresso.
Quel venne e come l’altro far solea
la chiavò ben nell’uno e l’altro sesso,
poi le lasciò di rame una catena.
Tenetur illi ne de falsi poena?
 
Risoluzione XXII
 
In lege si ambo, decima, Ulpiano
nel dotto titol de compensatione,
vuol che dolus cum dolo a salva mano
può compensarsi con discrezione;
onde se con mancargli un atto strano
usò con quegli fuor d’ogni ragione,
ricevendo da lui si buone notti,
nunquam tenetur falsi, dice il Scotti.
 

Dubbio XXIII

 
Avea locato Giulia di Martino
un frate per chiavarla un tanto il mese.
In otto giorni fu stanco il meschino
per il soverchio scuoter dell’arnese:
e in suo loco lasciò fra Venturino
per darsene a quell’opra a proprie spese.
Utrum per questa satisfazione
dee perdere il salario il fra Briccone?
 
Risoluzione XXIII
 
Vuole questo Ulpìan per la sua legge,
inter artifices de solutione,
ove chiaro si pondera e si legge
ch’ivi si tratta de industria personae:
ma il giusto impedimento la corregge
per l’aItra de pollicitatione,
che col titolo sic comincia il testo,
siché iI frate non dee perder per questo.