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Il cuore di Caitlin batteva forte, perché era terrorizzata più per questo motivo, che per qualunque altra cosa le fosse accaduta finora. Tremando, posò gentilmente una mano sulla sua guancia.

Lui si voltò lentamente verso di lei.

Lei era finalmente pronta a dirgli che cosa pensava.

Ma, appena provò, le parole le si bloccarono in gola.

Allo stesso tempo, lui la guardò improvvisamente con una nota di preoccupazione, ed aprì la bocca per parlare.

“Caitlin, c'è qualcosa che ho bisogno di dirti —” lui iniziò.

Ma non ebbe mai la possibilità di terminare la frase.

Improvvisamente sentirono aprirsi una porta, e Caitlin percepì immediatamente che loro due non erano più soli.

Si voltarono entrambi in direzione del rumore, e guardarono per capire chi fosse.

Era una persona. Una vampira. Una creatura bella e incredibile, più alta, più magra, dal corpo meglio scolpito, rispetto a quello di Caitlin. Con lunghi e fluenti capelli rossi, e dei luminosi occhi verdi.

Quando Caitlin comprese di chi si trattava, il cuore le si fermò.

No. Non poteva essere.

Era lei. Sera. L'ex-moglie di Caleb.

Caitlin l'aveva incontrata una sola volta, per breve tempo, ai Chiostri. Ma non l'aveva mai dimenticata.

Sera camminò verso di loro, con l'eleganza di una creatura che era stata su questo pianeta per migliaia di anni. Sicura di sé. Senza rallentare, i suoi occhi si posarono su Caitlin per tutto il tempo ed andò a posizionarsi accanto a Caleb.

Mise lentamente una sola, bella e pallida mano intorno alla spalla di Caleb. Guardò in basso, verso Caitlin, con  profondo disprezzo.

“Caleb?” lei disse dolcemente, con un sinistro sorriso dipinto sul suo volto. “Non le hai detto di noi?”

E quelle poche parole fecero a Caitlin l'effetto di una coltellata nel cuore.

CAPITOLO CINQUE

Samantha guardò con orrore, mentre il calderone veniva inclinato proprio in direzione del volto di Sam. Lottò per quanto era nelle sue possibilità, ma non c'era nulla che potesse fare per liberarsi da coloro che l'avevano immobilizzata. Era inerme. Era condannata a restarsene lì e guardare come distruggevano la persona di cui si era innamorata.

Appena il liquido bagnò Sam, Samantha si preparò, si aspettava di sentire le orribili grida che spesso accompagnavano il bagno di Acido Iorico.

Ma mentre Sam si perdeva completamente nella cascata di acido, stranamente, non ci fu neanche un singolo suono.

L'aveva ucciso così velocemente, così completamente, che non gli aveva nemmeno dato la possibilità di gridare? Appena il liquido si fermò, riemerse Sam.

E Samantha fu davvero scioccata. Così come ogni altro vampiro nella stanza.

Stava bene. Battè le ciglia e si guardò intorno, chiaramente senza patire alcun dolore. Appariva addirittura un po' ribelle.

Era incredibile. Samantha non aveva mai assistito a nulla del genere—non aveva mai visto nessuno, umano o vampiro, immune al liquido. Era così, ad eccezione per una persona. Ora lei ricordò. Caitlin. Sua sorella. Anche lei era stata immune. Che cosa poteva significare? Era perché erano geneticamente legati? Lei ripensò all'orologio di Sam, all'iscrizione. La Rosa e la Spina. Si era interrotta la discendenza tra loro? Poteva essere che lei non fosse La Prescelta?

Ma forse era lui?

Caitlin aveva qualche anno più di Sam, e forse aveva mostrato segni della sua maturità molto prima di lui. Probabilmente, se avessero atteso alcuni anni, anche Sam avrebbe mostrato i medesimi segni della trasformazione in un mezzosangue.

Qualunque fosse la ragione, lui era chiaramente immune. Il che lo rendeva molto, molto potente. E molto pericoloso per il suo covo.

Samantha si guardò intorno e, benché la stanza fosse affollata da centinaia di vampiri, non  sentì alcun suono. Erano tutti lì a guardare, visibilmente scioccati.

Sam sembrava infastidito. Si alzò, trascinando le catene, e si asciugò l'acqua sul viso. Strattonò le catene, ma non riusciva a liberarsi.

“Qualcuno può liberarmi da questo cazzo di affare!?” lui gridò.

E, poi, avvenne.

Improvvisamente, la porta fu sfondata.

Samantha si voltò, e vide le enormi porte crollare.

Non riusciva a crederci. Lì c'era Kyle, con metà volto sfigurato, Sergei al suo fianco, e centinaia di vampiri mercenari dietro di lui.

E non era tutto. Kyle ce l'aveva. La brandiva in alto. La Spada.

Kyle emise un orrendo grido e caricò all'impazzata, buttandosi a capofitto nella stanza. I suoi sostenitori lo seguirono, urlando, in preda alla furia della battaglia. E la stanza esplose nel caos.

Era uno scontro vampiro contro vampiro, mentre Kyle ed i suoi uomini attaccavano brutalmente ogni essere che capitasse nel loro raggio di azione. Ma il Covo di Mareanera era stato in guerra per migliaia di anni, e non avrebbe ceduto tanto facilmente. I vampiri di Rexius combattevano anch'essi con uguale determinazione.

Era una battaglia totale, corpo a corpo, vampiro contro vampiro. Nessuno si sarebbe arreso.

Ma, incredibilmente, Kyle si faceva largo da solo. Teneva la Spada alta, impugnandola con entrambe le mani, e la faceva roteare a destra e a sinistra. Ovunque andasse, vampiri cadevano. Braccia, gambe, teste…. Kyle da solo era un esercito. Si era fatto largo nella folla composta da migliaia di vampiri, uccidendoli uno ad uno.

Samantha era scioccata. Nei suoi migliaia di anni di vita, non aveva mai visto un vampiro assassinato, in realtà, proprio ucciso. Non aveva mai immaginato un vampiro tanto fragile. Questa Spada era  formidabile. E molto, molto mortale.

Samantha non aspettò oltre. Appena un vampiro caricò contro di lei, urlando, i suoi denti aguzzi che puntavano dritti al suo volto, si abbassò, lasciando che volasse sopra di lei, e poi balzò via.

Lei caricò nella stanza, recandosi dritta da Sam.

Giusto in tempo. Un vampiro ebbe la stessa idea, e stava andando proprio verso il ragazzo incatenato, pietrificato dal terrore. Il vampiro balzò verso Sam, con i denti esposti, puntando alla sua gola. Lui era come un agnello incatenato in una stanza piena di leoni.

Samantha lo raggiunse giusto in tempo. Lei balzò, scontrandosi con il vampiro a mezz'aria e colpendolo, fino a farlo cadere al suolo. Prima che questo potesse rialzarsi, Samantha lo  Samantha lo colpì con un manrovescio, rendendolo totalmente inoffensivo.

Poi balzò in piedi e spezzò le catene di Sam. Appena liberato, il ragazzo si guardò intorno  incredulo, come se stesse assistendo alla realizzazione di un incubo bizzarro.

“Samantha,” lui disse, “che diavolo sta succedendo—”

“Non ora,” Samantha disse, mentre apriva l'ultima delle sue catene, afferrandogli il braccio e strattonandolo, guidandolo in mezzo al caos. Stava per raggiungere l'uscita.

Mentre correvano, un altro vampiro balzò dritto verso di loro, con i canini ben esposti.

Samantha afferrò Sam, lo gettò a terra, abbassandosi lei stessa, e il vampiro passò proprio sopra le loro teste.

Lei si rialzò prontamente, rimettendolo in piedi, e corsero attraverso la stanza. Si abbassavano e schivavano, Samantha sempre in testa a guidare la fuga. Sapeva che, se fossero riusciti a oltrepassare quella porta, avrebbero imboccato un corridoio e una scala di servizio e, da lì, sarebbero stati in strada. Una volta fuori, si sarebbe potuta allontanare.

In tutto il caos, nessuno li notò fuggire. Erano quasi arrivata alla porta, a pochi metri di distanza.

E poi, proprio quando stava per entrare, Samantha sentì un colpo alla schiena, cadde in avanti e rovinò al suolo. Qualcuno le era saltato addosso alle spalle.

Si guardò intorno, per cercare di capire chi fosse stato. Sergei. Quello spregevole piccolo russo, tirapiedi di Kyle. Quello che le aveva rubato la Spada dalle mani.

Lui le sorrise e, sul suo volto, era dipinto un ghigno malvagio; Samantha lo odiò più di quanto non avesse mai fatto.

Sam, dal canto suo, non mostrò alcun timore. Ancora ammanettato, saltò sulla schiena di Sergei, usando le sue catene, usandole per circondargli la gola. Il ragazzo era forte. In effetti, premette abbastanza da far allentare la presa di Sergei su Samantha, e lei così ebbe l'occasione di   scivolare via da sotto di lui.

Ma Sam non avrebbe potuto competere con un vampiro, nonostante tutto. Sergei si alzò, ringhiando, e si scrollò di dosso Sam, proprio come se fosse una bambola di pezza. Sam cadde a  tre metri di distanza, scaraventato contro il muro.

Appena Samantha provò a scattare in piedi, fu afferrata da una dozzina di vampiri. Sapeva che anche Sam era circondato. Erano in trappola.

L'ultima cosa che vide fu il sorriso crudele di Sergei, che le dava un pugno in faccia.

*

Mentre Kyle si faceva largo nell'enorme stanza del Covo di Mareanera, brandendo con baldanza la Spada e distruggendo vampiro dopo vampiro, non si era mai sentito così vivo.  Il sangue scorreva in ogni direzione, coprendolo, e le sue mani erano bagnate, mentre si muoveva con sempre più intensità. Quella era la vendetta. La vendetta per i suoi migliaia di anni di leale servizio, per il modo in cui lo avevano trattato. Come avevano osato. Ora avrebbero conosciuto il significato della parola vendetta. Si sarebbero tutti scusati, ognuno di loro, fino all'ultimo, si sarebbero inchinati dinanzi a lui, a terra, ed avrebbero ammesso di aver commesso un terribile errore.

Tutto si stava svolgendo alla perfezione. Dopo la sua piccola deviazione al Ponte di Brooklyn,  aveva guidato il suo piccolo e leale gruppo verso le porte del Municipio, uccidendo i pochi vampiri che avevano osato ostacolare il loro cammino. Poi erano giunti al corridoio segreto,  sempre più giù, arrivando nelle viscere del Municipio, proprio al rifugio del suo covo. Nessun vampiro aveva osato ostacolare il suo cammino, mentre con il suo esercito entrava nella stanza. Molti altri vampiri, vedendo Kyle, e specialmente la Spada, si schierarono con lui immediatamente. Era felice di vedere che così tanti membri del suo vecchio covo erano ancora leali. Sapeva che era arrivato per lui il giorno in cui dichiarare la sua legittima leadership.

Rexius era un leader debole. Se fosse stato più forte, avrebbe trovato la Spada da solo, anni prima. Non avrebbe mai inviato degli altri a farlo. Gli piaceva punire gli altri per le sue stesse colpe, quando era colui che avrebbe dovuto essere punito. Era diventato ubriaco di potere. Bandire Kyle era stato un ultimo disperato tentativo di rimuovere tutti quelli che erano a lui vicini. Ma gli si era ritorto contro.

Appena Kyle si fece largo nella stanza, puntò dritto al trono di Rexius. Rexius lo vide avvicinarsi, e aveva gli occhi spalancati per il terrore.

Rexius saltò giù dal trono e provò a muoversi di soppiatto, per allontanarsi dal combattimento. Il loro cosiddetto leader, stava mostrando la sua vera natura in tempo di guerra.

Ma Kyle aveva altri piani.

Kyle corse dall'altro lato, per incontrare Rexius, faccia a faccia. Sarebbe stato molto più facile conficcargli semplicemente la Spada nella schiena, ma si rifiutava di concedere a Rexius di cadere così facilmente.  Voleva che Rexius vedesse, così da vicino, chi lo uccideva

Rexius si fermò, aveva la strada bloccata dalle imponenti spalle di Kyle, dalla splendente, luccicante Spada.

La mascella di Rexius tremò. Sollevò un dito tremante, puntando dritto al viso di Kyle. In quel momento, sembrava proprio soltanto un uomo anziano. Un debole e spaventato uomo anziano. Com'era patetico.

“Tu sei bandito!” lui urlò, debolmente. “Ho ordinato che fossi bandito!”

Ora fu il turno di Kyle di fare un grande sorriso, un ampio e maligno sorriso.

“Non puoi vincere!” Rexius aggiunse. “Tu non vincerai!”

Kyle si mosse con naturalezza, si avvicinò e con un movimento spedito, conficcò la Spada nel cuore di Rexius.

“L'ho già fatto,” Kyle disse.

L'intera stanza, sebbene occupata nella battaglia, si voltò, e ascoltò il suono. Fu un orribile  grido, che colmò l'intera stanza in pietra. Sembrò durare per sempre, mentre Rexius gridava e gridava. Appena tutti guardarono, il suo corpo si dissolse dinnanzi ai loro occhi, disintegrandosi in una nuvola di fumo, e poi si disperse nell'aria, verso il soffitto.

L'intera stanza si fermò e guardò Kyle.

Kyle sollevò in alto la Spada, e ringhiò. Fu un ringhio di vittoria.

Ogni vampiro sopravvissuto, a qualsiasi fazione fosse appartenuto durante lo scontro, si voltò per guardare Kyle. Tutti caddero in ginocchio, poi abbassarono la testa, inchinandosi profondamente. Il combattimento era cessato.

Kyle respirò a fondo, prendendo coscienza di che cosa aveva fatto. Ora era il loro leader.

CAPITOLO SEI

Caitlin, incapace di parlare, si allontanò bruscamente da Caleb e Sera.

Era troppo per lei da elaborare in una sola volta. Aveva appena visto quello che pensava di aver visto? Com'era possibile?

Credeva di conoscere così bene Caleb, pensava che ora fossero più vicini che mai. Era sicura che stessero insieme, che fossero una coppia, e che sarebbe stato così per sempre. Aveva visto chiaramente la loro nuova vita insieme, e si era sentita così certa che nulla li avrebbe separati.

E poi questo. Non avrebbe mai immaginato che ci fosse un'altra donna nella vita di Caleb. perché non glielo aveva detto?

Naturalmente Caitlin ricordava Sera dalla sua breve visita ai Chiostri – ma Caleb aveva insistito che non provava più nulla per lei, che qualunque cosa ci fosse stata, risaliva a molti anni prima – a centinaia di anni prima.

Dunque che cosa ci faceva lì? Specialmente ora, proprio adesso? Durante il momento più privato insieme di Caleb e Caitlin, quando Caitlin si era appena ripresa, pienamente tramutata, una vera vampira, con lo stesso sangue di lui? Come faceva lei a sapere che erano lì? Caleb l'aveva invitata? Doveva averlo fatto. Ma perché?

Strati e strati di dolore si posarono su Caitlin. Non c'era alcuna spiegazione a questo. Aveva sempre avuto paura di essere vulnerabile, specie con i ragazzi, per questa esatta ragione. Ma con Caleb si era lasciata andare, dandogli completamente fiducia. Era diventata più vulnerabile di quanto non fosse mai stata con qualsiasi altro ragazzo con cui era stata. E lui era riuscito a ferirla nel profondo, ancora più nel profondo di quanto non avesse mai immaginato.

Ancora non riusciva a comprendere come avesse fatto a sbagliarsi in modo così grossolano,  in quel modo. Si sentì come se le sue interiora si stessero sgretolando. Come sarà ora l'immrtalità, senza di lui? Sarebbe stata una sentenza. Un'eterna sentenza. Voleva morire. E ancor peggio di ogni altra cosa, si sentiva come un'idiota.

“Caitlin!” le gridò dietro Caleb, mentre lei sentiva che la stava seguendo.  “Ti prego, lascia che ti spieghi.”

Che cosa c'era da spiegare? Chiaramente, era stato lui ad invitarla lì. Chiaramente, l'amava ancora. E, altrettanto chiaramente, i sentimenti che Caleb nutriva per Caitlin non erano così forti, quanto quelli che lei provava per lui.

La mano di Caleb le afferrò un braccio, strattonandola, implorandola di voltarsi a guardarlo.

Ma lei si sottrasse a quella presa. Non riusciva a sopportare il suo tocco. Non voleva avere nulla a che fare con lui. Mai più.

“Caitlin!” lui esclamò.  “Non vuoi lasciare che ti spieghi?”

Caitlin non rallentò. Era una persona diversa, un essere diverso ora, e lo percepì in vari modi. Insieme alla forza da vampira appena scoperta, aveva scoperto anche una nuova gamma di emozioni da vampira. Poteva già sentire che le sue emozioni erano più forti di quanto fossero quando era umana – molto, molto più forti. Percepiva tutto molto più profondamente. Non si sentiva soltanto depressa – si sentiva come se stesse letteralmente morendo. Non si sentiva solo tradita ma fu come se avesse ricevuto una pugnalata dritta al cuore. Voleva distruggersi, fare qualcosa per fermare quel dolore che la stava lacerando dentro.

S'incamminò verso la terrazza e poi entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta in quercia alle spalle.

“Caitlin, Caitlin, ti prego!” udì la voce soffocata di lui, di là dalla porta.

Caitlin si voltò e diede un pugno alla porta.

“Vattene!” lei gridò. “Torna da tua moglie!”

Trascorsero alcuni secondi di silenzio assoluto, poi, alla fine, lo sentì andarsene.

Ora era da sola. Solo il silenzio. Caitlin si sedette sul bordo del letto, nella sua piccola stanza, e, con la testa tra le mani, scoppiò in lacrime. Pianse e pianse, disperatamente. Era come se tutto quello per cui voleva vivere le fosse stato improvvisamente sottratto.

Sentì un guaito, e sentì una pelliccia morbida contro il viso, e guardò in basso per vedere Rose, che strofinava la sua testa contro quella di Rose. Rose leccò le guance di Caitlin, cercando di asciugarle le lacrime.

Questo l'aiuto all'istante. Lei si abbassò ed accarezzò il viso di Rose, sfregandole il pelo. Rose saltò sul grembo di Caitlin, era ancora abbastanza piccola da poterlo fare, e Caitlin l'abbracciò.

“Ho ancora te, Rose,” Caitlin disse. “Non mi lascerai, vero?”

Rose si strinse a lei e prese a leccarle il viso.

Ma il dolore era troppo forte. Caitlin non poteva stare seduta in quella stanza un istante di più. Si sentiva come se avesse potuto passare attraverso il muro, distruggendolo.

Lei guardò l'enorme finestra, vide l'invitante cielo notturno e, senza esitare, mise giù Rose, scese dal letto, fece due lunghi passi e spiccò il volo.

Sapeva che le ali le si sarebbero spalancate, per portarla lontano. Ma una parte di lei desiderava che non fosse così – desiderava che non lo facessero, per farla precipitare al suolo.

CAPITOLO SETTE

Samantha era in catene, immobilizzata da diversi vampiri, che la tenevano saldamente per le braccia, mentre la trascinavano attraverso l'enorme stanza. La stanza era diventata un mattatoio. Ovunque guardasse, vedeva migliaia di cadaveri di vampiri, i membri del suo ex-covo, il loro sangue ora era sparso su tutto il pavimento, erano stati fatti a pezzi da Kyle e dalla sua Spada maledetta. La Spada era più potente di quanto lei immaginasse.

In mezzo a tutta quella carneficina, diverse centinaia di vampiri restavano in vita. Ora la gente di Kyle. E ogni istante che passava, altre dozzine passavano dalle porte aperte. Infatti, sembrava che non ci fosse mai fine al flusso di vampiri, che intendevano giurare alleanza a Kyle. Era chiaramente il suo covo ora.  Con Rexius morto, non c'era nessun altro a cui unirsi. E Kyle lo aveva ottenuto. Era riuscito a sterminare ogni vampiro che lo aveva tradito.

C'erano centinaia di vampiri che lo avevano assistito nella battaglia contro Rexius. Alcuni erano davvero leali a Kyle, mentre altri erano solo degli opportunisti. Ad altri non piaceva semplicemente Rexius, ed avevano atteso la loro opportunità. I vampiri giunsero dai covi di tutta la città. La notizia si sparse rapidamente nel mondo dei vampiri—e tutti vollero far parte dell'imminente guerra. A prescindere dalle loro ragioni, questo ora era l'esercito di Kyle.

Ora che Kyle era leader e possedeva la Spada, era chiaro che presto sarebbe scoppiata una guerra più grande, una guerra diversa da ogni altra guerra che la razza vampira avesse mai affrontato. Kyle era spietato ed assetato di sangue, e quella carneficina non lo aveva ancora soddisfatto.  Aveva una scheggia nella spalla che non poteva rimuovere. Tutti i vampiri che non gli avevano giurato alleanza, avrebbero pagato per questo. Insieme a tutti quegli umani innocenti. La sua vendetta non avrebbe avuto fine, Samantha lo sapeva, e la città di New York sarebbe presto stata il suo terreno di gioco.

Trascinarono brutalmente Samantha attraverso tutto quel caos, fin al centro della stanza.

Kyle ora sedeva sul trono di Rexius, assaporando il suo potere; aveva un sorriso maligno sul volto, mentre i vampiri si inchinavano a lui in ogni direzione.

Sergei, che stava accanto a Kyle, sbattè il suo bastone di metallo al suolo, tre volte.

L'intera stanza, migliaia di vampiri, si schierarono in perfetto ordine. Tutti sollevarono i pugni, e gridarono: “Hail Kyle!”

Samantha era stupita. Era uno spettacolo incredibile di forza e lealtà. Non aveva mai visto una tale obbedienza in tutta la sua vita. Kyle era magnetico. Era già un tiranno.

Ma Kyle non sembrava interessato ai suoi soldati. Invece, aveva lo sguardo fisso su Samantha. L'intera stanza sembrò notare questo interesse per lei, e il mormorio a poco a poco cessò, mentre tutti si preparavano ad assistere al confronto.

“Allora,” Kyle le disse. “Mi hai battuto nel trovare la Spada. Ma, come puoi vedere, sono io quello che la brandisce.”

“Per ora,” Samantha replicò.

Lasciaglielo credere, lei pensò. In verità, ne era convinta, un giorno non sarebbe più appartenuta a lui. Chiunque fosse destinato a brandire la Spada, Lei sentiva nel profondo del suo cuore che non era lui.

Kyle sollevò le sopracciglia.

“Lo sai perché ti ho lasciato in vita così a lungo?” lui chiese.

Samantha resse il suo sguardo, mostrandosi sprezzante. Non aveva alcuna intenzione di intrattenere una conversazione con lui. Non voleva alcun ruolo all'interno di questo nuovo covo. Voleva andare via, allontanarsi quanto più possibile. Voleva semplicemente prendere Sam e andare. Se lui li avesse lasciati andare.

Ma Sam non era affatto in vista. Erano stati catturati dai soldati di Kyle e lei non lo aveva più visto da allora. Samantha doveva rimanere calma per il tempo necessario a capire dove si trovasse. Doveva guadagnare tempo, anche implorare di servirlo se fosse stato necessario, fino al momento in cui lei e Sam sarebbero potuti scappare.

“Ancora non so perché Rexius abbia inviato te a recuperare la Spada anzichè me. Per quanto ne so, sono un guerriero migliore. Ma devo ammettere che hai delle doti,” lui disse.

“Ma non è proprio che ti ho lasciato in vita. Rexius aveva pianificato di punirti. Per questo, presumo che tu non abbia alcuna ragione per essergli ancora leale. C'è una guerra imminente, e posso utilizzare dei guerrieri forti come te. Se sei pronta a giurarmi fedeltà, prenderò in considerazione l'idea di lasciarti in vita.”

Samantha riflettè. Non aveva alcun problema nel giurargli fedeltà, perché sapeva che molto presto avrebbe lasciato tutto questo. Ma, prima, avrebbe dovuto informarsi su Sam.

“Che ne è stato del ragazzo?” lei chiese. “Dov'è?”

Kyle sorrise.

“Ah sì, il ragazzo. Sei andata dritta al punto di ciò di cui intendo discutere. Non sono sicuro del perché nutri dei sentimenti per questo umano, ed hai già violato le nostre regole in questo modo. Potrei ucciderti solo per questo, lo sai. Ma trovo che sia una cosa molto interessante e questo, dico davvero, è una delle ragioni per cui sei ancora viva”.

“Vedi Samantha, devi essere punita. Qualunque vampiro che fosse leale a Rexius e non a me, dev'essere punito. E' parte del processo di iniziazione del mio nuovo Esercito. Imparerai ad obbedirmi, e ad obbedire a me soltanto”.

“Nel tuo caso, ho trovato la soluzione perfetta: un atto che, allo stesso tempo, proverà la tua lealtà verso di me e mi servirà anche per punirti. I miei uomini ti porteranno dal ragazzo, tu me lo riporterai qui, e, di fronte a tutti, lo ucciderai.”

Il cuore di Samantha sobbalzò a quel pensiero. Si trattava di una cosa che lei non avrebbe mai, mai fatto. Avrebbero dovuto ucciderla prima. Kyle, come al solito, si era mostrato una delusione. E crudele. Sì, era un degno successore di Rexius.

“Mi godrò proprio la scena in cui ti vedrò ucciderlo,” Kyle disse, sorridendo al solo pensiero. “Vedi, io considero questo ragazzo un ostacolo. Appartiene alla stessa stirpe di sua sorella, e, per quanto ne so, sono immuni a quello che può uccidere tutti noi. Non ho fiducia in nessuno di loro. Tanto per chiarire, lui è umano.”

Kyle studiò attentamente il volto di Samantha.

“Se lo fai, ti ricompenserò con rango, onore e prestigio. Ci sarà un posto speciale nel mio nuovo covo. Sarà una guerra magnifica, una delle più grandi che la nostra razza abbia mai visto. E tu potrai essere uno dei suoi principali capi”.

“Ma se rifiuti … sarai torturata, lentamente, afflitta da un dolore eterno, e il tuo nome sarà bandito dalla storia del nostro covo.”

Sulla stanza cadde un profondo silenzio, mentre Samantha rifletteva. La sua mente era in piena attività, cercando disperatamente di trovare una via d'uscita.

“perché non lo uccidi tu?” lei chiese alla fine.

Kyle si poggiò allo schienale del trono e rise, lentamente.

“Sarebbe più divertente guardare te farlo,” lui disse. “Uno dei miei passatempi preferiti è guardare le persone uccidere i propri cari.”

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199 ₽
Возрастное ограничение:
16+
Дата выхода на Литрес:
09 сентября 2019
Объем:
232 стр. 4 иллюстрации
ISBN:
9781632910806
Правообладатель:
Lukeman Literary Management Ltd
Формат скачивания:
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