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CAPITOLO 2

“Cara Alessandra sono di nuovo qui per te,

ormai attendo questo appuntamento importante , con impazienza quasi come quando stai leggendo un romanzo e la storia ti prende così tanto, che non vuoi staccare gli occhi dal libro.

Dunque riprendiamo il racconto .

I viaggi sono un capitolo entusiasmante della storia della nostra famiglia; soprattutto se visti dall'angolazione di Francesca.

Costretta quasi come una nomade,

a crescere nella station wagon di papà Raffaele – lui che quasi come un canguro si porta il suo cucciolo sempre con sé – e la scarrozza da una parte all'altra della città.

Francesca acquisisce una familiarità con il mondo esterno.

In effetti dopo la scuola, c'è da accompagnare suo fratello Gabriele in palestra a scherma, e lei attende paziente di poter accedere anche lei ad uno sport.

Finché un giorno decide. “”Papà !“”, gli tira la giacca e gli fa capire che nella stessa palestra , esiste un corso di danza – “voglio fare la ballerina”.

Talmente eloquente e decisa, che papà Raffaele, in un baleno, si trova costretto ad iscriverla al corso di danza classica.

Io ne vengo a conoscenza , direttamente a cose fatte. Ma non sono meravigliata, sembra l'attività perfetta per una prima ballerina come lei, in fondo la sua maestra d'asilo mi aveva preparato già da tempo, lei è nata per calcare il palcoscenico.

Così i miei figli sono impegnati tutti e due in palestra. Finalmente la piccola Francesca ha capito la sua vocazione e comincia a muovere i suoi primi passi proprio con la danza classica.

Miriam, la sua insegnante di danza, ne è entusiasta, e la segue con pazienza e tenacia.

Durante gli anni in cui Gabriele svolge la sua attività di schermitore, siamo coinvolti in viaggi continui, in tutta Italia. E più volte all'anno.

Imperturbabile Francesca insieme a noi, affronta i frequenti spostamenti.

Normalmente la situazione è la seguente : valigia pronta in macchina dalla sera prima; mattinata rispettivamente a scuola per i figli e al lavoro per i genitori, poi si prelevavano i ragazzi dalle rispettive classi e si partiva nel primo pomeriggio da Roma.

La sera giunti a destinazione ci si preparava per fare il tifo per Gabriele.

In quegli anni abbiamo visitato tante città, Pesaro, Rimini, Lucca, Venezia, E' si Venezia! E viene un sospiro! Me la ricordo ancora lei incuriosita, svettare sul battello, ed osservare come se vedere una città sull'acqua fosse la cosa più normale del mondo.

Altrettanto naturale era stare ore e ore in una palestra affollatissima e tifare per suo fratello.

A Venezia quella volta eravamo rimasti fino a sera, ma decidemmo ugualmente di partire saremmo tornati a casa in nottata.

L'incoscienza e la presunzione della gioventù. Ti senti sempre all'altezza della situazione, inarrestabile.

E invece quella notte il ritorno fu particolarmente accidentato. Da Venezia a Bologna tutto liscio: ai bambini un bel panino e una bevanda e la speranza di tirare dritto fino a Roma mentre loro dormono sonni tranquilli.

Invece nei pressi di Firenze la macchina si arresta. Come un mulo che si impunta non c'è nulla da fare. Abbiamo deciso di chiamare i soccorsi, far aggiustare l'auto e ripartire dopo la riparazione. Incredibile ma vero. Così è successo. Nonostante gli sballottamenti i bambini hanno continuato a dormire in macchina. Senza mai svegliarsi fino al nostro ritorno a casa alle h.03,00 di notte.

Data la predisposizione di tutta la famiglia per i viaggi, è capitato diverse volte, che alla fine della scuola, per il compleanno di Francesca il 20 giugno, siamo partiti direttamente per le vacanze.

E così abbiamo festeggiato in Calabria, con i bambini che abbiamo trovato nella località di villeggiatura. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, spegnere le candeline in compagnia di perfetti estranei, ma lei divertita dispensava allegria e sorrisi.

Francesca è una bambina che ama la socialità e la libertà.

Queste due caratteristiche le coniuga perfettamente in ogni ambiente, ma anche e soprattutto a casa.

Per niente intimidita, dal fatto di dover trascorrere la maggior parte del tempo in compagnia del padre e del fratello, dosa le sue energie, la sua curiosità, la sua intraprendenza, facendo in piccolo tutto ciò che loro fanno, e non tirandosi assolutamente mai indietro.

Non è raro vederla cimentarsi a impastare gli gnocchi insieme a suo padre, o ruotare il mestolo nel tino per far fermentare il vino.

Per niente intimorita la vedi giocare insieme ai gatti o cercare di cavalcare il cane.

Anche di fronte alle abbondanti nevicate, tenendosi alla mano del fratello non desiste per poter giocare a palle di neve.

Costretta a volte dalle situazioni a giocare più con le macchinette, che con le bambole, guarda a volte infastidita ma incuriosita suo fratello che intende cimentarsi a fare il cuoco , rovistando tra i suoi giochi di piccole stoviglie e piattini.

Consapevole del carisma dei più grandi, preferisce affidarcisi, piuttosto che contraddirli.

E' così che guarda a suo fratello Gabriele. Lo vede autorevole, a modo suo, conviene cercare di andarci d'accordo, piuttosto che contrastarlo. In fondo sa che quando sono insieme lui fa sempre del tutto per difenderla e proteggerla.

Francesca crescendo sviluppa anche molta autonomia.

E una perfetta organizzatrice, capisce subito che dovrà crearsi un suo spazio, delle amicizie autonome, non legarsi troppo a nessuno delle figure familiari .

E ben chiaro nella sua mente che non può e soprattutto – non vuole, né vorrà mai- dipendere da qualcuno.

Ogni sua relazione familiare, avrà questa impronta, amore tanto per tutti, affetto grande, ma a nessuno sarà permesso di soffocarla, né tanto meno influenzarla.

L'apporto degli altri, sarà perciò strumentale, i suoi sentimenti saranno diluiti e distribuiti su più persone, per ognuna di loro, lei sarà dono e da ognuna di loro attingerà amore.

Alla vigilia del suo ingresso alle scuole elementari, dopo una bella e lunga parentesi di asilo, Francesca appare curiosa di immergersi, in questa nuova esperienza.

La sua maestra dell'asilo nel congedarsi, quasi con le lacrime agli occhi, mi ha detto: “Peccato se ne va la più affidabile, la più amorosa di tutte, la mia “segretaria” preferita.”

Quando alla fine di ogni anno scolastico si svolge la recita a scuola, Francesca è contesa tra i due contesti. La scuola e la palestra.

Giugno che è anche il suo mese di nascita.

Giugno la travolge sempre di fatica, ma lei imperturbabile porta a compimento con profitto entrambi i saggi ed è raggiante.

Sul palcoscenico del teatro col suo tutù rosa, senza alcuna vanità, ma con grazia e decisione porta a termine le figure che Miriam le ha insegnato con tanta pazienza ed i risultati sono eccellenti.

Alla soglia dei sei anni le estati sono lunghe e noi che dobbiamo sempre organizzarci con i turni di lavoro per riuscire a guardare i figli, cominciamo a guardarci intorno.

Tre mesi senza scuola sono interminabili; Il nostro obiettivo sono i centri estivi.

Ci hanno parlato bene dell'oratorio di Capocroce a Frascati.

Gabriele che sta iniziando il catechismo per la Prima Comunione ha già conosciuto don Vincenzo.– “”E' un personaggio tosto, un trascinatore uno che ci sa fare””– commenta lui. Ed è proprio Gabriele a farsi promotore dell'iniziativa : “”Ogni estate a Capocroce ci sono 15 giorni di vacanza con gli animatori: una specie di giochi senza frontiere, intervallati da gite al mare a Torvaianica, un litorale piatto vicino Roma””.

Tanto entusiasmo da parte di Gabriele quasi sorprende, l'ultima volta che l'ho visto così deciso è stato quando ha scelto come sport la scherma!

Comunque un po’ incuriosita, ma anche disperata dalle circostanze, ho deciso di andare a parlarci. La questione era imponente: come facevo ad iscrivere soltanto Gabriele che ormai aveva 11 anni?

E con Francesca come avremmo fatto? L'idea di lasciarla a Roma dalla nonna non poteva essere una valida alternativa.

All'incontro, -Don Vincenzo mi accoglie con un sorriso enorme e pieno di fiducia- e mi dice, “”Non disperarti fammela conoscere, vediamo- se è una bambina a modo e responsabile si può fare! “”

Incredula torno a casa, e racconto l'accaduto: Francesca pur non avendo compreso completamente la situazione saltellava già di gioia.

Certamente in quel caso suo fratello sarebbe stato il suo alfiere. Durante l'incontro:

Don Vincenzo ci dice “” Me la porto con me al mare, stai tranquilla, questa bambina è meravigliosa ed è più responsabile anche di suo fratello. Iscrivila al centro estivo e prendi per lei la maglietta più piccola che c'è. Semmai , se è troppo lunga faremo un nodo. Sarà la nostra mascotte!”

Il ricordo della gioia di quelle estati ancora mi pervade! La frenesia di preparare gli zaini per andare al mare, vederli tornare stanchi, scottati dal sole, pieni di sabbia, ma felici.

Li sentivi cantare mentre li portavi a casa.

Finalmente qualcosa da condividere: Le rivalità per le gare sempre a cercare strategie per far vincere la competizione alla propria squadra.

I nomi delle squadre erano quelli dei personaggi delle fiabe, oppure dei fumetti, oppure di eroi fantastici. Le magliette tutte di colori diversi erano come una lavagna, piene di scritte di firme di disegni.

Che bella atmosfera. Ricordo la gioia ogni mattina, quando nelle limpide mattine d'estate, li lasciavo mano nella mano, con le promesse di una nuova avventura da vivere.

Li guardavo, mentre mi allontanavo per andare al lavoro, i miei ragazzi, ed ero piena di orgoglio e di gratitudine. Grazie Don Vincenzo!

Al ritorno una volta che ero arrivata in anticipo a riprenderli, mi capitò di assistere alla cerimonia degli oggetti dimenticati. C'era una specie di vendita all'asta.

Solo che chi si era dimenticato oggetti sulla spiaggia, poteva riappropriarsene, con la promessa di maggiore attenzione nel futuro, e recitando qualche preghiera.

Don Vincent l'altro sacerdote giovanissimo, che li accompagnava, era uno specialista del recupero oggetti; e riusciva sempre a raccontare qualche storiella divertente per finire bene la giornata. Altra sua specialità era la chitarra. I ragazzi ne erano entusiasti. Alla conclusione del periodo del centro estivo, dopo due settimane, c'era la festa finale fino a tarda sera.

Il cuore dell'oratorio era il teatro. Lì si svolgeva la cerimonia di premiazione di tutte le squadre.

Ma prima della premiazione, c'era un vero e proprio spettacolo di canti, balli e recite.

Gli animatori davano la loro parte migliore, nell'organizzare tutto, i testi, i costumi, e soprattutto le danze. Indovina un po' chi primeggiava nelle danze?

Francesca ancora così piccola, ma così determinata, svincolata per un po' dalle rigide regole della danza classica, si lanciava in capriole e rullate, quasi che stare con la testa in giù, fosse uguale ad avere i piedi per terra.

Ogni anno in occasione della festa di Capocroce, ogni famiglia portava qualcosa da mangiare. Era una gara bellissima.

Ricordo ancora le battute con il nostro caro amico barista. Il suo regno era il bar dell'oratorio, la sua simpatia inenarrabile, ottima compagnia. Era il nonno ideale di tutti i ragazzi. Immancabile anche di fronte al bar, il biliardino, altro teatro di interminabili partite da parte di genitori e ragazzi.

Mariella, colei che li nutriva con pentole enormi di pasta, era la regina della festa e per lei c'erano sempre gli hip hip hip urrà! Gridati da tutti i ragazzi dell'oratorio.

Scusami cara Alessandra mi sono lasciata prendere la mano nel raccontare, ma l'entusiasmo era troppo forte. E forse allora non percepivi quanto, la gioia di quel momento, fosse grande.

Lo percepisci solo oggi quanto fossero unici quei momenti.

Per tutta la mia famiglia quel periodo è stato fonte di grande gioia.

Capirai bene che per Francesca l'occasione di essere catapultata, anche se come mascotte, in un contesto di socialità così stimolante , è stata una grande occasione per espandersi ancora di più, per protendersi ancora di più verso gli altri.

Per oggi mia cara devo salutarti, ti ringrazio per la complicità e la pazienza che dimostri ma ti prometto che saprò ascoltarti anch'io, e lo faremo meglio quando, alla fine di questo periodo, potremo finalmente incontrarci

Un caro saluto e un abbraccio forte.

Loretta

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“Cara Loretta,

sono orgogliosa di te abbiamo proprio ripreso il ritmo come quando eravamo ragazze, mi sto nutrendo di nostalgia, ma anche di curiosità. il racconto si sta facendo avvincente e così mi sembra di aver vissuto sempre vicine , come due sorelle. Proprio come se non ci fosse stata nessuna interruzione nella nostra amicizia.

Intanto volevo raccontarti di me........di Robert..... del mio lavoro.......

CAPITOLO 3

Cara Alessandra,

vale anche per me, la confidenza che si instaura da contatti frequenti in qualche modo rende più fluido e intenso il rapporto, sento che questo riavvicinamento ci fa bene.

Sarà necessario arrivare ad una perfetta condivisione perché alla fine, dovrò chiederti due cose molto importanti.

Per ora non posso anticiparti altro tranne che proseguire il racconto.....

L'amicizia è alla base della vita di Francesca, dovunque si inserisce, lei, suscita coesione e simpatia. Intorno a lei, si alza, come un nugolo di consenso e tutto sembra così naturale.

Con l'inizio dell'avventura della scuola elementare si ricomincia d'accapo.

Tutte nuove conoscenze, lei è impaziente, si fa scattare la foto vestita da scolaretta col grembiulino e lo zaino fiammante, davanti alla porta di casa non vede l'ora di uscire .

L'emozione è mascherata dalla curiosità e dalla voglia di voltare pagina.

La mattina alle h 7,30 è sempre la prima ad essere pronta. Organizzatissima, sa sempre cosa deve mettere nello zaino e soprattutto, mostra molto interesse per ciò che si appresta ad apprendere. E poi sembra subito ben inserita. La sua classe è abbastanza vivace, soprattutto i maschi sono molto irrequieti, ma lei, come al solito, riesce a difendersi ed anche ad essere generosa .

L'anno scolastico 2000-2001 è quello in cui Francesca inizia le elementari, le sue priorità sono lo studio e la danza.

Naturalmente la scuola elementare che lei frequenta è a tempo pieno e le lezioni terminano alle 16.30. E tre volte a settimana c'è anche la frequenza in palestra per la danza.

Interrogativo come fare ? Noi lavoriamo a Roma e le scuole dei ragazzi sono a Frascati, la scuola elementare di Francesca e la scuola media di Gabriele sono attigue. E questo è già un risultato; ma per quanto abbiamo cercato di organizzarci, non riusciamo a coprire tutti gli spostamenti.

Sono costretta a chiedere un part-time e questo ci consente di avere un margine maggiore di tempo. La mattina si arriva a scuola col pulmino giallo.

Facciamo amicizia con una ragazza meravigliosa dal nome Laura.

Lei- Laura- ha un lampo di genio e mi dice” Non preoccuparti per Francesca, c'è una bambina, Lorena, che abita accanto alla palestra di danza- posso accompagnarla direttamente a danza se vuoi. Visto che esiste già una fermata dello scuolabus.” Meraviglioso!!!!

Così la mia piccola al mattino parte con due zaini- uno per la scuola, ed uno per la palestra. Nel tardo pomeriggio andiamo a riprenderla dopo il corso di danza.

In questo modo possiamo sdoppiarci e seguire anche Gabriele a scherma.

Le maestre sono contente di lei e mi dicono che Francesca è un'alunna generosa e serena, che aiuta volentieri chi ne ha bisogno, instaurando con i compagni un buon rapporto. E' sempre entusiasta di ogni attività didattica e le sue capacità le hanno consentito di raggiungere ottimi risultati in tutte le aree del sapere.

Con queste premesse, tu ti abitui, e ti sembra naturale che tutto vada per il meglio.

Sai che lei intesse amicizie preziose e si fortifica ogni giorno di più.

Il gruppetto delle sue preferite è costituito da Alessia, Ilaria, Elena, Noemi ed altre.

Con Elena si crea una specie di simbiosi. Anche lei arriva a scuola con il pulmino.

Anche lei per problemi organizzativi, deve fare lunghi percorsi con lo scuolabus, poiché sua madre – capofamiglia- è costretta ad andare al lavoro presto e per tutto il giorno. Quando Elena torna a casa ormai alle 17,00 trova sua sorella maggiore ed insieme devono studiare.

Loro organizzatissime un giorno mi annunciano che studieranno insieme a casa di Elena. Strategia -Ci arriveranno con lo scuolabus-.

Cosi ho dovuto firmare una speciale autorizzazione da consegnare alle maestre e all'autista del pulmino ma loro sono riuscite nel loro intento.

L'amicizia con Elena travalica i banchi di scuola, c'è un rapporto intimo che le porta ad organizzarsi anche una vacanza insieme. A casa della nonna di Elena a Norcia.

Lei è così decisa che non si riesce a dirle di no. E così prima dei nove anni, Francesca già si prepara da sola, la prima valigia per partire.

Con Alessia è ugualmente un bel rapporto, sembrano affiatatissime:. Qualche volta alla fine dell'anno scolastico, si incontrano anche al centro estivo di Capocroce e li il divertimento è sempre tanto.

più tardi negli ani ho trovato uno scritto di Alessia su facebook che parla così dell'amicizia con Francesca:

Ce l'ho ancora quel disegno......al piano terra ci doveva essere lo studio e sopra la nostra casa. Dovevamo andare a convivere.....la regola era: accetteremo tutti gli animali, possiamo guarire anche i coccodrilli!) ci eravamo proprio impegnate a fare quel disegno!

E pensare che quel giorno in classe non ci volevo proprio entrare.... mi ero fermata fuori dalla porta a piangere, avevo paura della maestra che strillava troppo! Poi sei arrivata tu, mi hai dato un bacio, mi hai preso per mano e mi hai portato dentro ….. era proprio un bel disegno!

L'alunna Francesca cresce di pari passo con la ballerina.

Giugno 2001 saggio di danza al teatro dell'oratorio di Capocroce, le foto la ritraggono sul palcoscenico col tutù rosa, danzare in una armonia perfetta con assoluta semplicità.

A pensarci oggi sembrava tutto così normale . Allora, tu ,quella gioia, la davi per scontata.

Ciò che la nostra bambina esprimeva attraverso la danza, era poesia, bellezza,arte, gioia.

Una volta una insegnante in palestra, disse “Chi è la mamma di questa danzatrice? Un po' intimorita mi feci avanti e dissi “Sono io la mamma” e lei “Signora sua figlia ha una attitudine assoluta per la danza, la sua postura e le sue gambe sono perfette; solo il 20% delle ballerine può vantare tali qualità. La segua nel suo cammino di ballerina, sarà un vero talento”.

Rossa in faccia, ma orgogliosa, la accompagnai alla sua lezione .

La sua faccia neanche a dirlo splendente di sorrisi.

Il leit motif della sua vita è sicuramente la gioia, espressa o trattenuta nell'animo , che affiora appena Nella primavera 2003, a Pasqua, c'è un altro motivo ad illuminare il viso di Francesca: entra a far parte della nostra vita familiare un cane : un cucciolo, incrocio tra un pastore maremmano e un pastore tedesco.

Bellissimo! Sono andati a sceglierlo Gabriele Francesca e Raffaele tra una cucciolata di 6 cagnolini.

Lo hanno scelto perché era l'unico, che incuriosito, si è staccato dalla mamma cagna e dagli altri cuccioli per saltellargli intorno.

Tornando a casa ho trovato un biglietto appeso sul cancello: “Ciao mamma, siamo andati a scegliere il cucciolo !!!!!!”

Ricordo la faccia di tutti loro e soprattutto di Francesca. Intenerita e allo stesso tempo entusiasta di quel batuffolo dal corpo bianco e con il muso che aveva un colore di chi sembrava averlo intinto in un secchio di miele.

Francesca, sarà stata l'incoscienza della più piccola, ma infilava la sua faccia nella scatola, che lo conteneva e non voleva saperne di staccarsi da lui.

Il nome scelto dai ragazzi per il cane è Scotch, si come il wiscky; precedentemente avevamo avuto per un breve periodo un cane trovatello che si chiamava Tequila.

Il cane si presenta subito come un tipo, un po' irrequieto: un giorno lasciato in cantina per una breve pausa, è riuscito a togliere il tappo da una botte e l'abbiamo trovato inzuppato di vino.

Gabriele con pazienza e tenacia lo ha ripulito tutto e ha capito subito, che bisognava dargli delle direttive e cercare di educarlo, in qualche modo.

Ma nel prosieguo della storia, Gabriele suo malgrado si accorgerà che non è poi così semplice. Perché anche Scotch è, come tutti, del resto in famiglia, un tipo molto indipendente ed ama fare di testa sua.

A luglio 2003, dobbiamo correre dal veterinario perché cominciamo subito con una frattura del cucciolo.

Ricordo Gabriele preoccupato a convincermi a portarlo a far vedere dal veterinario “Mamma penso a tutto io lo metto nel bagnapiede, lo carico in macchina, tu devi solo guidare, ti dirò io la strada, non possiamo aspettare che torni papà dal lavoro, il cucciolo soffre troppo.””

E così, maldestra, ma impietosita e preoccupata, sono riuscita a portare Scotch a destinazione, accompagnata dai miei due figli così premurosi.

Sempre a luglio 2003 io sono piuttosto impegnata, ad aiutare mia sorella a traslocare.

Sono parzialmente distratta dagli eventi e ricordo le acrobazie per riuscire ad essere presente, la sera della fine del centro estivo di Capocroce.

Dopo una giornata intensa passata a scaricare pacchi, di corsa una doccia, e alle h.19,00 sono pronta per la solita festa di fine centro estivo.

Durante lo spettacolo Francesca dà il meglio di sé, ma io quasi non provo più meraviglia, mi sembra così normale vederla volteggiare con naturalezza e soprattutto vederla divertirsi in mezzo agli altri.

L'estate -si sa -passa in un baleno e presto siamo di nuovo sui banchi di scuola con nuova lena ed entusiasmo.

Il ritratto di Francesca alunna è delineato dalla pagella che alla fine dell'anno scolastico 2003-2004 la descrive così

L'alunna ha evidenziato notevoli capacità di osservazione e riflessione, ha saputo organizzare modi e tempi del suo lavoro ed ha acquisito un buon livello di competenze in tutti gli ambiti disciplinari.

Ha raggiunto un ottimo livello di autonomia e di autostima.

L'alunna riesce a stabilire rapporti di sincera solidarietà con i compagni bisognosi di aiuto e di rispetto verso gli adulti. Mette a disposizione le proprie capacità senza far pesare il proprio aiuto. E' una persona matura e responsabile anche nel rapporto con le insegnanti.”

A ridosso dei dieci anni di età si comincia a delineare un piccolo cambiamento nell'atteggiamento di Francesca:

La sua irrequietezza e la voglia di essere parte degli altri, comincia ad essere sottolineata da una nota che giunge alla mia attenzione a fine anno scolastico 2005, che recita:

–”Francesca riconosce la necessità di rispettare le regole che stanno alla basse del vivere nella comunità scolastica anche se, qualche volta si fa coinvolgere dalla esuberanza dei compagni.

Si evidenzia inoltre che è molto curata da parte dell'alunna l'attività grafico pittorica.

IL 2005 è anno importante per noi tutti.

A maggio Francesca riceve la sua Prima Comunione, nel Santuario di Santa Maria di Capocroce.

E sì, quante cose sono cambiate anche nell'oratorio.

Don Vincenzo il 9 aprile 2004 cessa di vivere. Noi increduli lo apprendiamo durante la messa di Pasqua l'11 aprile nella chiesa della Madonna di Capocroce.

E pensare che aveva tanto insistito la mattina di Giovedì Santo perché gli portassi i ragazzi per la preparazione della Pasqua,

“Dobbiamo organizzare la processione aveva detto”.

Io come al solito condizionata dal lavoro gli avevo risposto-” Io posso pure portarteli, anzi ne sono felice, ma chi me li riporta a casa alle ore 13,00 ?

Io sono ancora al lavoro a quell'ora!”

E lui premuroso -”Sicuro a casa te li riaccompagno io.” Ok al mattino alle 7,40 davanti all'oratorio don Vincenzo attende Gabriele e Francesca, ed insieme consumano una abbondante colazione.

Una bella mattinata , ricca di eventi raccontano i ragazzi quanto rincaso la sera, “Sai mamma alle 13,00 puntuali don Vincenzo ci ha riaccompagnato a casa.”

Come fai a credere che la notte stessa tra giovedì e venerdì Santo abbia cessato di vivere?

Tutti noi ne abbiamo sofferto intensamente; una figura così forte, pieno di energia e di amore! La Comunione di Francesca sarà infatti celebrata presso la stessa chiesa ma da un altro sacerdote il nuovo parroco.

Cambia tutto nella vita dell'oratorio, ma Francesca insiste, lei vuole partecipare comunque al centro estivo, lei lì ha le sue amicizie, e non intende rinunciare alla sua porzione di socialità e divertimento.

Gabriele ormai sedicenne è in Irlanda. E' partito per una vacanza studio a Kork.

Francesca che ha accettato sempre volentieri in quegli anni la presenza di suo fratello, stavolta punta i piedi e dice :”io voglio partecipare, non importa se lui non viene, io mi iscrivo.”

E' li in quegli anni che il rapporto con gli amici si arricchisce di nuove emozioni e si fa sempre più serrato. Francesca sembra libera ormai, tagliato il cordone ombelicale, sviluppa quell'autonomia anche nei rapporti umani che la contraddistingue .

In quel periodo amica del cuore è Elisa C.

In effetti all'inizio quando si presentano, si rendono conto, di essere le sorelle di 2 ex compagni di scuola. I rispettivi fratelli erano in classe insieme al liceo.

L'atmosfera del centro estivo dell'oratorio di Capocroce era completamente cambiata, non più l'entusiasmo e il cameratismo di una volta, l'energia e la coesione scatenata da don Vincenzo.

Tutto questo mancava senza dubbio, ma Francesca diceva che con Elisa riusciva comunque a star bene e a divertirsi.

Dedicata a Francesca da Elisa C. – tratto da facebook

“Te che la mattina appena sveglia sei nella mia mente, te che mi ricordi l'estate, le goleador, i polsini neri, gli 883, le tue converse fiammeggianti, il tuo biglietto d'auguri, il tuo modo un po' coatto di chiamarmi “amo”…e il mio scherzarci sopra; te che mi ricordi le risate a crepapelle, le verticali addosso al muro, le giornate al mare e le partite a calcio; te e i nostri segreti; te e al nostra amicizia; te che mi vieni in mente in quegli istanti lasciati un po' a metà; te che non mi lasci mai; te che torni in ogni mio pensiero; te che diventi ogni mio pensiero; te e i miei sospiri; te e la mia voglia di abbracciarti; te che mi manchi da morire; te che sei l'amore..

ed ancora Elisa su un altro post

….Ciao Amore mio, ho il tuo biglietto tra le mani: C'è scritto che mi vuoi bene, che sono fondamentale per te. Te lo ricordi amore mio? Eravamo formidabili tu ed io. Ricordi come ci chiamavano gli animatori? Pankettona e Pankettina. Ricordi le infinite partite a pallavolo? Quel campo maledetto su cui ci sbucciavamo puntualmente le ginocchia. Ricordi quando dividevamo la merenda.... quando ci bastavano gli spiccioli per comprarci le gomme e la tua gomma diventava automaticamente la mia?

Che coppia che eravamo a biliardino! “ Chi vince regna!” e noi vincevamo sempre amore mio. Ripenso a quando la gente ci chiedeva da quanto tempo fossimo amiche e noi rispondevamo che eravamo sorelle: Nessuno lo avrebbe detto. Tu alta ,magra, con quegli occhioni così espressivi ed i capelli neri; ed io invece.. biondina, alta la metà di te.

Com'è strana la vita eh! Perché io avrei pagato oro per averti come sorella.... ma te lo immagini? Avremmo conquistato il mondo: Vorrei tornare indietro amore mio, rivoglio quei giorni felici, quando niente e nessuno poteva fermarci. Mi chiedo ….... te, l'allegria, la grinta, la gioia fatta persona.

L'estate 2005 apporta diversi cambiamenti, per la prima volta la partecipazione ai centri estivi si estende anche all'esperienza dell'oratorio di Villa Sora, complesso salesiano a Frascati.

Qui l'ambiente è molto più esteso, ci sono circa 10 squadre, i ragazzi partecipanti sono quasi 800 suddivisi in varie età .

E' una piccola città in movimento: te ne accorgi perché si muovono ad ondate, ogni squadra ha il suo colore ed il suo nome.

Anche qui nomi derivanti da personaggi della mitologia, animali, eroi dei fumetti.

Ogni volta che i ragazzi escono dal teatro dopo la premiazione della squadra vincitrice c'è una tale folla che stenti a riconoscere tuo figlio/a.

Per partecipare a questa esperienza in effetti l'età minima richiesta è 12 anni.

Ma per Francesca – con la complicità della mia amica Flavia, che ha provveduto ad iscrivere sia sua figlia che la mia – viene dichiarata un'età maggiore.

E così si apre il varco anche per questa splendida esperienza.

Da quell'anno e negli anni anni successivi la nostra vacanza poteva essere programmata soltanto nella settimana di interruzione tra un centro estivo e l'altro .

Anche l'oratorio di Villa Sora, diventa per Francesca un luogo meraviglioso e pieno di bei ricordi.

Sicuramente l'essere inserita in un contesto sociale con ragazzi più grandi, è uno stimolo importante per crescere ed aprirsi sempre di più.

Anche qui c'è un sacerdote che accompagnerà Francesca negli anni a venire, lui ci conosceva già dalla data del nostro matrimonio, lui terrà uno sguardo lungo su Francesca.

Anche lui è convinto che si tratta di una ragazza meravigliosa e sensibile.

Don Luigi segue con passione il coro dei salesiani ed ogni volta che incontra Francesca non manca mai di esortarla a convincere suo padre Raffaele a partecipare ai canti.

Altra nota di rilievo nell'estate 2005 è il cambiamento relativo al saggio di danza.

Il viaggio” è il titolo del saggio di ginnastica artistica svoltosi il 4 giugno, presso il palazzetto Palasport Banca d'Italia a Frascati.

E sì, per la prima volta, Francesca sceglie di frequentare -nella stessa palestra dove faceva danza classica- il corso di ginnastica artistica.

Non è un tradimento nei confronti della danza classica.

Solo una diversa esigenza del suo flessuoso corpo e forse un cambiamento nel suo modo di essere.

Forse uno step della sua crescita.

Curiosa coincidenza, la sua insegnante coreografa, conosce già Francesca, poiché è stata anche sua maestra di matematica alle scuole elementari.

Contesto di piena fiducia e collaborazione consente a Francesca di sperimentare questa disciplina sportiva con entusiasmo e con ottimi risultati.

Cambia anche il contesto, si abbandona momentaneamente il teatro, per spostare la performance in un palazzetto dello sport. L'adrenalina è alta .

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384,09 ₽
Возрастное ограничение:
0+
Дата выхода на Литрес:
21 августа 2020
Объем:
210 стр. 1 иллюстрация
ISBN:
9788835409595
Правообладатель:
Tektime S.r.l.s.
Формат скачивания:
epub, fb2, fb3, ios.epub, mobi, pdf, txt, zip

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