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Loretta Candelaresi
Ti presento Francesca
Pubblicato da Tektime

Ti presento Francesca

Copyright © 2020 Loretta Candelaresi

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico ed elettronico, senza autorizzazione scritta preventiva dell'Editore, fatta eccezione per brevi passaggi a scopo di recensione.

MOTTO

Il mio motto personale!!! Nella vita bisogna sempre credere in se stessi, non mollare davanti alle difficoltà, non cambiare né per amici né per conoscenti, altrimenti che amici sono!!!!

Vivi la vita con serenità, e pensa Ke ogni giorno sarà meglio di quello passato. Vivi il giorno successivo pensando a ciò ke + ti piace!!!..…

E ricorda tu 6 tu e nessun altro

Francesca

INTRODUZIONE

E' il 6 giugno 2013 una bella serata, si intravede in lontananza un bel tramonto rosato, l'atmosfera è sufficientemente serena per predisporsi ad incontrare le ex compagne di scuola tutte o quasi quelle che formavano la V C; con loro ho conseguito il mio diploma nel lontano 1978.

“Ciao Floriana allora ci vediamo a Frascati, lascio la mia macchina e poi proseguiamo insieme”.

Ho invitato anche lei (Floriana) alla cena, anche se non appartiene alla fatidica V C del 1978; lei in effetti si è diplomata un anno dopo. Ma da qualche tempo lei è diventata un'amica importante, presente, e con cui mi sento a mio agio. Per questo motivo ho chiesto che potesse accompagnarmi alla cena, anche perché mi ha proposto di guidare lei ed io mi sento più tranquilla.

Siamo emozionate e chiacchieriamo amabilmente fino a che non troviamo il ristorante e ci prepariamo ad incontrare le altre.

All'angolo di una traversa di via Tuscolana, proprio dinanzi al ristorante “ACCASADI” scelto per ospitare l'avvenimento -un incontro dopo 35 anni -, c'è un capannello di gente, alcune di loro sono già arrivate. Mi guardano incuriosite, arrivare in compagnia.

Lo sport più difficile in situazioni come queste è indovinare a quale nome corrisponde, la figura che ti ritrovi davanti.

Direi che dopo tanti anni è molto difficile, il tempo trasforma nell'aspetto fisico, nel cuore e nella mente. Come poter riconoscere ad esempio Diana che aveva un caschetto di capelli neri ed oggi appare di un biondo platino? O Loredana esile stelo, spesso ripiegata su se stessa prima delle temute interrogazioni che oggi appare come una rassicurante mamma dall'aspetto quasi giunonico, pronta ad accogliere gli altri con un radioso sorriso?

Ma la meraviglia che ho letto nei loro occhi quando mi sono accorta che non riuscivano a riconoscere la mia accompagnatrice, mi ha spinto a rassicurarle. “Lei è Floriana ”ho spiegato “e pur essendo nostra compagna di scuola non faceva parte della nostra fatidica VC, stasera le ho chiesto di venire a farmi compagnia e fare la fotografa per noi”

La mia spiegazione deve aver provocato l'ilarità di tutte , ma è servito a rompere il ghiaccio. Angela mi aveva parlato del progetto cena già dal 29 aprile.

Quando ho letto il suo invito sulla mia e-mail dell'ufficio, appena arrivata non ho neanche posato il cappotto, l'ho chiamata subito . Le ho spiegato con poche ma incisive parole che ero in un momento particolarmente difficile della mia vita, ma che proprio per questo avevo bisogno di una iniezione di fiducia e di un abbraccio corale. Le ho inviato in un racconto con le linee più incisive , di questo particolare momento e lei con queste parole mi ha risposto promettendomi di tenermi aggiornata sul progetto cena.

“Cara Loretta, grazie per avermi mandato il racconto. L'ho letto fino in fondo e mi sembra attraverso le tue parole e quelle dei compagni di averla in qualche modo potuta conoscere. Trovo giusto il tuo atteggiamento e il tuo impegno per questa vita speciale”

“ti ringrazio un bacio a presto  Loretta”

Invitare Alessandra alla cena è un desiderio di tutte, ma Angela sa che sarà difficile , poiché lei vive a Vienna già dal lontano 1979, lì lavora e si occupa di turismo; ha un figlio ormai trentenne che è un architetto.

Lei è sempre impegnatissima, una specie di trottola che viaggia sempre in lungo e in largo, una cittadina del mondo come l'ha definita suo figlio Robert.

Alla cena alla fine siamo in 15 presenti, più naturalmente Floriana.

Antonella d.g. che è la più sfegatata di tutte , una romanaccia dal cuore grande, ha beccato tutte sul profilo facebook , ma non riesce a darsi pace di non averle rintracciate tutte e ancora va cercando di ricostruire secondo l'ordine alfabetico tutti i nomi dell'appello della nostra classe.

Vi ricordate Noro Em., dove stava seduta in classe, e Matano chi se la ricorda? E Anellino Carm. che fine avrà fatto? Per la prossima cena dobbiamo assolutamente rintracciarle tutte.

Antonella d.g. è arrabbiata con me e dice che devo iscrivermi anch'io a facebook al gruppo della V C vedrò se è possibile accontentarla.

Lei è una simpaticona, di buon appetito sceglie con buon gusto le pietanze che ritiene più succulente e intanto ci racconta che sta per prendere la laurea in legge, lavora al Ministero di Grazia e Giustizia e alla fine ha deciso di prendere la laurea per ripicca. Dopo aver conosciuto tanta gente ignorante che si gongola con la nomina di dottore e avvocato ha deciso che lei non si sente inferiore a nessuno. Ormai le mancano pochi esami per raggiungere la sua meta, la laurea in giurisprudenza. (Ha una vera passione per il diritto romano)

Il record delle lauree lo ha battuto Angela, l'organizzatrice della cena siamo, agli sgoccioli per completare il traguardo della terza laurea ! E sì lei è proprio una speciale, con quello sguardo da ragazzina il tempo sembra essersi fermato in quegli occhi vispi e generosi. Determinata ferrea è quella che ha sempre tenuto insieme il gruppo. Le sue due compagne storiche Loredana e Antonella b. le sono rimaste sempre accanto, abitano ancora abbastanza vicine come quando studiavano insieme e sembrano un trittico indivisibile.

Le storie della loro vita hanno preso strade diverse, ma quando le vedi arrivare insieme sottobraccio ancora oggi sembra che il tempo si stia prendendo gioco di te, ancora come ieri, i loro momenti si intrecciano, oggi esattamente come ieri, sembra un flusso inarrestabile una storia ininterrotta.

E' da lì che traggono forza e sembra impossibile che possa accadere perché in effetti sono persone diversissime. Antonella spirito indipendente separata, una figlia, ma sembra convinta delle sue scelte, si occupa di amministrazione; a suo modo è una manager anche se sembra modestissima. E' simpatica e disponibile se si esce la sera è lei che guida volentieri con la sua macchina provvista di navigatore.

Loredana è invece una mamma tranquilla , trasmette serenità; un lavoro al Ministero ai Beni Culturali, che la impegna senza forse entusiasmarla, ma comunque appare una donna equilibrata, buona e generosa. Il suo abbraccio all'incontro prima della cena, vibra di una intensità speciale, di chi vuol trasmetterti forza e affetto pur se con discrezione.

Forse ha carpito qualcosa, del mio turbamento, dallo sguardo di Angela.

Quando ci sediamo al tavolo mancano ancora le solite ritardatarie! Scherzo Sabrina, Antonella r., e Nicoletta insieme a Tiziana formano un altro quartetto infallibile, resistente al passare del tempo.

Loro arrivano più tardi, ma hanno dalla loro il fatto di dover traversare la città. E poi Nicoletta che lavora nel turismo, eccellente guida, trafelata si scusa per aver fatto aspettare le altre.

Incredibile, lei ancora ha le fattezze della ragazza, stenti quasi a credere che su di lei non si possono proprio contare gli anni che sono passati.

La fatidica Tiziana la nostra “”Titti”” si occupa di cinema è frizzante ed allegra e ci riempie di aneddoti, e Sabrina che invece era la nostra maschiaccia vestita in jeans e polacchette oggi appare più pacata, femminile morbida.

Ci sediamo finalmente siamo tutte, abbiamo deciso che per goderci la compagnia ogni tanto ci cambiamo di posto tra una portata e l'altra. Mi porto dietro Floriana durante questi scambi di posto così per socializzare meglio. Lei è meravigliata dell'accoglienza generosa di tutte loro. E dice incredula che siamo proprio una bella compagnia.

Quando mi siedo a capotavola incontro Orietta, che bella donna è diventata, regale semplice di una umanità che spicca. Mi racconta con che lavora al Comune e si occupa dell'ufficio cerimoniale, è orgogliosa dei suoi impegni di carriera, ma rimane umile allo stesso tempo e mi circonda anche lei di un abbraccio forte.

Vicina di posto in questo momento è Simonetta insieme a Diana. La seconda dopo lo choc del caschetto nero tramutato in biondo, si fa riconoscere grazie alla sua verve e dinamicità pronta a immortalare con la macchinetta fotografica ogni momento.

Simonetta invece mantiene la sua eleganza e autorevolezza implicita quasi un tono sopra gli altri. E' cambiata sicuramente, ma quando parla, sembra quasi sentirla snocciolare nozioni di cultura, come quando era interrogata a scuola.

Proprio lei, l'amica del cuore di Alessandra, ci annuncia che le ha parlato al telefono e che lei si scusa ma non è proprio riuscita a muoversi da Vienna per impegni di lavoro e di famiglia.

Promette comunque di venirci a trovare prossimamente. Angela decide di chiamarla e facciamo tutte un giro per salutarla e trasmetterle un video di quei momenti così speciali

La serata volge al termine e Floriana si scatena con la macchinetta fotografica, domani avrete tutte le immagini che immortalano una serata così' speciale. Così tra risate e promesse di rincontrarci di salutiamo tutte ed io e Floriana salutiamo per prime l'intera compagnia.

La serata mi ha trasmesso un po' di serenità, essere avvolta in quel chiacchierare tranquillo, mi ha regalato un po’ di normalità . Ringrazio Angela che è riuscita a trascinarmi e immergermi in un' atmosfera di sano cameratismo e Floriana che da mesi non mi fa mancare mai la sua compagnia e presenza .

L'unica pecca della cena è la mancanza di Alessandra.

*********

Alessandra, lei che con me ha vissuto l'esperienza di studio a Vienna, dopo il diploma, lei che per lungo tempo ha condiviso le emozioni più profonde. Lei che mi ha fatto conoscere il “mio ragazzo”.

Lei che insieme a me si è misurata con le paure e il coraggio di crescere. Poi ad un tratto la divisione dei nostri destini avvenute nel tempo .

Il mio ritorno a Roma e il suo stabilirsi a Vienna.

Per tanti anni siamo rimaste legate come sorelle pur abitando in posti così distanti.

Quel rapporto di profondità, che resiste, anche quando magari a causa degli impegni di mamma, moglie, e lavoratrice non riesci a scriverti o ad incontrarti per mesi.

Tu sai che l'altra, seppur lontana, sa esattamente quello che provi, quello di cui hai bisogno.

Tu sai che lei c'è sempre e comunque.

Poi ancora altre prove ci segnano e creano fratture fino a separarci.

C'è un periodo di crisi in cui Alessandra non riesce più a rapportarsi bene con gli altri si chiude in se stessa, alza una cortina. Provvidenziale in quegli anni il rapporto e il contatto che la mamma di Alessandra stabilisce con me.

Lei vive a Vienna con la figlia e tiene in contatto me con sua figlia attraverso le sue telefonate.

Severina -questo è il suo nome- chiede di raccontarle come procede la mia vita mi trasmette la sua vicinanza e mi dice di scusare Alessandra, che in questo momento non sembra neanche lei. Mi dice che comunque sono sempre un'amica importante per Alessandra e che lei provvederà a farle sentire il mio affetto.

La mamma della mia amica, mi chiama un giorno da Vienna e mi tiene mezz'ora al telefono. Mi dice che ha voglia di parlare finalmente in italiano e che vuol avere notizie di me, della mia famiglia. Ha saputo che sono diventata mamma da poco (è nata mia figlia Francesca) e vuole conoscere tutti i particolari.

Alla fine della telefonata mi sorprende con una frase. “Mi dice stai tranquilla-riferita a mia madre, che lei ha conosciuto, e che è venuta a mancare qualche anno prima-”” Mi dice stai tranquilla che sei stata una brava figlia e sarai una buona madre!””

Quanto vorrei risentirla dire adesso quella frase!

Nella speranza un giorno, di risentire direttamente Alessandra, prendere il telefono e chiamarmi, ho continuato a serbare un affetto immenso per la sua mamma.

Per un lungo periodo non ho sentito più né l'una né l'altra, finché un giorno, vedendo un film, ho provato un desiderio struggente di ricontattarle entrambe.

Nel film si narrava la storia di una squadra di pallacanestro, delle campionesse che dopo varie vicissitudini, si rincontrano quando sono ormai donne mature.

Quel sentimento struggente suscitato dal film, come un pugno nello stomaco, in qualche modo mi ha allarmato.

Ho provato a contattare Severina ma senza successo. Fino a che alla fine ho trovato il coraggio per chiamare Alessandra.

Emozionante risentire la sua voce, ma percepivo anche una grande tristezza interiore. ”Mia madre mi dice non avrà molto tempo da vivere, anche se lei si dimostra molto forte come sempre, questa è la verità””

Turbata le rimango vicino col cuore e le faccio sentire tutta la mia amicizia.

Sua madre è riuscita a riavvicinarci come sempre.

Quando ci siamo rincontrate faccia a faccia per la prima volta lei si è scusata per il lungo silenzio ed io l'ho riabbracciata forte.

Ricominciamo ci siamo dette.

****

La cena ci ha lasciato la nostalgia dell'incontro mancato con Alessandra , ma ci consola la promessa che lei ci ha fatto di venirci a trovare presto.

La mattina dopo sulla mia e-mail trovo questo commento da parte di Alessandra:

“”Ho visto tutte le foto scattate ieri sera, sei sempre forte come una quercia.

Solo ho percepito un velo nel tuo sguardo.......

Ma Angela mi ha rassicurato!

Ciao ci vediamo presto””.

Qualche mese dopo la promessa si avvera ad ottobre la solita Angela in extremis mi chiama al telefono,

“Mi scordo sempre che tu non hai facebook , tu sicuramente non sei stata avvertita, ma domani sera arriva Alessandra da Vienna puoi venire a cena con noi? Scusami se non ti ho contattata, ma sono in convalescenza da un paio di settimane e fuori dal lavoro niente e-mail. Dai vieni?”””

Presa di sorpresa, ma desiderosa di riabbracciare Alessandra, mi organizzo e prometto che sarò presente all'appuntamento.

Eccoci di nuovo tutte e 15, l'appuntamento davanti al locale alle ore 20,00 vicino al Gianicolo.

Finalmente arriva anche Alessandra.

L'emozione è forte dopo l'immenso abbraccio ci accomodiamo tutte intorno al tavolo e cominciamo a chiacchierare.

Alessandra si mostra affettuosa, mi racconta del matrimonio di suo figlio Robert, avvenuto la scorsa estate, mi ragguaglia sulle sue vicissitudini lavorative.

In effetti la visita a Roma coincide con importanti impegni di lavoro. E poi appoggiandomi un braccio sulle spalle mi chiede di me, di raccontarle di me .

Ti prometto che ti parlerò di me a lungo ed in modo circostanziato, ma non voglio turbare l'atmosfera radiosa di questa serata”.

“”Cosa vuoi dire mi spaventi””.

“”No tranquilla tutto sotto controllo, ci sono stati grandi avvenimenti e te ne parlerò con calma.

Ti propongo di cominciare a scriverci, come facevamo quando eravamo ragazze Ti ricordi?

Aspettavamo ogni settimana che arrivasse la lettera con il francobollo espresso, con gli ultimi pettegolezzi e le ultime novità.

Eppure siamo cresciute anche grazie a quelle lettere!

Ognuna metteva sul tappeto i problemi del suo cuore e riuscivamo a tranquillizzarci e a reagire.

Lo faremo parzialmente con le lettere come facevamo una volta, ma anche inviandoci delle e-mail.

Ormai ci siamo rincontrate e non voglio perdere l'opportunità della nostra importante amicizia.”””

Rassicurata dalla mia promessa, ci godiamo la serata che per Alessandra è stato un vero bagno di folla. L'entusiasmo trasmesso da tutte noi le ha dato una iniezione di fiducia e di ottimismo.

In fondo lei da brava emiliana, di energie ne ha da vendere, è piena di risorse e questo è parte del suo fascino.

“Ciao bella! ti voglio bene! Allora aspetto tue notizie, a scrivere comincia tu; io aspetterò e ti prometto che sarò paziente e capace di ascoltarti. “””

Un abbraccio forte da far male e poi alla fine della serata Alessandra si allontana insieme a Emanuela che ha promesso di accompagnarla.

I sentimenti si aggrovigliano, ho faticato per non farle percepire le mie emozioni più profonde, ma volevo tempo, per trasmettergliele.

Due persone che si conoscono da così tanto tempo non possono che avere un legame profondo e vero. La verità ha bisogno di tempo per essere rivelata, e metabolizzata.

Domani comincerò il mio racconto.

1^ parte

CAPITOLO 1

“Ciao Alessandra,

allora sei emozionata a tornare indietro di 30 anni? Anch'io lo sono ma sono felice di ritrovarti.

Da dove cominciamo? Ti parlerò delle mie vicissitudini degli ultimi anni. Il racconto si snoderà intorno alla figura di mia figlia Francesca.

Mi prenderò del tempo per immergerti totalmente in questa storia, ascolterai le vibrazioni del cuore e ci vorrà tutto il tempo che ci vorrà.

Allora cominciamo dal nome Francesca,

Il nome ha origine tedesca e significa 'libera'.

Per Francesca la libertà è un'esigenza, una necessità, non è un capriccio.

In suo nome, Francesca è pronta ad usare tutte le armi possibili, eloquenza, forza, dialogo.

Questa è la definizione che ho trovato e che illustra il significato del suo nome.

Credo che ritratto più appropriato del suo modo di essere non possa esistere.

E pensare che il nome l'avevo già scelto quando è nato suo fratello.

Nel 1989 quando è nato Gabriele, il mio primo figlio, io ero assolutamente sicura che si trattasse di una femmina. Fino alla sera prima di partorire, asserivo con orgoglio che si trattasse di una figlia femmina e per lei avevo già scelto il nome di Francesca.

Solenne come una promessa. Ed invece il giorno dopo allo svelarsi del mistero ci siamo trovati davanti ad un bel maschietto, e mentre papà Raffaele sceglieva il nome per lui, Gabriele– mia madre annunciava ai partenti canticchiando la canzone

Non è Francesca” – là là là.”

C'era voluto tanto tempo perché restassi incinta del primo figlio e quanto è successo quasi non ci credevamo più. Però qualche anno dopo....quando cominciai a pensare di provare ad avere un altro figlio, ero terrorizzata da tutti gli esami che avrei dovuto ripetere, compresa l'isterosalpingografia, di cui avevo un pessimo ricordo.

Avevo comunque prenotato le visite a giugno ,del 1993, volevo provare a farmi coraggio.

Però alla fine dell'estate decisi che avrei disdetto tutto, quell'intrusione nel mio corpo per riprovare a diventare mamma, proprio non mi andava giù. Se deve venire un altro figlio verrà sentenziai.

A fine ottobre avemmo la notizia che mia cognata era incinta e che avrebbe partorito a giugno.

Ricordo che tornai a casa quasi trasognante pensando all'eventualità che potesse succedere ancora anche a noi. Poi però continuai nel mio atteggiamento fatalista.

A fine novembre ero indecisa se fare il test di gravidanza, poiché avevo un ritardo imponente. Incredula, viste le mie irregolarità, aspettai ancora un po' .

A metà dicembre la sicurezza, aspettavo un figlio ed ero già al secondo mese, il parto previsto per luglio.

Incredula e gioiosa avevo una gran voglia di ballare! Ed invece dovetti adottare molta prudenza, la mia ginecologa me lo impose. E così da subito, passai molto tempo della mia gravidanza a letto, a farmi compagnia mio figlio Gabriele, che a cinque anni, come un ometto, mi coccolava e mi rassicurava.

In effetti la mia tranquillità vacillava, man mano che andavo avanti con i mesi.

Come ben sai non avevo più la mia mamma- come invece accadde quando ero incinta di Gabriele.

Mi sentivo molto più responsabile per la vita della creatura che avevo in grembo.

A 35 anni sei una mamma un po' più timorosa. Nelle lunghe giornate passate a letto, mentre leggevo o lavoravo a maglia, mi trovavo spesso il viso bagnato di lacrime.

E più volevo distrarmi e più mi ritrovavo preoccupata, sola, coi miei pensieri.

La malinconia per mia madre che non poteva proteggermi . Arrivata agli otto mesi, mi consigliarono di avvicinarmi all'ospedale Sant'Eugenio perché potevo partorire in anticipo. Così mi recai a casa di mia suocera. Il 19 giugno è il suo compleanno- e il 20 giugno è nata Francesca.

Gioia pura, mi sentivo come se avessi fatto un giro sull'otto volante, la guardavo quella creaturina piccola, ma dolcissima. Ricordo ancora la sensazione mentre andavamo via dall'ospedale, mi sono girata e, sul sedile posteriore la culla, con lei dentro, un batuffolo rosa, mi sentivo esplodere dalla gioia.

I mesi successivi avevo ripreso a cantare, mi sentivo serena. Mi portavo la mia creatura a passeggio con la carrozzina in mezzo ai viali alberati.

Mi sembrava di essere piena di armonia e letizia.

Anche bambina piccola, Francesca aveva sempre quell'aria paffuta e tranquilla, sempre di buon umore, sempre pronta dovunque volessimo andare e a qualsiasi ora.

Sempre quel sorriso stampato sulla faccia che a guardarla ti tranquillizzavi.

Qualunque cosa ti facesse essere di cattivo umore bastava tuffarti nei suoi occhi splendenti e ti faceva cambiare atteggiamento.

Incredula, forse, dei continui passaggi di consegna tra me e il padre, quando ci alternavamo con i turni di lavoro; qualche volta sotto lo sguardo vigile e severo di suo fratello – lei emanava fiducia a piene mani.

A un anno e mezzo, a malincuore ci apprestammo a mandarla all'asilo nido.

Mi immaginavo pianti o quanto meno contrarietà, da parte di una bimba così piccola: pensi di vedertela attaccare ai vestiti, intimorita e invece lei ti sorprende ancora una volta.

Con la manina saluta e si avvia verso le assistenti con assoluta serenità.

Meravigliata, ma contenta, mi chiedevo come avevamo fatto a meritarci questo premio!

Chiedevo continuamente, quando la accompagnavo la mattina, ma l'assistente mi rassicurava, ““Signora stia tranquilla si tratta di una bambina dolcissima, ma determinata, insomma non le dà ma non le prende.””

Un paio d'anni più tardi si comincia con l'asilo, è impressionante la sua predisposizione a stare con gli altri bambini.

Vive la scuola come una festa continua. La mattina è la prima ad alzarsi già con il suo zainetto a tracollo con la merenda, vuole solo uscire e andare a scuola.

Anche nel prosieguo degli anni svilupperà un rapporto fortissimo e cordiale con i bidelli della scuola. Essendo sempre lei la prima ad arrivare, stabilisce con loro, una vera alleanza. Loro alle 7,30 dopo il caffè aspettano Francesca e il suo entusiasmo.

Abbiamo rivisto di recente il video girato durante una recita a scuola , alla fine dell'anno di asilo. Lei esilerante, non riesce a trattenere la sua gioia, non riesce a stare ferma. Mascherata da negretta, tutto il suo viso annerito dal trucco, mette ancora più in risalto il suo sorriso.

Aderisce alle richieste delle maestre di stare ferma durante le pause, ma seguendo poi tutte le coreografie già stabilite dai balletti.

Ad un certo punto, quando arriva il turno del balletto del re leone, (il suo cartone animato preferito), è inarrestabile. Come un fuoco d'artificio saltella, balla, canta.

E tu ti chiedi come può una bambina così piccola , esprimere così forte la gioia, l'impeto e la serenità.

Una delle sue maestre alla fine della recita mi disse: “Signora, sua figlia sembra nata sul palcoscenico, cattura l'attenzione in un modo naturale, è come una calamita.

Ed è una vera attrice. Questo atteggiamento è meraviglioso oggi, ma attenzione crescendo potrebbe anche diventare un'arma pericolosa.

Comunque complimenti noi attingiamo continuamente alla sua gioia di vivere.”

Francesca bambina, cresce in perfetta simbiosi con le esigenze della sua famiglia.

Abituata ad essere flessuosa sempre con una capacità di adattamento e di familiarità con gli altri, ci consente piena libertà.

Tu non c'eri , quando Gerhard nel 1998 ci ha invitato al suo matrimonio a Vienna.

Ma tuo figlio Robert, tuo fratello Andrea e sua moglie Eva, hanno vissuto questa esperienza con noi . Francesca è stata la più vezzeggiata durante il matrimonio.

Lei aveva appena compiuto 4 anni.

Ebbene con tutta serenità in 3-4 giorni abbiamo fatto il viaggio in aereo fino a Budapest, poi in macchina, con Erik altri 200 km fino a Vienna.

Poi il soggiorno in un appartamento a noi sconosciuto, in centro città, dove lo sposo ci ha ospitato. Lei si è comportata come se quella fosse stata da sempre casa sua.

Tutte le persone straniere che intorno a noi parlavano in tedesco. Eppure lei con assoluta naturalezza ha socializzato con tutti e si è divertita tantissimo.

Ed il giorno dopo il matrimonio stesso viaggio al ritorno da Vienna in macchina fino a Budapest e poi nuovamente in aereo Budapest -Roma.

Nessuna traccia di paura o di estraneità. Abbiamo avuto l'occasione in quei giorni di visitare un meraviglioso parco dei dinosauri vicino all'hinterland viennese.

Ebbene vestita in pantaloni bianchi e gilet a righe bianche e celesti, immancabili scarpe da ginnastica, cerchietto rosso e lunghi riccioli indomiti che scendono sulle spalle- Francesca – ridacchiando si fa ritrarre in una foto sotto le gambe di un enorme dinosauro, ironica, irriverente, divertita , fuori da qualsiasi stereotipo. Unica!

Ti invierò le foto di questo breve viaggio nella tua città, così potrai renderti conto del suo modo di essere e della nostra meraviglia di starle accanto mentre cresce .

Ed ora prima di congedarmi

Ti prego di non meravigliarti se ho cominciato il racconto da così lontano, ma è necessario che attraverso questi spot , immagini, racconti, tu viva l'atmosfera che noi abbiamo respirato con lei, sempre .

Alla fine del racconto dovrai conoscere ogni sfumatura come se anche tu avessi vissuto nella nostra famiglia.

Non posso spiegarti ancora perché, te lo rivelerò alla fine della storia.

Un bacio per ora ti voglio bene Loretta

“”Ciao bella, come stai volevo confessarti che è emozionante entrare piano piano in punta di piedi nella tua vita , recuperando tutti questi anni in cui siamo state un po' lontane, Ti ascolterò col cuore aperto .

Intanto ti racconto le ultime novità …..........................................................

384,09 ₽
Возрастное ограничение:
0+
Дата выхода на Литрес:
21 августа 2020
Объем:
210 стр. 1 иллюстрация
ISBN:
9788835409595
Правообладатель:
Tektime S.r.l.s.
Формат скачивания:
epub, fb2, fb3, ios.epub, mobi, pdf, txt, zip

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