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CAPITOLO 3
LA STELLA È TRA NOI
Geb girava irrequieto su e giù per la stanza. Di tanto in tanto scuoteva la testa e borbottava fra sé e sé.
Sam stava strimpellando qualche nota con la sua chitarra mentre Male e Ny sceglievano accuratamente la loro prossima vittima fra le sei malcapitate fan. Ogni anno era concesso loro di nutrirsi con l’anima di giovani fanciulle, in modo da rafforzare i loro poteri.
Non erano come tutti gli altri demoni che vivevano tra le mura di Kali Phi. Erano di stirpe nobile. Sei fra i settantadue portatori dei sigilli infernali. Era stato affidato loro l’incarico di verificare se e quando si fosse fatta viva la portatrice dei sette sigilli angelici, l’unica in grado di cancellare il patto e ripristinare il mondo di una volta.
In realtà il settimo articolo era stato messo lì per ingannare gli umani e dar loro la speranza che, un giorno, le cose sarebbero potute tornare come prima. Girava voce, però, che l’Onnipotente avesse trovato un modo per ritorcere contro il Maligno il settimo articolo, creando davvero un essere in grado di sconfiggerlo.
Teoricamente nessuno avrebbe potuto portare dentro di sé i sette sigilli angelici, il potere era troppo grande e nessun essere, umano e non, sarebbe stato in grado di farlo. La leggenda che si era diffusa attraverso qualche gruppo di Sovversivi all’interno di Kali Phi parlava di una Stella, un essere non ancora formato in grado di farsi carico di poteri immensi.
Geb non ci credeva, ma sembrava che qualcosa si stesse avverando. Aveva percepito delle pulsazioni in una delle due ragazze che avevano conosciuto a fine concerto. Una vibrazione strana che era andata a stimolargli quella parte nascosta dentro la mente in grado di mostrargli il futuro.
Quale delle due nascondeva un segreto?
La ragazza dai capelli rossi, Nael, non gli era sembrata particolarmente interessante. Dopo che si erano tutti riuniti attorno a loro aveva smesso di parlare. Si limitava a sorridere e a rispondere con un cenno del capo. Era silenziosa e schiva, sembrava avesse paura e volesse fuggire il prima possibile.
Se li temeva così tanto, come avrebbe potuto combattere contro il Maligno?
L’altra ragazza invece… Kayley. I suoi morbidi capelli biondi raccolti in una treccia fatta cadere di lato, gli occhi verdi e puri, la timidezza del suo sorriso. Sì, solo lei poteva essere la Stella separata dal cielo. La chiamavano “Portatrice dei sigilli”, né angelo né essere umano. Costretta a portare i sigilli degli arcangeli e bandita dal cielo e dalla terra perché disobbedì all’Onnipotente.
La sua missione era una sola: sconfiggere il Maligno e riportare il mondo com’era prima dell’Apocalisse Oscura.
Le sei ragazze presenti nella stanzetta erano state imprigionate in una sorta di trance. Erano sedute una accanto all’altra sull’ampio divano della sala prove nel nucleo di Ny.
‹‹Trovo invitante la terza, quella con gli occhi blu enormi e i capelli tinti di biondo. Però mi attira anche la mora con gli occhiali, la trovo tanto scolaretta indifesa. Tu che dici, Geb?››. Male ispezionava le ragazze come fossero scatolette di cibo al supermercato.
Geb si girò verso Male, il vero aspetto da demone faticava a starsene nascosto ed ebbe la meglio. Gli occhi gli si ingrossarono e presero un colorito bianco, smorto. Dalla bocca spuntarono due grosse zanne rivolte all’insù. La pelle cominciò a raggrinzirsi e a scurirsi assumendo una smorfia terrificante.
‹‹L’una o l’altra non ha importanza, basta che ti decidi. Non abbiamo tempo da perdere, ho una cosa importante da dirvi››.
‹‹È una scelta importante pure questa, sai! Posso cibarmi una volta l’anno e devo scegliere accuratamente l’anima con cui saziarmi››. Male parlò senza nemmeno voltarsi. Prese il mento della bionda fra le mani e lo guardò da entrambi i lati.
Geb perse la pazienza, si avvicinò verso la ragazza mora con gli occhiali. La prese per i capelli e le tirò la testa indietro. Avvicinò il viso al suo e spalancò la bocca. Ne aspirò l’anima con un misto di avidità e rabbia, riducendo il corpo della povera ragazza in condizioni simili a quelle di una mummia, avvizzito e pieno di muffa grigia. Si sentì sazio e potente. Un’arma ricaricata e pronta a portare caos e sofferenza dovunque passasse. L’anima della ragazza gli era entrata dentro come acqua gelida rinvigorendo ogni singolo muscolo del corpo.
Quella ragazzina, quella Stella, come la chiamavano quegli ingenui umani, non avrebbe avuto speranze contro di lui. Si sentiva invincibile e pronto a spargere il sangue di chiunque avesse osato mettersi contro il suo Signore.
Gettò a terra il corpo privo di vita che stringeva ancora fra le mani come fosse una bottiglia vuota e si girò verso Male puntandogli un dito minaccioso contro.
‹‹Ti ho tolto l’imbarazzo della scelta, ora sbrigatevi. Tutti quanti! Credo che avremmo un lavoretto… complicato da svolgere››.
‹‹Complicato… quanto?››. Ny aveva appena finito di succhiare l’anima di una trentenne vestita da ragazzina, con le gonne un po’ troppo corte che lasciavano scoperte le gambe sode.
‹‹La Stella! Credo sia tra noi››.
Mik, seduto sulle scale che portavano al piano superiore, alzò la testa di scatto. ‹‹Com’è possibile? Non può esistere, è soltanto una stupida leggenda e noi dovremmo saperlo meglio di chiunque altro››.
Male e Morgan, ancora chini sui corpi delle loro vittime, smisero per un attimo di aspirare l’anima e ascoltarono ciò che stava per dire Geb.
‹‹Una delle due ragazze che ci ha presentato Morgan stasera, Kayley. La bionda sembra avere tutte le caratteristiche, ho anche percepito delle vibrazioni strane. Dobbiamo assolutamente verificare››. Chiuse gli occhi muovendo la testa a destra e a sinistra. Le ossa scricchiolarono leggermente e tornò al suo aspetto umano.
Sospirò e riprese il discorso. ‹‹Penso anch’io che sia strano, ma meglio prevenire che curare. Dopotutto, siamo stati mandati qui per questo, per vigilare che nulla possa ostacolare i piani del nostro Signore››.
Male finì di succhiare l’anima, lasciò cadere il corpo sopra gli altri cadaveri ammuffiti e si avvicinò a Geb incrociando le braccia. ‹‹Come puoi essere sicuro che sia la bionda e non la rossa? Potresti anche sbagliarti››.
Geb si grattò il mento. ‹‹Hai perfettamente ragione. Tutto mi fa pensare che sia la bionda, ma forse è il caso di fare una verifica più approfondita anche nell’altra ragazza. Il Maligno è stato chiaro: eliminare ogni movimento sospetto››.
‹‹È per questo che sono qui io››, disse Male spalancando le braccia in un gesto plateale. ‹‹Poi devo ammettere che mi attira molto. Credo che me la lavorerò per bene prima di assaggiarle l’anima. Mmm, dev’essere così gustosa, così vitale e… Piena di potere in più per me››.
Sam gli tirò dietro una bottiglia d’acqua vuota prendendolo in testa. ‹‹Sei sempre il solito Male! Approfittarsi così delle povere ragazzine indifese!››
‹‹Se è per questo, credo ne approfitterò anch’io››, disse Morgan dando una pacca sulla spalla di Male. ‹‹Ho come l’impressione di interessare alla bionda. Come ha detto di chiamarsi? Ah, si! Kayley››.
Tutti si misero a ridere. Sentivano che per loro era un momento importante, una svolta decisiva. Eliminando la Stella, avrebbero potuto ritornare a regnare nei loro gironi, e magari il Maligno avrebbe deciso di rompere il patto, dato che non ci sarebbe stata più l’occasione che il settimo articolo si verificasse.
In quel caso, avrebbero potuto liberarsi una volta per tutte di quel ridicolo aspetto umano e saziarsi di tutte le anime umane rinchiuse nella cittadella.
Ny se ne stava appoggiato al muro a braccia conserte rimanendo fuori da quel momento di festa.
Osservava Mik.
Non si era ancora cibato, non aveva minimamente reagito alla notizia e sembrava assorto nei suoi pensieri. Chissà cosa gli passava per la testa, non era da lui starsene in disparte. Di solito era sempre il primo a cibarsi, altrimenti Male e Morgan gli rubavano le anime migliori.
‹‹Mik››, lo chiamò. ‹‹Tu cosa proponi di fare? Non hai ancora detto nulla, hai qualche piano da suggerire per caso?››.
Il batterista sussultò. Per un attimo sembrò non ricordarsi di cosa avessero parlato fino a quel momento.
‹‹Ehm… No, nessun piano. L’unica cosa che mi viene in mente è di avvisare il Maligno e metterlo in guardia da possibili attacchi››.
‹‹Buona idea Mik››, disse Geb.
Ny si avvicinò minaccioso a Mik, non era ancora del tutto convinto di lui. C’era qualcosa che non andava, lo percepiva e questo gli dava parecchio fastidio.
‹‹Lo sai che avremmo bisogno di essere tutti in forze per questo momento, vero?››.
Il demone annuì privo di espressione.
‹‹Allora perché non ti sei ancora cibato?››. Gli occhi di Ny si tinsero di nero e l’aria attorno a lui si fece più cupa.
‹‹Ho aspettato che finiste di giocare col cibo, ora è il mio turno››, rispose con aria scocciata.
Ny si spostò di fianco e con un braccio indicò la strada verso l’ultima ragazza ancora viva seduta al centro del divano.
Mik si alzò e avanzò verso di lei. I suoi capelli rossi le ricordavano quelli della ragazza che aveva osservato durante tutto il concerto. Le aveva stuzzicato un ricordo nascosto in qualche angolo della mente. Forse l’aveva già vista prima, era successo qualcosa legato a lei.
Ma cosa? Per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare. Vedeva solo i suoi dolci occhi di un verde talmente chiaro da sembrare luminoso.
Per un attimo gli parve di avere ancora il suo viso davanti. Esitò un momento. Poi succhiò tutta l’anima in un colpo, come a voler scacciare quel ricordo.
Il volto della ragazza del concerto sparì.
Non sapeva nemmeno come si chiamava. Forse avrebbe preferito che la Stella fosse lei e non la bionda. Forse, eliminandola, avrebbe fatto sparire quella strana sensazione che provava dentro.
Sì, quella era la soluzione giusta. Stella o non Stella, l’avrebbe eliminata lui stesso e una luce sinistra negli occhi gli confermò che nessun altro l’avrebbe uccisa all’infuori di lui.
Ny evocò un messaggero del Maligno. Da quando erano arrivati in quella dimensione non avevano più avuto la possibilità di parlare con lui di persona. Dopo più di cinquecento anni non sapevano nemmeno che aspetto avesse.
Il messaggero era un Nia-Za, uno dei demoni che vivevano nelle Terre di Nessuno. Erano creature invisibili, incorporee, e indossavano lunghi mantelli neri e sfilacciati. Dovunque passassero portavano morte. Agli umani che, disobbedendo al patto, avevano la sfortuna di passare sotto le loro grinfie venivano inflitte le più atroci torture.
Si presentò di fronte a loro fluttuando nell’aria. ‹‹Ebbene, se mi avete chiamato vuol dire che ci sono notizie importanti per il Maligno››, disse con voce metallica che sembrò rimbombare dentro le pareti della piccola sala.
‹‹Sì, messaggero. La leggenda è vera, la Stella esiste ed è tra noi. Abbiamo percepito la sua presenza stasera››, disse Ny a nome di tutti.
Il Nia-Za alzò la testa. Uno sbuffo di fumo gli uscì da sotto il cappuccio. ‹‹Sapete come comportarvi in questo caso: trovatela ed eliminatela. Il Maligno non ama essere sconfitto››.
‹‹E noi saremmo ben lieti di soddisfare i desideri del Nostro Signore››.
‹‹Bene. Uccidetela, a tutti i costi. Non abbiate pietà né di lei, né di chi tenterà di aiutarla››.
Detto ciò, il messaggero scomparve in una nuvola di fumo nero lasciando dentro la stanza un forte odore di zolfo.
CAPITOLO 4
LA RAGAZZA SBAGLIATA
Kay e Nael sedevano nell’unico locale all’interno di Kali Phi. Era situato tra il Settore 2 e il Settore 3, non molto distante dal nucleo di Nael.
Diversamente dal resto delle abitazioni, il locale aveva le pareti dipinte di un tenue azzurro chiaro e i tavoli color acquamarina. Un po’ di colore in mezzo a tutto quel bianco era un toccasana per gli occhi.
Nael sorseggiava pigramente un cocktail a base di frutta e ascoltava distrattamente Kay, ancora eccitata dall’incontro della sera precedente. La sua mente era affollata di pensieri. L’incubo di qualche sera fa, il tatuaggio sulla schiena di Ny, i brividi di paura che aveva provato stando accanto ai D-Soul.
E Mik.
Mik e i suoi occhi azzurri come il cielo, i capelli corti, ricci e castani. Si chiedeva perché fosse fuggito alla fine del concerto. Era confusa. Lo temeva e al tempo stesso si sentiva attratta da lui come sotto una sorta di incantesimo. Lo odiava e lo amava. Aveva paura e lo cercava.
Come poteva provare tutto questo dopo averlo visto per sole due ore?
‹‹Sono sicura che non avrò più occasioni simili. Mi ha parlato una volta, la prossima non avrà più tempo per me››, piagnucolò Kay riportandola con la testa al presente.
‹‹Ascolta, se è destino lo rivedrai, sennò non importa. Devi accontentarti di quello che è successo, e credo sia stato già tanto››. Nael posò il bicchiere sul tavolo. ‹‹Ricordati che sono demoni e sono anche famosi. Non credo abbiano tempo per gli appuntamenti e le passeggiate romantiche, non sapranno neanche cosa significhi il termine amore››.
‹‹Sai, Nael? Credo che tu abbia un dono: quello di radere al suolo le speranze degli altri. Se tu vedi le cose in modo negativo, non pretendere che sia lo stesso per me››. Kay incrociò le braccia e la guardò male. ‹‹Lo so che sono demoni, ma stanno a contatto con noi umani da così tanto tempo… qualcosa devono pur avere imparato››.
Afferrò il bicchierino di vodka e lo mandò giù tutto d’un fiato. Quando ebbe finito lo sbatté sul tavolo sottolineando il fatto che l’aveva presa male.
Nael la conosceva troppo bene. La sua migliore amica metteva il broncio due secondi e poi facevano subito pace.
‹‹Eddai Kay, stavo scherzando! Dovrò pur sfogare su qualcuno le mie frustrazioni da zitella››, e le fece gli occhi dolci.
Le due ragazze si guardarono serie per qualche secondo. Poi scoppiarono a ridere.
‹‹Sei fortunata Na, ti voglio troppo bene per prendermela con te. E ammettilo, senza di me ti annoieresti a morte››.
Non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere. Vide un cameriere passare e urlò ‹‹Scusa, ancora una vodka gra…››. Si fermò all’istante.
Un ampio sorriso le si dipinse in volto e le sue guance andarono in fiamme.
‹‹Na, mi crederesti se ti dicessi che Morgan e Male sono qui?›› Disse guardando un punto indefinito dietro di lei.
‹‹Sì, potrebbe essere. È un luogo pubblico in fin dei conti››, rispose Nael con sarcasmo.
‹‹E mi crederesti anche se ti dicessi che stanno venendo verso di noi?››.
Un brivido le salì lungo la schiena. Si voltò di scatto e li vide a pochi passi dal loro tavolo. Stavano davvero procedendo verso di loro. Da quando in qua si interessavano alle loro fan? Qualcosa non quadrava.
Male la guardò negli occhi e la salutò con un gesto della mano. Il suo sguardo non prometteva niente di buono. Sembrava quasi la stesse mangiando con gli occhi.
‹‹Guarda un po’ chi si vede qui! Le nostre amichette››, disse Male dando una pacca sulla spalla alle due ragazze.
Morgan sorrise e chiese gentilmente ‹‹Possiamo sederci con voi o disturbiamo?››
Sarebbe stato difficile dire di no a una persona educata come lui. I suoi modi contrastavano in maniera alquanto evidente con il fatto che era un demone, e con l’idea che si era fatta di loro. Forse era proprio vero che avevano imparato qualcosa dagli esseri umani.
‹‹Ma certo, accomodatevi››, rispose subito Kay spostando la sedia per fare posto.
‹‹Che fortunata coincidenza trovarti qui››, sussurrò Morgan all’orecchio di Kay. ‹‹Sai, a dire il vero lo speravo. Volevo proprio invitarti a fare due passi con me una sera, tanto vale approfittarne adesso››.
Il cuore della ragazza cominciò a martellare all’impazzata. Sembrava quasi volesse esplodere da un momento all’altro. Fece un cenno con la testa, si sentiva la bocca impastata e non riuscì a pronunciare con chiarezza la parola sì.
Morgan le sorrise guardandola intensamente negli occhi e la prese per mano. Poi si voltò a guardare Nael.
‹‹Ti rubo l’amica per un po’. Ti dispiace?››.
Nael guardò Kay, che sembrava implorare con gli occhi di non rovinarle quel bellissimo sogno che stava diventando realtà.
Nael avrebbe tanto voluto dire che sì, le dispiaceva un sacco perché la sentiva più al sicuro in quel bar in mezzo alla gente che sola con uno come lui. Sicuramente Morgan avrebbe approfittato di lei, ma non voleva passare per una che si diverte a mettere i bastoni fra le ruote.
Kay era così felice, le si leggeva negli occhi.
‹‹C-certo, vai pure››, balbettò Nael, cercando di sorridere il più sinceramente possibile.
‹‹Ti lascio in compagnia di Male allora, è innocuo… o almeno lo spero per te››, rispose Morgan strizzandole l’occhio.
Guardò i due allontanarsi con uno strano senso di apprensione e intanto pregava che Malexis fosse davvero innocuo.
Morgan sapeva che sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma non immaginava che fosse così facile convincere la rossa a lasciare andare l’amica con uno sconosciuto. C’era qualcosa di strano in lei, qualcosa di misterioso che la classificava come possibile minaccia.
Non si preoccupò di approfondire quel pensiero: una volta eliminata la Stella, sarebbero morti tutti.
Pure la rossa.
Forse lui piaceva davvero alla bionda che teneva per mano. Un punto di vantaggio a favore del demone. Il suo fascino si era rivelato utile. Magari avrebbe potuto approfittarne prima di ucciderla.
La guardò. Kayley era un’umana davvero attraente. La sua bocca sembrava così soffice, così desiderosa di provare piaceri che con qualcuno della sua specie non avrebbe mai provato.
Sì, avrebbe approfittato di lei se si fosse presentata l’occasione.
Si fermarono di fronte al nucleo di Ny.
‹‹Kay, vorrei suonare qualcosa per te stasera››, disse accarezzandole i morbidi capelli. ‹‹Però se non vuoi non importa, andiamo da un’altra parte. Capisco che potresti pensare abbia strane intenzioni invitandoti a casa mia, ma non è così. Lo giuro››.
Fece una piccola pausa. Guardò gli occhi limpidi e puri di Kayley e lasciò che la ragazza assorbisse lentamente ciò che le aveva appena detto.
Era un attore nato.
Avvicinò il suo viso a quello di Kay. Si fermò poco distante dalla bocca e le sussurrò ‹‹Tu mi piaci davvero, dal primo istante in cui ti ho vista››.
La baciò con un’intensità tale da farle girare la testa. Poteva percepire quello che provava e, se avesse voluto, succhiando più intensamente si sarebbe nutrito della sua anima. Al solo pensiero sentì sulle labbra quel leggero pizzicore che provava ogni volta pochi istanti prima di nutrirsi.
Stava quasi per cedere all’assaggio di quell’anima dal gusto così fresco, così pieno di vita… Ma aveva una missione da portare a termine.
Si staccò dalla sua bocca prima di perdere del tutto il controllo. Le sorrise e aprì la porta. La fece accomodare con un gesto del braccio, da vero gentiluomo.
‹‹Prima le signore››.
‹‹Grazie››, replicò Kay con un fil di voce.
Non appena fu all’interno dell’abitazione, Morgan chiuse a chiave la porta e accese la luce.
Kay realizzò di essere in trappola. Solo in quel momento la consapevolezza che avrebbe dovuto ascoltare Nael la colpì in pieno.
Erano demoni e la loro natura era sempre stata quella di ingannare i deboli umani.
‹‹Ciao, Kayley››. Ny la accolse seduto comodamente in una sedia posta al centro della stanza.
Impaurita, Kay si voltò di scatto in direzione della porta finendo direttamente tra le braccia di Morgan.
Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
‹‹Non urlare, renderesti solo le cose più difficili››, disse Morgan, e la fece sedere di peso sulla sedia.
Sam apparve all’improvviso con un paio di corde in mano. ‹‹Geb aveva previsto che saresti stata una ragazza difficile, così ho pensato di portare degli aiutini››.
Le prese le mani e le legò dietro lo schienale della sedia. Poi immobilizzò anche i piedi.
‹‹Fatto. Ora è tutta tua, Geb››. Sam alzò il pollice in segno di via libera.
Gebinan posò i suoi occhi azzurri su quelli altrettanto chiari della bionda seduta davanti a lui. La scrutò intensamente fino a trovarle l’anima e a portarla all’esterno.
La ipnotizzò facendola cadere in trance. In un solo attimo, fu in grado di vedere gli istanti più importanti della vita di Kayley. Li eliminò tutti, uno ad uno, rendendo la sua mente vuota e libera da ogni altro pensiero. Spalancò gli occhi e cominciò a fissare il vuoto davanti a lei.
‹‹È pronta››, disse agli altri.
Ny le si parò davanti, incrociò le braccia e chiese con voce autoritaria ‹‹Hai fatto sogni strani?››
‹‹Io… non so, non ricordo››. Parlò con voce piatta, priva di vita.
‹‹Sarò più preciso, hai sognato di essere bruciata viva?››.
‹‹Io no››.
‹‹Hai visto strani simboli sul tuo corpo?››.
‹‹Io no››.
Ny cominciò a perdere la pazienza. Si precipitò verso di lei e la prese per le spalle scuotendola con violenza.
‹‹Hai visto strani tatuaggi sul mio corpo ieri sera?››.
‹‹Io no››, rispose lei per la terza volta.
Ny mollò la presa dalle spalle di Kay e si mise le mani tra i capelli imprecando. Le cose si stavano facendo complicate. Se fosse stata davvero la Stella, avrebbe dovuto rispondere affermativamente. Un sogno avrebbe dovuto preannunciarle l’uscita dei simboli sul suo corpo, incisi a fuoco nella pelle e, essendo un essere dotato di grandi poteri, avrebbe dovuto avere la facoltà di vedere il marchio reale sulla schiena dei sei demoni.
Allora perché diavolo aveva risposto di no a tutto?
Avevano forse sbagliato qualcosa?
Geb si alzò dal divano e si avvicinò a Ny. ‹‹Hai notato come ti ha risposto?››.
Ny guardò l’altro demone negli occhi. ‹‹Che vuoi dire?››.
‹‹Ti ha sempre risposto dicendo Io no. Questo vuol dire che lei non ha visto i sigilli. Ma qualcun altro probabilmente sì››.
‹‹La rossa››, sussurrò Mik. ‹‹Stai dicendo che la rossa è la Stella? Che ci siamo sbagliati e abbiamo preso la ragazza sbagliata?››.
‹‹Sì, proprio questo, Mik››. Geb faticava a contenere i fremiti di rabbia che gli scuotevano il corpo. ‹‹Ny, falle le stesse domande facendo riferimento a Nael››.
Sul volto di Ny spuntò un sorriso terrificante. Poggiò le mani sui braccioli della sedia e si avvicinò minaccioso al viso della ragazza.
‹‹Nael ha sognato di essere bruciata viva?››.
‹‹Sì››.
‹‹Nael ha visto strani segni sul suo corpo in quel sogno?››.
‹‹Sì››.
‹‹Nael ha visto strani tatuaggi sulla mia schiena ieri sera?››.
‹‹Sì››.
Ora avevano la conferma. La Stella era veramente fra loro, ma non era la bionda seduta al centro della stanza.
Avevano commesso un errore. Ny non capiva come fosse stato possibile, Geb non sbagliava mai. In ogni caso, non importava. Erano stati previdenti e in quel preciso istante la ragazza dai capelli rossi era con Malexis.
Non aveva scampo.
Ny si girò verso Morgan. ‹‹È tutta tua››, disse indicando Kay con il pollice. ‹‹Uccidila!››.
‹‹Con molto piacere››.
Morgan si avvicinò a Kay, le accarezzò i capelli come aveva fatto pochi istanti prima. Fremeva dalla voglia di cibarsi di quella giovane e succulenta anima. Prima il suo appetito non era stato stuzzicato a vuoto. La fortuna sembrava essere dalla sua parte quel giorno.
‹‹Come mi dispiace farti questo. Ma sai, sono un demone. Il bacio di poco fa… mmm, mi ha fatto desiderare la tua anima più di qualsiasi altra cosa››.
Appoggiò le labbra a quelle inerti di Kay, le diede un piccolo bacio e poi le succhiò l’anima con avidità. Era arrivato al punto di desiderarla così intensamente che gli sembrò divina, quasi perfetta. Più l’anima entrava dentro di lui, più il suo corpo si gonfiava di potere.
Era questo il bello di essere demoni speciali, avevano ricevuto dal loro Signore il lusso di scegliere con che cibo nutrirsi e Morgan, in quel momento, era certo di aver scelto l’anima più pregiata.
Continuò a succhiare e a succhiare. Le vene gli pulsavano a più non posso. Si sentiva sazio, però non voleva sprecare nemmeno un goccio di quel nettare prezioso. Così continuò finché di quella dolce fanciulla ingenua non restò che un mucchietto di carne raggrinzita.