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Trama

Quando Noele Lewis, giovane barista di Hilo, venne difesa per la prima volta da Cade Evans, sexy vigile del fuoco, si accorse di aver perso il controllo degli occhi, fissi sul suo scultoreo fisico, e della parola. Arrivata a casa si convinse che non fosse il ragazzo adatto a lei ma, durante un’uscita con le sue migliori amiche, incontra Cade che la invita ad uscire con lui. Noele con il passare del tempo si accorge che Cade è tormentato dal passato e questo lo porterà a mantenere le distanze ma ben presto il giovane vigile del fuoco si accorgerà che Noele è una ragazza diversa da tutte le altre, provando sensazioni che non percepiva da tempo. Nello scoprire il vero Cade, Noele arriverà a testare i limiti del piacere erotico.

Antonina Lentini

Si Mr. Evans

Vol. 1

Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.

L’amore è un fumo che si leva dal respiro degli amanti, e quando la nebbia si dirada si

tramuta in fuoco che sfavilla nei loro occhi, e quando ostacolato è un mare riempito dalle lacrime degli occhi di quelli stessi amanti.

(William Shakespeare)

A tutte le ragazze, che sognano di avere

un uomo come Cade Evans.

1

Dannazione ma non poteva scegliere un altro giorno per non andare a lavoro? Mannaggia a te Arizona. Devo fare quella dannata ceretta, altrimenti non potrò sostituirla, oggi è il mio giorno libero o meglio, era il mio giorno libero. Dovevo fare un sacco di cose, fare la spesa, pulire la casa, incontrare Beverly e Naomi, invece devo andare a lavorare. Sarà meglio che mi sbrighi.

E ora chi è che rompe a telefono!

<<Pronto, Noele, sono Arizona, ti ha avvisata il capo?>>

<<Non dire niente, Xavier mi ha detto tutto, dannazione a te, avevo un sacco di cose da fare.>> Esclamo.

<<Ti prego, perdonami, per favore dimmi che mi sostituirai.>>

M’implora, con voce dispiaciuta. Vorrei ucciderla. <<Si vado, ma se mi terrai ancora a telefono non ci andrò più.>> Borbotto.

<<Si riattacco, ah Noe…grazie mille e in bocca al lupo

con i clienti.>>

<<Crepi il lupo.>>

Ma perché mi sono fatta convincere?

Per fortuna abito a pochi isolati dalla spiaggia e arriverò in tempo per le ventuno.

Eccola, la spiaggia è piena di gente in costume che si diverte.

Lo Xavier’s Bar è ricoperto di raffia, in mezzo alla sabbia perfettamente dorata ci sono delle sedie di bambù e gli ombrelloni di palma chiusi.

Entro nel camerino di fretta e furia e mi cambio.

La divisa è molto striminzita, una mini gonna in raffia e per coprire i seni due noci di cocco, attorno al collo una ghirlanda con fiori gialli e fuxia e come fermaglio un enorme fiore blu.

Mi imbarazza molto indossarla ma è legge. <<Ehi Noele, fammi un bel Moijto.>>Naomi mi sorride, sicuramente si starà divertendo al solo pensiero

che io stia lavorando e lei si stia rilassando, mentre preparo il drink.

D’ altronde ho sempre sognato di fare la barista e Naomi di fare la segretaria per un uomo d’affari molto sexy. Evidentemente la fortuna è stata dalla nostra parte perché i desideri si sono avverati.

<<Scusa se vi ho dato buca stasera, ma ho dovuto sostituire Arizona che è a fare chissà cosa.>> Mi faccio dispiaciuta, sporgendo il labbro inferiore. <<Oh tranquilla, non preoccuparti, come vedi sono venuta a farti compagnia.>> Se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto.

<<Non sai quanto mi dispiace. E quella ragazzaccia di Beverly dov’è andata?>> Chiedo, stupita per la sua assenza.

<<È con Dakota.>> Sgrano gli occhi. <<Ma Dakota è quel ragazzo che ha conosciuto giorni fa quando eravamo in spiaggia a ballare?>>

<<Si proprio lui.>>

Cambiando discorso, decido di porre un altro quesito. <<Come va con il tuo bel capo?>> Chiedo con un filo di curiosità.

<<Va tutto bene, manca poco per la conquista. Il mio Alexavier Morrison è un osso duro.>>

Mi ha appena fatto l’occhiolino.

<<Immagino.>> Esclamo. <<Ecco il tuo Mojito.>> <<Signorina?>> Mi chiama un uomo, sulla cinquantina, cicciottello e calvo.

<<Si.>> Mi dirigo verso di lui. <<Vorrei un Margarita per favore.>>

<<Si, glielo preparo subito.>> Oggi c’è davvero tanta gente da servire, non ho un attimo di tregua. Lancio un’occhiata a Naomi, mi catapulto dal cliente e come un’imbranata inciampo contro lo scalino. <<Dannazione, maledetto scalino.>> Esclamo. Poggio la mano sul banco e imbarazzata mi rialzo. Tutti mi stanno guardando, ovviamente arrossisco.

<<Ecco a lei signore.>> Gli porgo il drink e non appena beve un sorso me lo sputa addosso bagnandomi la striminzita e quasi invisibile gonna. <<E questo lei me lo chiama Margarita?>>Chiede sconcertato, con occhi infuocati. <<Mi scusi, gliene preparo un altro.>>

L’uomo mi fa cenno di lasciare stare e mi grida contro. <<Sei un incompetente, non sai fare uno stramaledetto Margarita, ignorante, fa veramente schifo.>> Esclama. <<Ehi signore ma le sembra il modo di rivolgersi a una signorina in questo modo?>> L’anziano fissa il ragazzo e per fortuna va via.

<<Stai bene?>> Mi guarda preoccupato poggiando una mano sul banco.

Io rimango allibita, è bello da svenire. Ha i capelli neri, non troppo corti e gli occhi verdi, carnagione piuttosto abbronzata, è alto circa 1.80 m, indossa un costume in stile hawaiano a pantaloncino ed è a vita bassa. Scorge dei fantastici addominali ben scolpiti. Con gli occhi scendo sempre più in basso e noto l’immancabile e ammaliante “V” far capolino dai suoi fianchi. Ha le braccia possenti e muscolose.

Poi mi obbligo a salire con lo sguardo e noto il viso angelico, con un filo di barba, espressione tesa con gli occhi che continuano a scrutarmi.

Mi schiarisco la voce. <<S…si tutto bene.>>

<<Tu sei…?>> Ho difficoltà a capire la sua espressione.

<<N…Noele, Noele Lewis. Grazie per avermi difesa, capita spesso, ma non possiamo fare niente, il cliente ha sempre ragione.>> Esclamo.

<<Si ma questo non spiega il suo comportamento. È da incivili.>> Il suo volto comincia a rilassarsi.

<<Non so come ringraziarti, vuoi qualcosa da bere?>> Chiedo, sono

confusa e incantata dalla sua bellezza.

<<Non ti preoccupare, è mio dovere salvare le persone.>> Mi sorride. <<Offrimi quello che vuoi.>>

<<Un Margarita.>> Affermo con tono scherzoso. <<Spero non sia come quello del signore altrimenti mi infurio.>> Mi fa l’occhiolino e arrossisco. Maledetti vasi capillari.

<<Scusa ma tu sei?>> Chiedo curiosa.

<<Che maleducato, ancora non mi sono presentato. Sono Cade Evans>>. Mi porge la mano per fare conoscenza, non appena la tocco sento una scossa percorrermi lungo la schiena.

La sua mano è calda e morbida.

Gli sorrido e prendo la coppa Margarita, inumidisco con uno spicchio di limone solo metà bordo del bicchiere e lo ricopro di sale ottenendo un effetto brinato, poi lo metto nel freezer e lo faccio raffreddare. Le mani mi tremano e con la coda dell’occhio percepisco il suo sguardo, mi sento inquieta.

Nel frattempo riempio per ¾ lo shaker con due cubetti di ghiaccio, aggiungo la Tequila, il Cointreau del succo di limone e shakero energeticamente per qualche secondo. Riprendo la coppa, filtro il tutto, prendo una fetta di limone e lo metto nel bordo. <<Ecco a te, spero ti piaccia.>>

Lo guardo imperterrita mentre assaggia il drink, non so cosa dire, sono impaziente di sentire un suo giudizio. Fa un gemito e porta la testa all’indietro.

Ha un collo così sexy!

Mi sorride. <<È buonissimo.>>

<<Ottimo.>> Scrollo i nervi di dosso. <<Speravo ti piacesse, ero nervosa nell'attesa di sentire un tuo giudizio.>>

<<L’avevo capito.>> Mi guarda fisso negli occhi. <<Tremavi quando preparavi il drink.>> Dice sorridendomi. La scossa si è fatta sentire nuovamente, ma stavolta più intensa, tanto da farmi raddrizzare e irrigidire.

<<Parlami un po’ di te.>> Sbarro gli occhi. Rimango esterrefatta dalla domanda.

Fortunatamente tra una domanda e l’altra, tra un drink e l’altro sono già le ventitré e trenta e posso domandare di andare via prima.

<<Xavier, io vado prima oggi.>> Grido al mio capo.

Dai capelli mori e occhi castani.

<<Va bene, a domani.>>

<<Un attimo che mi cambio, aspettami qui.>> Mi prende il braccio.

<<Perché ti devi cambiare? Stai bene così vestita. Hai un fisico bellissimo.>>

La scossa ritorna, mi piace la sensazione che provo quando mi tocca. Chiudo gli occhi per il piacere che sto vivendo. Faccio un enorme respiro, poi scrollo la testa. <<Non mi sento a mio agio, faccio subito.>> Fa un’espressione triste e mi lascia andare. Mi dirigo nello spogliatoio e mi cambio.

<<Finalmente.>> Esclamo.

Indosso una maglia a mezze maniche bianca, un paio di shorts di cotone fuxia e le infradito. Esco e lo raggiungo con passo svelto.

<<Stavi decisamente meglio prima.>> Afferma. Andiamo in riva al mare e ci sediamo sulla sabbia, ormai fredda.

Mi sento in imbarazzo. Decido di far parlare prima lui. <<Perché non inizi a parlarmi di te?>> Chiedo, prima che il coraggio di proferire parola svanisca.

Ha i gomiti poggiati sulle ginocchia e il viso rivolto verso il mare. Poi si gira a guardarmi. <<Cosa vuoi sapere?>> Mi sorride.

<<Che lavoro fai?>> Chiedo.

<<Sono un Vigile del fuoco e in particolare svolgo la mansione di coordinatore>>. Per questo mi aveva detto che salvare le persone era un suo dovere. <<Bello.>> Deglutisco. <<Quanti anni hai?>>

<<Ventotto.>> Ne dimostra meno.

<<E quando non lavori cosa fai?>>

<<Amo fare diversi tipi di sport e mangiare fragole al cioccolato.>> Sussurra, piegando le labbra in un sorriso malizioso, poi torna a guardare le onde. <<Ad esempio?>> Si gira nuovamente, bloccandomi con il suo sguardo.

<<Pratico surf, corro… amo mantenermi in forma.>> <<Anche io adoro le fragole al cioccolato, sono le mie preferite.>> Affermo, con l’acquolina in bocca.

<<Un punto a tuo favore, Miss Lewis.>> Mi guarda, facendomi arrossire.

<<Hai una vita sociale?>> Chiedo curiosa, magari ha una fidanzata.

<<Si. Quando il lavoro me lo permette esco con i miei amici a bere qualche drink.>>

<<Perché stasera sei solo?>> Ho un’infinità di domande che potrei fargli. Mi ispira curiosità. È misterioso.

<<Mi sembri una detective.>> Ride, mostrando i denti perfetti e bianchi.

Adoro sentirlo parlare. Mi piace molto la sua voce. <<Ero qua con Alexavier, ma l’ho perso strada facendo. Ha incontrato la sua segretaria nel bar dove lavori. Mentre ho sentito quel bifolco gridarti contro e ti ho raggiunta.

Il mio collega Derek invece è rimasto a casa con la fidanzata.>> Non appena pronuncia la parola fidanzata noto in lui un’espressione contraria, piegando le labbra in una risata sarcastica.

Lancio una rapida occhiata al suo viso, vorrei approfondire l’argomento “fidanzata”, ma preferisco non farlo. In questo momento dovevo essere con le mie amiche. Invece mi ritrovo seduta con la sabbia che mi entra negli shorts a fare la detective.

<<La tua famiglia? Hai fratelli, sorelle…>> Aggrotto la fronte.

<<Non parlo mai della mia famiglia con gli estranei. Sono molto riservato a riguardo.>> Ha un tono severo. Forse ho sfiorato un tasto che non dovevo toccare.

<<Scusa. Certe volte non mi rendo conto di quello che dico.>> Arrossisco. <<Con quante donne sei stato?>> “O mio Dio. Ma perché non sto zitta?”

Lui fa un sospiro. Giro immediatamente la testa nel senso opposto per evitare il suo sguardo.

<<Noele, passa a un’altra domanda. Non credo ti interessi davvero.>> Mi sembra leggermente irritato. Che strano sentirgli dire il mio nome. È bello. Arrossisco immediatamente. Ora il senso di disagio è aumentato.

Metto le braccia sotto le ginocchia e poggio su il mento.

Con la coda dell’occhio sbircio per vedere che espressione ha.

Con il pollice si accarezza il labbro inferiore. Poi si gira verso di me. Comincia a pizzicarmi la gola. Il cuore mi batte forte. E le guance mi bruciano. <<Ehi ciao Cade.>>

Una ragazza dai capelli rossi, fisico slanciato e occhi neri ci viene incontro. Gli si butta addosso. Lo ha appena baciato sulle labbra. Sgrano gli occhi. <<Che ci fai qui?>> Sembra abbastanza felice di vederlo.

<<Ciao Amber. Ci sentiamo domani. In questo momento sono impegnato.>>

La ragazza rimane delusa dalla sua risposta e va via.

Porta nuovamente lo sguardo su di me.

<<Se vuoi, puoi andare da lei. La tua amica è rimasta delusa da come l’hai trattata.>>

Faccio cenno per alzarmi, ma mi blocca con la sua tenuta salda sul mio braccio.

<<No, è solo una vecchia conoscenza. Ora tocca a me fare le domande.>> La sua espressione è piena di curiosità.

<<Non ho molto da raccontare.>> Guardo il mare. <<Sono una semplice barista di ventisei anni, certe volte sgridata dai clienti. Nel tempo libero vado a correre, leggo, esco con le amiche e qualche volta andiamo a ballare sulla spiaggia.>> Faccio spallucce e sorrido.

<<Hai un fidanzato?>>

<<No. Non penso di essere all’altezza di un ragazzo.>> Alla mia risposta aggrotta la fronte. <<Perché? Non capisco.>> Piega la testa lateralmente. È incuriosito dalla mia risposta.

<<Sei una bella ragazza. Bruna. Hai lineamenti perfetti, occhi castani…>> La sua espressione è seria. Sento le orecchie bruciare. Le mani cominciano a sudarmi e io ad agitarmi. Mi fa uno strano effetto. Devo andare a casa.

<<Si è fatto tardi. È meglio che ritorni a casa, non vorrei incontrare qualche ubriaco per strada.>>

<<Ti accompagno io. Dove abiti?>> È preoccupato per la mia sicurezza, un gesto nobile da parte sua. <<No, vado da sola. Non preoccuparti.>>

<<Fai attenzione.>> Borbotta, con tono autorevole. <<Tranquillo.>> Rispondo allontanandomi sempre di più da lui.

<<Grazie per avermi difesa oggi.>>

<<È stato un dovere. Ricordi? Io salvo le persone.>> Esclama, felice per averlo fatto.

<<Arrivederci Noele.>> Le probabilità di un ulteriore incontro, fatto appositamente, è alquanto improbabile. A meno che non venga a prendere un drink da me. <<Buona notte Cade.>>

Lui rimane immobile a pochi metri dalla battigia a guardarmi.

<<È stato un piacere conoscerti.>> Afferma.

<<Sono stata bene.>> Esclamo. Il suo sorriso si fa più grande.

1 bello quando sorride, gli occhi gli si illuminano e delle fossette compaiono sulle sue guance. <<Notte Noele.>> Alza la mano a mo’ di saluto.

<<Notte Cade.>> Ricambio e vado via.

2

Ho perso il controllo del mio cuore. È impossibile camminare con le infradito sulla sabbia, quindi decido di toglierle e camminare scalza, la sabbia fredda a contatto con i miei piedi mi dà sollievo.

Accelero il passo, devo andare via subito da questo posto altrimenti me ne pentirò.

Salgo le scale e dopodiché rimetto le infradito. Lascio alle mie spalle la meravigliosa spiaggia di Hilo. Faccio un respiro profondo. Ho ancora il profumo del suo dopobarba dentro le narici. Dio, è così buono. Quando sembrava che il mio cuore stesse riprendendo controllo, eccolo lì che arriva in prima posizione, correndo così forte da sentire quasi i battiti con le mie orecchie.

Ma che cosa sta succedendo? Cade è meraviglioso, è stato molto gentile a difendermi da quell’orco. Forse quel signore stamattina si è alzato col piede sbagliato perché a Cade il Margarita che ho preparato gli è piaciuto e da come ha reagito, direi anche molto. Oppure ha fatto così per compassione? Sarebbe un gesto deplorevole da parte sua. Così gentile e premuroso da difendermi e poi non giudica sinceramente il drink? Non credo sia così.

Perché quando mi sfiora sento quella meravigliosa scossa percorrermi il corpo? Provo un piacere inebriante. Per non parlare di quando mi guarda con quegli ammalianti occhi verdi, comincio a tremare e sento sudarmi le mani.

Inizio ad avviarmi verso casa a piedi. Il cuore batte regolarmente.

Comincio a pensare a quelle mortificanti domande che

gli ho posto. “La tua famiglia? Hai fratelli, sorelle...” e

quella più terrificante “con quante donne sei stato?”.

Quello che più mi ha provata è stata la sua

reazione. Per la prima domanda aveva ragione, insomma, sono un’estranea e la famiglia è un argomento delicato e personale.

Per la seconda mi ha stupito la sua espressione, era tabù.

Non per niente mi ha fatto cambiare discorso, era irritato e freddo. Perché? Mi ha incuriosita molto. D’altro canto non sono nessuno per pretendere una sua risposta e su questo ha pienamente ragione.

Chi era quella ragazza? Amber. Perché era così freddo nei suoi confronti?

Lei era così affiatata con lui. Non trovo una risposta plausibile per questo episodio.

Cade è un ragazzo molto attraente e sensuale. E il fatto che faccia il vigile del fuoco è motivo di maggiore attrazione per le ragazze.

Forse lo sfruttano e quando si stufano lo gettano via. Per questo la sua reazione alla mia domanda?

Mi sembra un ragazzo sicuro di sé, con un carattere riservato, gentile e pronto a salvare le persone. Perché fargli una cosa del genere?

Maledizione Arizona, se non ti avessi sostituita a quest’ora non torturavo il mio cervello con tutte queste domande.

Mi guardo a destra, a sinistra e alle mie spalle per proteggermi e penso a Cade con i suoi occhi verdi, a quando mi disse che dovevo fare attenzione altrimenti mi avrebbe accompagnata lui.

Meglio che lo dimentichi, mi farebbe solamente del male. È troppo perfetto per me. Circondato da belle ragazze. Sono possessiva e gelosa. Deve essere solo mio. Non voglio condividerlo con nessuna.

Cade ha un qualcosa di misterioso, un lato del suo carattere

che lo perseguita, come un’ossessione. Farei meglio a non

pensarci più.

Per fortuna la strada è breve per arrivare a casa. Abito in un modesto appartamento nella Big Island, la cosiddetta Isola di Hawaii, precisamente a Hilo, nord-est. Ha una cucina, un bagno e due stanze. Non è immensa ma per me basta, è abbastanza accogliente. Pago un misero affitto e questo mi permette di rientrarci con le altre spese. Non me la passo male. Vivo qui da circa un anno. I miei genitori abitano nella capitale, a Honolulu, bella, ma preferisco essere indipendente, vivere una vita tutta mia.

Prendo l’ascensore e arrivo al secondo piano. Cerco le chiavi di casa nella tasca del pantaloncino e apro la porta. <<Finalmente a casa.>> Sussurro. Il silenzio è musica per le mie orecchie e il letto un sonnifero. Sono davvero distrutta.

Dannazione stavo per addormentarmi.

<<Pronto, chi parla?>> Ho ancora gli occhi chiusi quindi non ho avuto la possibilità di leggere sul display chi fosse.

<<Sono io, Naomi.>> Ha una voce abbastanza squillante che mi dà fastidio, spero solo di non doverle spiegare perché non sono tornata più da lei dopo averle dato il drink.

<<Raccontami tutto.>> Esclama.

<<Oddio scusami se non ti ho più dato retta o salutata

stasera ma…>> Mi fermo e penso alla domanda di

Naomi. <<Cosa ti dovrei raccontare?>> Chiedo,

sperando di non farlo.

<<Com’è?>>

Faccio la finta tonda. <<Com’è chi?>>

<<Dai lo sai, quel ragazzo che ti ha difesa da quel signore. Non sono mica cieca.>> Al diavolo Naomi, non le sfugge mai niente, ora si trasformerà in una detective anche lei.

<<Sono ritornata a casa, non potevo stare ancora insieme a lui.>> Taglio corto.

<<Perché mai? Era cosi…>> Sento un sospiro.

<<Bello, dolce e sexy.>> Esclama.

Metto una mano sugli occhi. <<È tanto sexy quanto misterioso.>>

<<Che intenti dire con misterioso?>>

<<Intento dire che ha un qualcosa, una sfaccettatura di lui che non riesce a controllare.>> Sospiro nuovamente pesando ai suoi occhi posati su di me. La scossa si fa sentire, percorrendomi nuovamente tutta la schiena, facendo sobbalzare il cuore.

<<Sono inquieta quando sto vicino a lui.>> Sospiro. <<Davvero, mi dispiace averti lasciata da sola al bar.>> Affermo sperando di cambiare discorso. <<Non ti preoccupare, non ero così tanto sola.>> Sorride.

<<Ora dovresti essere tu a spiegarmi cosa è successo.>> Esclamo.

<<Si beh! Dopo che… scusa come si chiama?>> <<Cade, si chiama Cade.>>

<<Dopo che Cade si stava sacrificando per te, Alexavier mi ha fatto… si… diciamo… compagnia.>>

<<Posso dedurre che sia andata benissimo col tuo bel capo.>> Esclamo, piegando le labbra in un sorriso. <<Dire “benissimo” è poco, però si. Ci siamo divertiti.>> Sospira felice.

<<Sono contenta per te. Senti ne riparliamo quando ci vediamo?>> Le chiedo, ho un terribile sonno, anche se parlare di Cade mi ha fatto risvegliare un tantino.

<<Si certo, anche perché mi devi raccontare tutto quello che vi siete detti e che avete fatto.>> Non cambia mai.

<<Altrettanto Naomi.>> Sorrido sarcasticamente. <<Notte.>>

<<Notte Noele.>> Riattacco.

Per fortuna quando sono arrivata a Hilo ho trovato questo meraviglioso bar sulla spiaggia. È uno dei più frequentati del posto. Da quando ci lavoro non ho ancora imparato a preparare alla perfezione il Blue Hawaiian, è un cocktail esotico originario di questa meravigliosa isola.

Il suo colore blu-azzurro chiaro gli è conferito dalla miscela di rum bianco e Blu Curaçao.

Ogni volta sono i tre minuti peggiori del mio lavoro.

Non si finisce mai di imparare. Diversamente da

Arizona che sa fare tutto alla perfezione.

Finalmente sono arrivata al bar e questo mi consentirà di cacciare via Cade dai miei pensieri almeno per un bel po’.

A quanto pare è già pieno di persone e sono solamente

le nove del mattino. Sarà meglio andarmi a cambiare. <<Ehi Noe, non ti ho ancora ringraziata per ieri sera. Ho saputo che un signore ti ha aggredita e che un ragazzo ti ha difesa.>>

Devo cercare le parole adatte per risponderle in modo che non mi possa fare altre domande.

<<Si, mi ha sputato il suo drink addosso, ma per fortuna è arrivato in tempo Cade.>> Oddio ho detto il suo nome.

Arzona mi guarda maliziosamente.

<<Non farti strane idee. So il suo nome perché un suo amico l’ha chiamato, non per altro.>> Affermo. Invento una scusa all’istante.

<<Sono felice che non è successo niente. Chissà come sarebbe andata a finire se non interveniva quel ragazzo, SEXY.>> Sottolinea l’aggettivo. <<È stato molto gentile a difendermi.>>

<<Già.>> Mi guarda con quell’espressione per farmi capire che non si è bevuta la storia.

<<Devo andarmi a cambiare, altrimenti Xavier mi

licenzierà.>> Corro verso i camerini per evitare altre

domande.

Dopo cinque ore circa, ho finalmente finito il mio turno. Esco dal bar e vedo Naomi seduta sulla sabbia assorta nei suoi pensieri a fissare il mare.

Vado da lei e mi butto per terra goffamente facendomi notare.

Sono esausta dal lavoro e penso a tutti i Blue Hawaiian che ho dovuto preparare in una sola mattinata ed a tutte le facce dei clienti quando lo bevevano, sicuramente pensavano “uuuuh che buono, ne bevo un altro sorso. Mm aspetta, ora che l’ho gustato meglio fa schifo. Decisamente schifo”. Devo chiedere qualche giorno di vacanza a Xavier.

<<Ci sarebbe un argomento piccante di cui dovremmo parlare. Non riesco a pensare ad altro, come hai fatto ad andare via ed a non passare altro tempo con lui?

È stato così gentile con te.>> Mi guarda con occhi vivaci.

Ecco ero riuscita a non pensare a Cade per tutta la mattina ed ora è piombato nei miei pensieri senza un minimo di gentilezza.

Il cuore abbandona il suo ritmo e riprende a cavalcare più veloce di un fulmine. Sicuramente ci sarà rimasto male ma dovevo andare via.

<<Ha una fidanzata?>> Chiede.

<<Non credo, ho notato che è molto freddo a riguardo.>>

<<Mi sembra un bravo ragazzo, chissà perché è così?!>> Fa un sospiro. <<Cambiando discorso, la prima volta che l’ho visto non ho potuto notare altro se non che fosse un bel giovane.>>

<<Si, lo si può definire bello.>> Non voglio dare peso alla bellezza. Anche se la prima volta che l’ho visto ne sono rimasta ammaliata.

<<Dai Noe… non prendermi in giro, quel tizio ti piace. Ti

conosco e da quando abbiamo iniziato a parlare di lui sei diventata nervosa e rossa in volto.>> Dannazione si è accorta di tutto, ma come fa?

<<È stato carino ma non posso affrettarmi a tirare una conclusione, lo conosco da un giorno.>>

<<Non ti credo Noe…ti contraddici da sola. Guardati.>> Fa cenno con la mano verso di me. <<Voleva passare altro tempo con te ieri sera e tu hai rifiutato. Hai paura, ma di cosa?>>

Voglio cambiare discorso al più presto. Ma se non parlo con lei con chi altro posso farlo? <<Conoscendoti tu saresti rimasta a passare altro tempo insieme a lui.>> Esclamo.

<<Si, forse. Ma non è il mio tipo. A me piacciono gli uomini d’affari ricordi? E poi a quanto ho capito non è per le storie a lungo termine.>>

<<Sarà, ma ha un animo gentile. È premuroso ed è stato molto protettivo nei miei confronti e anche se sarà difficile, riuscirò a capire cosa lo blocca ad andare avanti con una ragazza.>>Affermo. Desidero tanto scoprire il reale motivo.

<<Il dilemma del momento.>> Sussurra.

<<Senti, vuoi qualcosa da bere? Te lo faccio preparare

in un attimo.>> Devo porre fine all’argomento, ora ne

sono più che convinta.

<<No, grazie lo stesso.>>

<<Senti…>> Sospiro. <<Parlami di ieri sera, sono molto curiosa. Non era un osso duro il tuo capo?>> Chiedo.

<<Inizialmente c’era un po’ di imbarazzo tra noi ma poi…>> Si interrompe e alza gli occhi al cielo sorridendo.

<<A me non sembrava ci fosse tutto questo imbarazzo, ti sentivo sghignazzare, anche se in quel momento non sapevo con chi fossi.>> Affermo.

<<Poi un Mojito tira l’altro e…>> Fa un sospiro

profondo. <<E la tensione era volata via. Penso di piacergli.>>

<<Sono davvero felice per te.>>

Mi alzo e vado a prendere due succhi di frutta alla pesca, il mio preferito. Dopo aver finito saluto Naomi e vado a casa.

Decido di dedicare il pomeriggio alle pulizie che ho rimandato di un giorno, quindi mi armo di panno e detergente e comincio a pulire.

Dopo un intero pomeriggio a fare faccende di casa non mi accorgo che si sono fatte le otto di sera. Dunque mangio una mela al volo e vado a dormire. Nei miei pensieri ritornano i suoi grandi occhi verdi che mi scrutavano dopo avermi difesa da quell’orco e il suo viso teso.

La settimana è passata in fretta e il weekend sono solita andare dai miei genitori a Honolulu ma prima decido di passare da Xavier per rinfrescargli la memoria sulla mia abituale assenza. Dopodiché parto. Mia madre, Julia Anderson, è una delle donne con maggior fantasia che conosca. Un pezzo di stoffa lo trasforma in oro. Dalle borse ai cuscini. È un asso nel campo della sartoria. Dal momento che non lavora, trasforma il suo tempo libero in passa tempo costruendo di tutto con una semplice stoffa. Mio padre, Brad, non ha un singolo pantalone che non gli stia alla perfezione. È molto fortunato ad averla a fianco.

Ed ecco, la mia vecchia casa, bella come sempre. Circondata da una staccionata tutta in legno ricoperta di fiori. Vedo uscire mia madre, mora, occhi marroni, con le braccia aperte pronta ad abbracciarmi, non appena scendo dall’auto. Una Chevrolet Bel Air anni cinquanta, tutta nera con i sedili in pelle rossi. La adoro. Non è ultimo modello ma per me va benissimo. <<Tesoro mio, finalmente sei arrivata, stavo cominciando a preoccuparmi.>> La solita ansia materna.

<<Ciao mamma.>> Ogni volta che la rivedo mi sembra sempre più giovane.

<<Come va la vita a Hilo?>> Chiede curiosa.

<<Tutto vecchio e niente nuovo.>> Ci sediamo sul divano del salotto. L’unica cosa che mi manca di Honolulu è questa comoda e immensa casa con tutti i comfort possibili, al contrario del mio umile appartamento.

<<È il lavoro come procede?>>

<<Direi piuttosto bene, devo perfezionare qualche drink per il resto non mi posso lamentare.>> Mi tengo sul vago. <<Papà dov’è?>>

<<Ehi ciao tesoro.>>Esclama. <<Come stai?>> Parli del diavolo...

Mi volto a guardarlo, bello come sempre, con i suoi

capelli castano chiaro e occhi verdi. Non dimostra

quarantacinque anni.

<<Ciao papà, benone. Tu?>>

<<I segni della vecchiaia cominciano a farsi sentire.>> Si stiracchia la schiena.

<<Dai non dire così. Sei ancora giovane.>> Rido. Mio padre è un uomo tutto fare. Qualunque cosa si rompa a casa lui la ripara. Ha perfino fatto l’armadio della camera da letto, tutto in legno massiccio. È davvero un genio. Funge da idraulico, falegname, muratore…

Qualunque cosa gli si domanda risponde che la sa fare.

179,56 ₽
Возрастное ограничение:
0+
Дата выхода на Литрес:
15 мая 2019
Объем:
360 стр.
ISBN:
9788873049067
Правообладатель:
Tektime S.r.l.s.
Формат скачивания:
epub, fb2, fb3, html, ios.epub, mobi, pdf, txt, zip

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